La Guardia di Finanza di Caltanissetta, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Enna, su richiesta della Procura Distrettuale di Caltanissetta, ha sottoposto a confisca un patrimonio del valore di oltre 5,5 milioni euro, illecitamente accumulato da Gabriele Giacomo Stanzù, esponente della criminalità organizzata ennese ed in contatto con il clan gelese degli “Emmanuello”.
In ragione delle evidenze giudiziarie nel tempo acquisite, risultate idonee a definire il profilo di pericolosità sociale dello Stanzù, nei confronti dello stesso e del suo nucleo familiare, sono state condotte mirate e penetranti indagini patrimoniali, per verificare la coerenza del tenore di vita e del patrimonio posseduti con i redditi dagli stessi dichiarati.
Le indagini patrimoniali eseguite hanno permesso di riscontrare l’incapienza dei redditi dichiarati e/o percepiti dal nucleo familiare dello Stanzù a far fronte agli impegni economici assunti, dimostrando un tenore di vita decisamente elevato e incongruo rispetto alle possibilità reddituali e/o derivante da fonti di lecita provenienza.
All’esito dei richiamati approfondimenti patrimoniali, già nel luglio 2017 erano stati acquisiti elementi idonei per consentire alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta di ottenere dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Enna il sequestro dei beni oggetto dell’odierna confisca, a seguito della quale vengono ora acquisiti al patrimonio dello Stato, con carattere di definitività, i seguenti cespiti:
- n. 1 azienda agricola ubicata in territorio ennese;
- n. 55 immobili di cui n. 52 terreni ubicati in territorio ennese e n. 3 fabbricati siti in Enna e Piazza Armerina (En);
- n. 3 autoveicoli.
In ultimo, nel mese di maggio 2022, lo stesso Gabriele Giacomo Stanzù, nell’ambito dell’operazione “Terzo Tempo”, eseguita dal GICO della Guardia di Finanza di Caltanissetta su delega della Direzione Distrettuale Antimafia nissena, veniva raggiunto da apposita ordinanza di custodia cautelare in carcere, per i reati di furto ed estorsione, al culmine di una indagine che avrebbe consentito di accertare diuturne “interferenze” nella gestione dei beni aziendali dello Stanzù già sottoposti dal Tribunale di Enna a confisca di prevenzione di primo grado.
L’importante risultato conseguito nel delicato settore dell’aggressione ai patrimoni illeciti della criminalità organizzata, concretizza ulteriormente la strategia che vede la Guardia di Finanza quotidianamente impegnata ad individuare e segnalare all’Autorità Giudiziaria i capitali direttamente ed indirettamente riconducibili ad esponenti della criminalità organizzata.