Eni ha deciso di adottare un piano di “welfare aziendale”, vale a dire ristretto ai propri lavoratori, attraverso alcuni interventi, straordinari ed ordinari, per un ammontare complessivo pari a circa 85 milioni di euro, al fine di supportare ad affrontare l’attuale fase di congiuntura economica, i circa 20 mila dipendenti, non dirigenti, del gruppo italiano del cane a sei zampe.
In particolare, tra le misure introdotte, con le competenze del mese di novembre 2023 sarà erogato un intervento straordinario, cioè una tantum, pari a 3.000 euro lordi, che i dipendenti italiani di Eni si ritroveranno in busta paga. Un contributo straordinario una tantum che viene peraltro esteso anche ai dipendenti delle aziende che la multinazionale ha acquisito recentemente, sebbene ridimensionato. Si tratta cioè di 1.875 euro lordi per i dipendenti di “Matrìca” e di 750 euro lordi per i dipendenti di “Mater Bio Tech” e “Novamont”. Verrà invece stabilmente incrementato del 45% il valore del buono pasto elettronico riconosciuto nelle giornate di prestazione lavorativa in smart working, che passerà in sostanza da 5 a 8 euro al giorno. Inoltre, sarà riconosciuto, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente, un bonus carburante/ricarica elettrica, del valore di 200 euro.
Particolarmente soddisfatti i sindacati che hanno condiviso con la major energetica le misure che verranno adottate e frutto delle trattative portate avanti. Insomma, considerati gli enormi utili registrati nei vari trimestri, si è deciso di redistribuirne una buona fetta, nel complesso 85 milioni, ai lavoratori dipendenti non dirigenti, nonché alle loro famiglie, in contrasto al carovita crescente ed al trend inflazionistico che si è instaurato. Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil, fanno sapere altresì che nel pacchetto di sostegno al proprio “diretto”, c’è anche il bonus energia “luce e gas” di Plenitude, pari a 70 euro annui per ciascuna fornitura.
Anche in un periodo di profondo cambiamento, pertanto, Eni torna a ribadire che «il capitale umano è il fondamento di Eni impegnata nel proprio percorso di trasformazione energetica». E proprio nell’ultimo trimestre, l’ad Descalzi ha commentato i risultati ottenuti, in quanto a utili introitati, definendoli senza remore i migliori nella storia del gruppo, per effetto della crescita sequenziale dei risultati di E&P, Raffinazione e attività retail.
«Nel terzo trimestre ’23 – ha esordito Descalzi – abbiamo compiuto importanti progressi nella attuazione della nostra strategia di trasformazione e, ancora una volta, abbiamo conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari. Il flusso di cassa operativo di 3,4 miliardi di euro si traduce in un flusso di cassa discrezionale, free cash flow, di circa 1,5 miliardi di euro, una volta finanziati investimenti organici pari a 1,9 miliardi di euro. Sia l’utile operativo sia la generazione di cassa si collocano in vetta alla serie storica di risultati trimestrali.
Il free cash flow discrezionale cumulato fino a oggi di circa 6,2 miliardi di euro – ha proseguito – supera ampiamente la prevista remunerazione degli azionisti per il 2023 compreso il riacquisto di azioni, contribuendo in tal modo a migliorare la flessibilità finanziaria e gli indici di solidità patrimoniale con un rapporto di leva stabile a 0,15.
Guardando al futuro, riteniamo che l’evidente miglioramento dei fondamentali del business e i progressi strategici saranno alla base di attrattivi ritorni per gli azionisti e, coerentemente a tali prospettive, rivediamo al rialzo le nostre previsioni annuali di EBIT e flusso di cassa operativo, mentre aumentiamo – ha chiosato - il passo del programma di buyback per l’anno corrente».