Mura Timoleontee, presentato un progetto di riqualificazione dell’area ad est del parco

Mura Timoleontee, presentato un progetto di riqualificazione dell’area ad est del parco

Presso l'auditorium della scuola "Paolo Emiliano Giudice" in vi Niscemi, mercoledì 28 giugno, si è tenuta la presentazione del progetto di riqualificazione dell'area ad est del Parco archeologico di “caposoprano”,

dove fra l'altro insistono le mura timoleontee, elaborato da un pool di esperti locali, cinque architetti, un ingegnere ed un geometra, rappresentati dall'architetto gelese, Vincenzo Castellana, che ha di fatto relazionato, avvalendosi di una serie di immagini e slide a corredo. 

Si tratta di un progetto molto interessante, benché evidentemente non ancora esecutivo, che i proprietari dei lotti compresi nell'area, sottoposti al vincolo di inedificabilità per la vicinanza al sito archeologico, hanno commissionato all'arch. Castellana e pool associato. Un progetto che ben si sposa con quello che vuole lo spostamento dell'ingresso, dall'attuale infelice posizione al culmine di una salita, ancora più avanti, procedendo appunto ad est lungo la stessa via indipendenza.

Al contrario di quello a sud, dal lungomare Federico II di Svevia, che avrebbe invece in serbo di fare il direttore del Parco archeologico, Luigi Gattuso. 

Non a caso, ad aver promosso l'incontro sono le stesse associazioni, "Archeoambiente", presieduta da Giuseppe Andrea Alessi, "Antifemo ed Entimo", presieduta da Franco Città ed il Comitato per lo sviluppo dell'area gelese (Csag), di cui è coordinatore Filippo Franzone, che vorrebbero il nuovo ingresso ad est delle mura.

«Il parco archeologico – ci conferma Franzone – ha un ingresso, se tale si può chiamare, a dir poco pericoloso perché privo di marciapiedi di ingresso, privo di parcheggi, privo di tutto. Inoltre, quando si organizzano spettacoli alle mura, in viale Indipendenza si incolonnano migliaia di auto e bus, sia in sosta che in marcia».

La novità di questo progetto è l’idea di un grande parcheggio per bus ed auto, con passerella coperta da Viale Indipendenza fino all’ingresso delle Mura, annesso ristoro, spazi espositivi per associazioni culturali, bar, slargo, giusto a ridosso dell’ingresso ad est che queste associazioni immaginano. C’è persino uno spazio “open”, cioè permanentemente aperto alla città. 

«Un progetto innovativo – prosegue il coordinatore dello Csag – di chi vuole investire nella cultura e nella storia straordinaria di questa città, sfilandosi una volta tanto dai tradizionali canali dell’edilizia e/o della metalmeccanica. Un progetto fatto di strutture mobili, che non appesantiscono il contesto e che forniscono servizi, per fruire di un bene archeologico che rappresenta un’icona per Gela, come le mura greche». 

«Nonostante una classe dirigente inadeguata, Gela – conclude Franzone - si conferma ancora oggi una città viva in grado di sognare, progettare e fare. L’augurio è che sulla scia di questa iniziativa, altri privati investano in modi diversi sulla città». In platea, fra i presenti, c’è anche l’imprenditore Francesco Greco, proprietario dell’ex fabbrica di liquirizia, Marletta, e che potrebbe affiancare il suo progetto di riqualificazione dell’area.