Due decenni vissuti a Gela, dove oltre al lavoro, in cui si è spesa con dedizione e passione, ha trovato anche famiglia, figli, amici.
Dopo un ventennio in tribunale, la dott.ssa Veronica Vaccaro (nella foto), presenza storica del presidio di legalità gelese ubicato in via Livatino, si traferisce a Velletri, sua città d’origine, dove andrà a cimentarsi in una nuova esperienza, relativa alla giurisdizione del lavoro. La giudice Vaccaro, infatti, lascia quella che è stata una palestra professionale a tutti gli effetti, avendo esercitato per quattordici anni nella sezione penale ed i restanti sei in quella civile, nell’ultima veste di magistrato nel settore dedicato alla famiglia.
«Volendo tracciare un bilancio – ci confessa – è stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo sul piano professionale. Non è un modo di dire. Ho avuto a che fare con tutti e due i rami, penale e civile. Mi sono imbattuta in procedimenti complessi, incontrando non poche difficoltà, figlie di un tribunale perennemente sottodimensionato.
Non è un mistero, i magistrati a Gela lavorano di più, in quanto i procedimenti pro capite superano la media nazionale, oltre che la media del distretto nisseno. In proposito l’aver ridotto il ruolo, cioè i rinvii fino a novembre di quest’anno, mi fa lasciare l’incarico con grande soddisfazione. Quando ho preso nel 2017 il ruolo civile, i rinvii si contavano ad anni e non mesi.
Oggi, per quanto mi riguarda, sono rinvii di tre mesi e mezzo. L’esser riuscita ad abbattere l’arretrato è un gran risultato, con sacrifici personali notevoli, anche in termini famigliari, essendo madre di due bambini. Se ci penso, mi chiedo come ho fatto».
Un’esperienza che l’ha arricchita, inevitabilmente, anche sul piano umano. «Gela – continua - è una città vivace, i gelesi hanno voglia di vita, sono generosi e solidali. E’ gente calda, passionale e quando i gelesi si ritrovano ad eccedere nelle passioni, perdono di vista la razionalità. Capita così di non accorgersi di avere la soluzione sotto gli occhi, a portata di mano. Il gelese è una persona di cuore. Non penso che ritroverò altrove, l’affetto che ho ricevuto a Gela. Ne sono certa».
Una città che tende a sottovalutarsi. «Indubbiamente questa comunità dovrebbe stare più attenta e propensa – afferma la dott.ssa Vaccaro - a sfruttare le enorme potenzialità paesaggistiche e storico-culturali.
E’ un luogo ricco di bellezze naturali, la costa, il mare, ma c’è anche una storia da pubblicizzare e divulgare. Il museo, il parco archeologico, devono essere aperti. La nave esposta. E’ un patrimonio di grande valore. Ma ciò che più mi preme sottolineare è che deve ancora essere del tutto debellata la “cultura” del favore. C’è ancora un tendenza a rivendicare ed esercitare i propri diritti dietro richiesta di un favore. Questo non va bene. E’ una mentalità che va superata».
Lasciare Gela, in definitiva, è frutto di una scelta semplicemente razionale. «La priorità nel decidere – ammette - è stata quella di dover tenere nel debito conto che i miei figli stanno crescendo.
Qualche anno ancora e non sarebbe stato neanche giusto sradicarli. Andare a Velletri, altresì, significa ricongiungermi con la mia famiglia d’origine e fare un qualcosa che ho sempre desiderato, cioè una vita più bucolica, nella mia proprietà di campagna, lontano dal caos urbano. E poi, sul piano professionale vado a fare il giudice del lavoro, cioè funzioni che non ho mai svolto. Insomma, una strada – conclude - di nuovo in salita. So già che dovrò rimboccarmi le maniche, come già fatto a Gela, per una nuova sfida». Tanti auguri allora e buon lavoro.