Fra i servizi che in questa città abbandonata a sé tessa sono diventati un miraggio, si è aggiunto da mesi anche quello della sezione staccata, a Gela per l’appunto, della Camera di Commercio nissena.
Il problema nasce con il trasferimento dei locali da viale Mediterraneo a via Sant'Alfredo, presso locali comunali ritenuti però inidonei sia sul piano logistico che funzionale. Ne è conseguita la richiesta dei vertici della Camera di commercio per un ritorno in viale Mediterraneo, ma quei locali non erano più disponibili, perché orami occupati da uffici comunali.
A fronte di questa situazione il sindaco Lucio Greco ha espresso la volontà di dotare i locali di via Sant’Alfredo di servizi igienici e di risolvere anche i problemi di pulizia, nonché a consegnare le attestazioni di conformità degli impianti, ma al contempo ha sottolineato come non fosse imputabile all’amministrazione comunale la mancanza di arredi e presidi di sicurezza necessari per il personale dipendente.
Dal canto suo, la Camera di Commercio, attraverso il suo Commissario straordinario, Giovanna Candura, ha fatto sapere in una nota di essere disposta ad accettare i locali di via Sant’Alfredo a condizione che il Comune provvedesse alla redazione del piano di emergenza ed all’affissione della segnaletica di sicurezza, all’installazione di schermature nelle superfici finestrate, alla sottoscrizione del Duvri e alla concessione in via del tutto esclusiva degli uffici, minacciando di abbassare la saracinesca in caso contrario.
Per questa via, agli inizi di agosto il commissario straordinario della Camera di Commercio di Caltanissetta è passato ai fatti, deliberando la chiusura temporanea dell’ufficio, almeno fino a quando l'amministrazione comunale non provvederà a quanto richiesto. Per l'amministrazione comunale, invece, la redazione del Duvri (Documento unico di valutazione dei rischi interferenti) e dei piani di emergenza, in quanto attività di stretta pertinenza della specifica parte datoriale, spettano a Caltanissetta e non Gela.
Si arriva così ad oggi, con la sezione ancora chiusa ed enormi disagi per le imprese: «che i nisseni siano “stitici” nel decentrare i servizi a Gela – ricorda amaramente il portavoce del Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese (Csag) Filippo Franzone – è storia vecchia e nota, ma se persino l’amministrazione comunale ci mette del proprio per ostacolare le cose, allora siamo messi proprio male. Da noi accade spesso, come in questo caso, ciò che altrove non accade.
Che i trasferimenti degli uffici causino ritardi, problemi, ci può stare, ma senza portare alla chiusura. L’aver consegnato i locali senza conformità degli impianti, servizi igienici compresi, ha comportato la chiusura del servizio il 5 agosto scorso, con il personale costretto a viaggiare giornalmente tra Gela e Caltanissetta. Una scusa bella e buona per il Commissario straordinario della Camera di Commercio lesto ad alzare l’asticella e richiedere più di quello che il Comune deve fornire (dal Duvri ai piani di emergenza), aggravando la situazione.
Gela – prosegue Franzone – ha necessità di questo importante servizio, che fa risparmiare tempo alle aziende, evitando di mettersi in auto a proprio rischio e pericolo, perdendo giorni di lavoro, oppure incaricare una agenzia, pagando somme che si potrebbero tranquillamente risparmiare. Gela ha un numero di imprese che la rende prima nell’attuale provincia di appartenenza, il servizio andrebbe potenziato, ed invece, complice anche l’amministrazione comunale, lo si chiude.
Nel frattempo la classe produttiva gelese deve fare a meno di un importante servizio per cause imputate ad enti che nella carta dovrebbero snellire il carico burocratico delle aziende, ma che nella realtà complicano la vita a tutti. In questo caso – chiosa il portavoce del Csag - possiamo dire che: tra i due litiganti il terzo… muore!».
Non solo sui servizi pubblici essenziali, come l’acqua, i rifiuti, il decoro urbano, Gela deve quindi pagare dazio anche su servizi cosiddetti “minori”, ma non per questo meno influenti sul piano della qualità della vita. Il sospetto che questa città stia perdendo anche lo sportello della Camera di commercio è semplicemente alimentato dall’esperienza degli ultimi anni.
Era successo con Riscossione Sicilia prima di scomparire per legge in tutta l’isola. E’ successo con le patenti e le visite mediche dell’Inps, con la sola eccezione di quelle per soggetti fragili e malati oncologici restituite alla città all’inizio di quest’anno. Un destino che parrebbe ineludibile, innanzi al quale una classe politica locale inerte, da tempo ha alzato le mani in segno di resa.