L'associazione "Gaetano Giordano" non è affatto ferma al palo e sta proseguendo normalmente la sua vita sociale, anche se – attualmente – risulta ancora sospesa dell'elenco prefettizio.
E' quanto tiene a precisare il nuovo presidente della storica associazione antiracket ed antiusura gelese, Alfonso Peritore (nella foto) Un'associazione che ha subito un paio di colpi terribili recentemente, ma che non è andata al tappeto, dimostrando una solidità costruita attorno le tanti meritevoli iniziative portate avanti negli anni.
«Ci teniamo, ovviamente, a che la prefettura revochi la sospensione – osserva Peritore – e ci reintegri a tutti gli effetti in un elenco di cui siamo stati tra i primi ad essere inclusi. Lo rivendica la nostra storia e le tante battaglie affrontate spesso proficuamente negli ultimi 15-20 anni, grazie anche alla vicinanza e stretta collaborazione con le insigne personalità che nel frattempo si sono succedute in prefettura ed ai vertici delle forze dell'ordine».
Niente commissariamento, azzeramento o congelamento delle cariche, come qualcuno prefigurava, dunque. Con le dimissioni di Caponnetti da presidente e socio dell'associazione aderente al Fai, al suo posto secondo Statuto è subentrato il vicepresidente Domenico Lorefice che, però, dopo 15 giorni di mandato ha dovuto rinunciare perché non riusciva a conciliare il ruolo assunto con gli impegni lavorativi personali. Sicché, il direttivo si è appositamente riunito ed ha eletto l’assicuratore gelese, Alfonso Peritore, come nuovo presidente.
Nell'agosto di quest'anno, infatti, l'allora presidente Renzo Caponnetti, risultò indagato in un'inchiesta in cui fu accusato di truffa e malversazione a danno dello Stato, con i pm che altresì chiesero, ottenendolo altresì un sequestro preventivo ammontante nel complesso a 396 mila euro. All'inizio di questo mese il tribunale del riesame, su espressa richiesta dei difensori legali di Caponnetti, ha revocato il sequestro.
A maggio di quest'anno, inoltre, l'allora vicepresidente dell'associazione era stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari per evasione fiscale, con l'accusa di false compensazioni per coprire i debiti con l’erario, a seguito di un'altra inchiesta condotta sempre dalla Guardia di finanza su mandato della procura. Nel settembre scorso la misura restrittiva dei domiciliari è stata revocata, mentre le due società edili riconducibili all'imprenditore gelese, non si sono mai fermate.
Le due indagini ed in particolare quella su Caponnetti, hanno indotto il prefetto, dott.ssa Chiara Armenia, a sospendere temporaneamente l'associazione, anche perché nell'elenco dei 206 associati vi era la presenza di alcuni indesiderati dalla prefettura. «Abbiamo consegnato il nuovo elenco di associati, senza quei nomi che si sono dimessi, su cui la Prefettura avanzava dubbi e, di conseguenza, siamo in attesa – ha concluso Peritore – che sua eccellenza il prefetto dia seguito a quanto dallo stesso ufficio richiesto». Il nuovo elenco conta adesso duecento soci.