l titolo è un prestito dalla cinematografia.
Non so se del tutto adeguato al concetto che vorrei qui sviluppare: la passione smisurata che, nella buona e nella cattiva sorte, e nel tempo, i tanti collaboratori hanno messo nel sostenere questo giornale, salvandolo nei momenti più difficili da una prematura chiusura.
Quando nell’ottobre del 1985 il Corriere di Gela apparve per la prima volta in edicola, prevaleva lo scetticismo, a ben ragione. Altre iniziative, pur meritorie per la buona qualità e la buona volontà dei promotori, erano durate lo spazio di pochi mesi, talvolta solo il tempo di una vigilia elettorale.
Il Corriere, invece, convinse i più scettici grazie alla sua manifesta e riconosciuta indipendenza ed alla sua apertura alle opinioni più diverse, politiche, sociali, economiche, culturali. Questa politica editoriale persuase gli scettici abbastanza presto. E il Corriere di Gela ha potuto offrire ai lettori una longevità che ha pochi uguali nel panorama siciliano delle testate locali.
La crisi il giornale l’ha subita con l’irruzione del web e dei social, strumenti che a livello globale hanno dato voce a chiunque, arricchito il panorama dell’informazione, impoverendola però di qualità e credibilità in molti casi. Un uragano, dal quale non si è salvata nemmeno la grande editoria italiana. Basta dare un’occhiata alle vendite del cartaceo per rendersene conto.
La crisi ha colpito prevalentemente i quotidiani, trovatisi a fronteggiare un concorrente imbattibile, capace di portarti le notizie a casa, in tempo reale e a costo zero.
Il Corriere ha lottato come ha potuto, cambiando il formato, modificando i contenuti (più spazio agli approfondimenti e meno alle notizie), e puntando sulla fidelizzazione dei collaboratori, che hanno messo il cuore per fare uscire indenne il giornale dallo tsunami del web.
Un grazie a tutti, collaboratori della prima ora e a quelli che hanno sposato il nostro progetto in tempi più recenti. Un grazie particolare a Salvatore Parlagreco. Da Palermo, dove vive da quando ha lasciato Gela, ci fa giungere, puntualmente, con una scrittura di alta qualità, le sue collaborazioni, che, passate anche sul web, fanno registrare settimanalmente picchi di visualizzazioni quasi mai toccati prima.
Non so se lo devo all’amicizia che mi lega a lui o alla volontà di dare una mano alla sua città attraverso il Corriere di Gela. Qualunque sia la motivazione, il giornale ne esce bene, come sempre. E questo appartiene a noi, ai collaboratori tutti ed ai lettori, cartaceo o web, che continuano a restarci a fianco.
La tempesta non è ancora passata, ma contiamo di poter sopravvivere, puntando sul... web, che se da un lato ci ha tolto linfa vitale, dall’altro ci ha restituito maggiore visibilità, anche questa un valore.
Continueremo a sorvegliare i palazzi del potere, a dare voce a chi non ce l’ha, a rendere la vita difficile a chi rallenta o impedisce che Gela esca dal pantano e a stimolare i giovani a mettersi in gioco, ad impegnarsi nel sociale, nella politica e nella cultura, accettando le sfide del presente e del futuro.