E’ un vero e proprio ginepraio quello venutosi a creare negli ultimi giorni in ambito scolastico in tutta l’isola.
Un faccenda davvero intricata, di non facile soluzione. Un autentico guazzabuglio alimentato da colpi di scena quotidiani. Nel momento in cui andiamo in edicola, del resto, non sappiamo come andrà a finire.
Tutto inizia con il rientro a scuola dopo le vacanze. Il governo nazionale decreta il ritorno nelle aule in presenza a partire già da lunedì 10 gennaio. La normativa nazionale in vigore consente però la possibilità di una didattica a distanza se si è in zona rossa o arancione.
Il governo regionale, pur essendo la Sicilia ancora in zona gialla, valutato l’aumento notevole dei contagi ed il sovraffollamento dei ricoveri, decide per prolungare le vacanze, ordinando di tenere chiuse le scuole per altri tre giorni.
La decisione sembrava essere passata inosservata, anche perché si possono sfruttare 5 giorni di sforamento rispetto al calendario scolastico, ma evidentemente qualcuno a livello centrale si è fatto sentire e, un po’ a sorpresa, il mercoledì mattino, la task-force regionale appositamente costituita, opta per il rientro a scuola in presenza a partire dall’indomani, giovedì 13 gennaio.
L’associazione dei comuni siciliani, Anci Sicilia, si riunisce in assemblea nel pomeriggio ed esprime un indirizzo tanto ribelle quanto controverso, nel momento in cui si orienta, richiamandosi all’emergenza sanitaria di cui al comma 5 dell’art. 5 del Tuel, per la sospensione della didattica in presenza; ma al contempo demanda ai dirigenti scolastici la facoltà di “disporre” in alternativa la dad.
Ciò comporta che essendo facoltativo, il dirigente scolastico può anche non disporre la dad e di fatto sospendere del tutto le lezioni. E’ la stessa posizione dell’amministrazione Greco, che a Gela all’ora di cena ordina di sospendere le lezioni in presenza e la possibilità alternativa della dad, per sei giorni, a partire cioè da giovedì 13 gennaio, fino a mercoledì 19 gennaio.
Apposto? Macché! Non appena emanate le ordinanze dei sindaci, sono partiti i ricorsi in via telematica ai Tar di Palermo e Catania, puntuali nell’esprimersi già l’indomani con ordinanze sospensive che, pur senza entrare nel merito, accolgono i ricorsi. Dopo un giorno di chiusura e/o di dad, già il venerdì in diversi comuni si rientra a scuola.
E Gela? A differenza di altri comuni, è zona arancione ed ha chiesto il parere dell’Asp, secondo ordinanza del Presidente della Regione siciliana n.1 del 7 gennaio 2022. Un parere, peraltro giunto in ritardo, che è sì obbligatorio ma non vincolante.