Sebbene si corra il rischio di essere rituali, io desidero formulare gli auguri più vivi al Corriere e a chi vi lavora.
Quando ebbe inizio la pubblicazione del periodico, tutti noi salutammo quell'evento come un segno della certezza che, per Gela, si apriva un periodo di crescita sociale, civile, morale e culturale.
Molti anni sono passati e la Storia ci ha inferto ferite profonde, segnate da episodi grandi e piccoli, raramente positivi e, quasi sempre, negativi che sono riconducibili ad un'unica matrice: il degrado culturale, nelle sue diverse sfaccettature. Cultura, nel senso più onnicomprensivo del termine: cultura come competenza, come impegno, come solidarietà, come onestà, come dignità.
Proprio ciò che viene disprezzato, come inutile, in questa Città. La pubblicazione del Corriere di Gela, per me, rappresenta lo scoglio contro cui va ad infrangersi la violenza dell'ignoranza e la garanzia che il cammino di sviluppo civile iniziato tanti anni fa non si è interrotto. Auguri per un 2022 di resistenza e di progresso.