Eni conferma il progetto Argo-Cassiopea e prevede la cantierizzazione dei lavori per settembre 2021, con avvio della produzione entro il primo trimestre 2024.
E' quanto si legge, accanto altre informazioni, nel "focus Gela", intero capitolo dedicato al sito gelese, in chiusura di un corposo documento relativo ad un serie di investimenti ed iniziative programmate, allegato all'accordo "Insieme - Modello di relazioni industriali a supporto del percorso di transizione energetica", sottoscritto dal management del colosso industriale italiano e le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. «Con la riconversione della Raffineria di Gela in bio-raffineria - esordisce il focus - è stato avviato nel 2019, in ottica economia circolare, un processo di trasformazione industriale in grado di produrre biocarburanti da biomasse, oli vegetali usati e di frittura, grassi animali, alghe e sottoprodotti di scarto. La bioraffineria, in particolare, ha una capacità di lavorazione fino a 750 Mton/anno. Alla bio-raffineria si affianca il progetto di sviluppo dei campi a gas “Argo e Cassiopea”, di cui Eni è operatore (60%).
L’attuale configurazione e il piano di sviluppo sono stati appositamente studiati nell’ottica della minimizzazione delle superfici occupate, della maggior sostenibilità ambientale e della valorizzazione del territorio e prevedono una produzione di circa 28 mila boe/giorno al 100%. Il progetto beneficerà: del raggiungimento della neutralità carbonica (scopo 1) grazie alla sostituzione di compressori a gas con compressori elettrici alimentati anche con l’energia di nuovi parchi fotovoltaici, dell’utilizzo di suolo già industrializzato e riqualificato all’interno del perimetro di raffineria e dell’azzeramento delle attività di scarico a mare di acque o altri reflui».
Altresì, «nell’ambito dello sviluppo delle rinnovabili - prosegue il focus - è prevista l’installazione di 2 impianti fotovoltaici (per una capacità complessiva di 4 MW). Il primo dei due impianti, da 1 MW, è entrato in esercizio nel 2018. È inoltre in fase di sviluppo un ulteriore progetto fotovoltaico da circa 5 MW presso un’area esterna e contigua al Nuovo centro oli».
Infine, «Gela vede la sperimentazione di numerose iniziative di ricerca e sviluppo: Iswec (Inertial Sea Wave Energy Converter): dopo il prototipo a Ravenna si prevede la prima installazione industriale nel canale di Sicilia; Blue sea technologies: Gela è stata identificata come "hub" per la gestione delle apparecchiature e sistemi di monitoraggio brevettati da Eni; Csp: progetto pilota solare a concentrazione, che è stato installato ed avviato per test sperimentali nel 2019; Risanamento ambientale, per la sperimentazione da parte di Eni Rewind di 4 tecnologie innovative per monitoraggio e bonifica di suoli e falde e - chiude il focus - l'impianto Pilota Waste to Fuel, avviato a fine dicembre 2018».
Ne deriva la conferma di una visione aziendale in cui Gela occupa una posizione fondamentale nel quadro generale, nonché da assoluta protagonista nell'ambito dei "nuovi cicli di trasformazione ad alto potenziale" su cui Eni punta dichiaratamente, se consideriamo che all'avvio della bio-raffinazione (basata sulla tecnologia proprietaria Ecofining) attraverso cui Eni produce bio-carburanti con una capacità di trattamento di oltre 1 Mton/anno (sarà diversificato ulteriormente il feedstock con cariche advanced alternative, di seconda e terza generazione, per essere “palm oil free” dal 2023) si dovesse aggiungere il più volte annunciato "Waste to Product", con Eni che valorizzerà i rifiuti organici e inorganici, a partire da "Forsu", attraverso la tecnologia proprietaria "Waste-to-Fuel", con il cane a 6 zampe produrrà su scala industriale bio-olio da destinare al trasporto marittimo e, dopo raffinazione, per ottenere biocarburanti avanzati (e acqua). «Si sta progettando - si legge nell'allegato all'intesa raggiunta tra azienda e sindacati - la realizzazione di impianti con una capacità di trattamento totale pari a 600 kton/anno di FORSU anche grazie alla collaborazione con CDP Equity per lo sviluppo congiunto di impianti Waste to Fuel, attraverso la costituzione di una società dedicata (CircularIT)».
Insomma, un protocollo di relazioni industriali che, secondo Eni ed i sindacati, aiuterà a governare la transizione energetica. In particolare «con il cambio di specializzazione di Eni che porterà il core business dell’azienda petrolifera nel 2050 alla quota di attività dell’Oil al 20% - hanno dichiarato Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil - in linea con i parametri del “Green Deal, questo protocollo è importante perché permetterà di affrontare, assieme all’azienda, questo lungo ed impegnativo cammino di cambiamento.
Il protocollo – proseguono i tre leader sindacali – si pone il comune obiettivo di condividere e governare insieme questa grande sfida attraverso un modello partecipativo, anticipativo ed inclusivo che guarda alla sostenibilità sia economica che sociale, rimettendo al centro il lavoro: unica via per rendere la transizione accettabile socialmente e propedeutica allo sviluppo dell’occupazione e del paese. Un accordo – insistono Falcinelli, Garofalo, Pirani. – che prevede il mantenimento degli attuali siti industriali e, attraverso progetti di riconversione orientati verso la sostenibilità ambientale, il loro consolidamento. Questa sfida passa attraverso una maggiore resilienza degli investimenti di Eni in Italia utili a rafforzare il sistema industriale del paese, a ridurre la dipendenza energetica, ad aumentare la competitività creando le precondizioni dello sviluppo e del benessere delle nuove generazioni. Obbiettivo – concludono - a cui devono guardare anche le istituzioni».