«Il museo della nave greca si farà a Gela. Costerà quasi 4 mln di euro. Il decreto di finanziamento c'è. Ci tenevo a dirlo e a smentire tutte le malelingue e le illazioni prive di fondamento».
Con toni trionfali, il governatore Nello Musumeci, ha annunciato lunedì scorso in conferenza stampa a Gela il ritorno della nave da Forlì, la sua esposizione in una mostra provvisoria da aprile ad agosto e il mantenimento degli "impegni assunti" con la nostra città riguardo al museo del mare.
Con lui c'erano l'assessore ai beni culturali, Alberto Samonà, il sindaco, Lucio Greco, archeologi, tecnici e funzionari regionali. Nessuno ha detto al presidente che gli impegni sottoscritti da Stato e Regione per Gela non riguardano solo i 4 milioni per l'esposizione permanente della nave. Ci sono, anzi, c'erano anche ben 37 milioni destinati all'area di crisi complessa di Gela, dirottati altrove dal governo regionale. "Musumeci anziché rilanciare questo comprensorio, insieme con quello di Termini Imerese, cui ha sottratto altri 27 milioni, ha deciso di accanirsi contro le due aree di crisi industriale per fare fronte alla necessità di reperire 140 milioni utili a coprire il bilancio pluriennale 2019-2021" - hanno denunciato più volte i deputati del M5S, Ketty Damante, Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri, il segretario provinciale del Pd nisseno, Peppe Di Cristina e il parlamentare regionale, Giuseppe Arancio.
E contro il ricorso al Tar Sicilia dei pentastellati, l'assessore alle infrastrutture, Marco Falcone, che lunedì non era a Gela, continua a smentire ogni volontà di scippo da parte del governo regionale ribadendo invece "la scelta di privilegiare i progetti esecutivi e le opere cantierabili anziché mantenere inutilizzati somme che rischiano di andare perdute". "La Sicilia e i siciliani – spiega da tempo Falcone – ci chiedono di impegnare i soldi dove realmente servono, dove cioè possono avere la più rapida ricaduta in termini di cantieri e di lavoro sul territorio". "Non appena il Comune ci fornirà le necessarie progettazioni esecutive le opere saranno finanziate come previsto”.
Ecco spiegato perché è stato salutato in pompa magna, dopo 20 anni d'attesa, il decreto di finanziamento del museo del mare, e pure con qualche tono polemico da parte di Musumeci contro i suoi oppositori critici. "Questa nave è patrimonio universale – ha detto il Governatore – e rappresenta il nostro impegno verso Gela e i gelesi". Il sindaco, Lucio Greco, lo ha ringraziato calorosamente e con una sintonia politica che a nostro avviso va al di là dei semplici doveri istituzionali e di ospitalità. "Quella di lunedì è stata una giornata importante per la nostra città - ha detto il sindaco - perché con estrema chiarezza è venuto fuori l'obiettivo della Regione, con buona pace di chi lo ha più volte messo in discussione". "Non ho mai avuto dubbi – ha proseguito, Greco – sul fatto che il governo regionale avrebbe mantenuto la parola, e sono sicuro che lo farà anche con tutti gli altri progetti che inaugureranno ufficialmente la fase post industriale". Cosa è cambiato nel giudizio del sindaco verso il biasimato Musumeci?
Che sia scoccata la freccia di Cupido di una possibile adesione al suo movimento? Lo scopriremo solo vivendo. Ma intanto c'è da prendere atto che il cammino del sindaco di Gela, dalla elezione ad oggi, è stato un avvicinamento a tappe forzate verso la destra iniziato con l'ingresso dell'Udc nella maggioranza, sancito dal divorzio "spontaneo" (provocato) col PD e dal peso politico sempre più consistente di "Diventerà Bellissima", il movimento di Musumeci, dentro la coalizione. Lunedì l'alleanza era in fibrillazione. L'entusiasmo era palese. E siccome è proprio vero che le vittorie hanno tanti padri mentre le sconfitte risultano sempre orfane, anche l'on. Michele Mancuso (zitto quando a Gela furono scippati i 37 milioni) stavolta ha voluto dire la sua e con un entusiasmo da ultrà calcistico ha diffuso un comunicato stampa col quale ha annunciato l'avvenuto finanziamento del progetto per la costruzione del museo del mare. Solo che lui parla di cinque milioni e 400 mila euro mentre il governatore Musumeci di quattro milioni circa. Farebbero bene a mettersi d'accordo prima.
La giornata è servita ad avviare anche e soprattutto il progetto di esposizione a Gela della nave arcaica che torna dalla mostra di Forlì, la cui conclusione è prevista per la fine di ottobre. Un ritorno atteso come quello di Ulisse nella sua Itaca. E infatti la mostra si richiamerà a Ulisse, all'arte, al mito". Il sindaco, Greco, l'assessore regionale ai beni culturali, Samonà, la soprintendente di Caltanissetta, Vullo, il direttore del polo museale, Gattuso, e il curatore della mostra di Forlì, Gianfranco Brunelli, faranno parte del comitato scientifico che selezioneranno i reperti, provenienti da collezioni pubbliche e private, da esporre assieme alla nave in un'area provvisoria di 400 metri quadrati individuata a Bosco Littorio, a ridosso della zona dove sorgerà il museo del mare. Ma l'esposizione del relitto completo, i cui costi saranno a carico della Regione e di sponsor, col supporto organizzativo del Comune di Gela, inizierà ad aprile del 2021 e durerà 4 mesi, fino ad agosto. C'è dunque il problema di trovare i locali idonei alla sua conservazione, a temperatura e tasso di umidità costanti in attesa dell'allestimento della mostra.
Per la cronaca, lunedì è stato detto pure che il ministero dei beni culturali ha approvato il progetto di variante del consolidamento del museo, minacciato dal rischio di crolli, e che l'importo del finanziamento è di 3,5 milioni a carico del Pon Cultura. Il direttore, Gattuso, dovrà consegnare i lavori entro dicembre.
Infine, per quanto riguarda gli scavi archeologici della necropoli di via Di Bartolo, è stato annunciato che entro la fine dell'anno avranno inizio i lavori di musealizzazione, interamente finanziati da Open Fiber per 120mila euro. I reperti saranno coperti da lastre di vetro antisfondamento e illuminati in modo da rendere la zona un museo all'aperto.