Risse, tafferugli, danneggiamenti, incendi dolosi, furti, spaccio di droga, rapine, atti vandalici...
Potremmo continuare all'infinito l'elenco di reati che si consumano giorno dopo giorno, notte dopo notte, a Gela, tanto da renderla una città sempre più invivibile.
Il grave fatto di sangue accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì (ne riferiamo in questa stessa pagina) getta l’opinione pubblico nello sgomento e nella paura. Certo, non sono più i tempi della feroce guerra di mafia, con i morti per strada, ma la qualità della vita si misura anche da questi fatti e misfatti quotidiani.
Nelle ultime settimane una scuola materna è stata devastata dai vandali quando erano trascorsi appena 15 giorni dalla sua inaugurazione al Villaggio Aldisio; i due palazzetti dello sport (PalaCossiga e PalaLivatino) sono stati resi inagibili da teppisti che hanno distrutto ogni cosa; ogni "parco giochi" dei bambini, ogni giardino, ogni panchina, reca i segni della violenza cieca e distruttrice dei barbari "made in Gela"; gruppi di picchiatori avvelenano nei fine settimana e nelle feste la movida gelese; i furti in appartamento sono così frequenti da sembrare ordinaria amministrazione, in città come nelle seconde case a mare, a Manfria come a Marina di Butera.
In contrada Tenutella Ovest sette villette sono state svaligiate in meno di una settimana. Complici anche il buio di una zona per troppo tempo dimenticata dalle amministrazioni comunali buteresi, che da 7 anni non riescono a sostituire i fili di rame rubati dai ladri nei 2 km di strada di accesso. Per chi subisce il furto è la violazione della privacy, l'oltraggio alla propria intimità, una violenza sottile, materiale e psicologica, ancora più pesante del danno ricevuto.
Anche l'economia è colpita duramente. Non parliamo del racket, da sempre spina nel fianco di commercianti e imprenditori. Ci limitiamo ai furti e ai danneggiamenti. Nelle campagne, nei casolari, nei magazzini rurali di grandi aziende rubano di tutto, interi raccolti, attrezzature e mezzi agricoli, con danni enormi. Ladri organizzatissimi, forze dell'ordine assenti. Fanno affari d'oro gli istituti di vigilanza privata, che negli ultimi tempi hanno visto crescere il numero dei loro abbonati. Mediamente il costo minimo per una famiglia è di 500 euro l'anno con la garanzia di un "passaggio" notturno di controllo e di interventi solleciti nel caso scatti il sistema di allarme che qualche istituto fornisce compreso nel prezzo.
In città si registra un teppismo dilagante in periferia come nel centro storico, un clima di violenza permanente con risse dentro e fuori gli esercizi pubblici. Il fenomeno è percepito in tutta la sua pericolosità dalla popolazione che ormai ritiene di vivere in uno stato di continua emergenza, soffocata dalla cosiddetta "criminalità comune".
E di contro un sistema di controllo del territorio assolutamente insufficiente, inadeguato alla reale portata del fenomeno criminale in crescita esponenziale. Il tutto, aggravato da una situazione di incertezza e di paura per la pandemia da Covid-19, l'aumento dei casi accertati, gli assembramenti fuori da ogni regola e il clima di anarchia regnante soprattutto tra gli adolescenti. Gela e Niscemi sono stati identificati dalle autorità sanitarie come pericolosi focolai da tenere sotto controllo.
Il prefetto Cosima Di Stani, ha perciò convocato, lunedì scorso, a Caltanissetta, il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza sollecitando polizia, carabinieri e guardia di finanza a maggiori controlli nei locali pubblici e nelle piazze, dove potranno avere la collaborazione e il sostegno dei soldati dell'esercito e in particolare dei bersaglieri del 6° reggimento di stanza a Trapani.
Soddisfatto il comandante del Reparto territoriale dei caCarabinieri di Gela, tenente colonnello Ivan Borracchia. «Con l'arrivo dei soldati a Gela e a Niscemi – spiega l'ufficiale superiore – avremo la possibilità di garantire una maggiore presenza di uomini nel controllo di un territorio molto vasto». e aggiunge: «Da giovedì possiamo inoltre disporre dei rinforzi che il nostro comando regionale ha deciso di mandarci da Palermo».
– Come arginare il vandalismo e il teppismo che dilagano in città?
«Sono fenomeni difficili da controllare dal punto di vista dell'ordine pubblico perchè, trovandoci di fronte a giovani, spesso a minorenni, sono frutto di altre problematiche più ampie, che affondano le radici nel disagio sociale, economico, morale, per la cui prevenzione e cura altri organi dello Stato e della società (famiglia, scuola, servizi sociali) sono chiamati a intervenire».
– Ma lo Stato, la società, sono attrezzati in tal senso?
«Non sempre, purtroppo...». Non resta che la repressione, che non è mai la soluzione ideale al problema, specie se l'indagato è un ragazzino. E' invece la sconfitta della politica, incapace di risolvere i problemi e di costruire un mondo migliore.