Da lunedì 18 maggio è scattata a tutti gli effetti la tanto nominata “Fase 2”. T
utte le attività hanno riaperto al pubblico e sono consentiti gli incontri tra amici ed il movimento in città senza autorizzazione. Questo, continua ad essere però, un periodo di prova, un tentativo per ritornare a vivere quella normalità che tanto ci è mancata in questi 60 giorni, chiusi tra le mura di casa. Le piccole abitudini, come ad esempio andare a bere un caffè al bar, hanno assunto un “significato” differente e le spiagge della nostra città sembrano ancora più belle del solito. Bisogna ricordarsi sempre, che l’emergenza non è terminata e che basta poco per vanificare tutti gli sforzi fatti da medici ed infermieri, eroi che giorno e notte hanno salvato vite, restando lontani a lungo dai propri cari. Sono poche, ma essenziali, le regole da seguire: è indispensabile munirsi di mascherina quando ci si trova in strada o in un luogo affollato, cercando di mantenere la distanza di sicurezza.
Mascherine utili quando si entra in qualsiasi attività, le quali per riaprire, si stanno sottoponendo a dei sacrifici enormi in termini pratici ed economici, essendo limitata la capienza a disposizione per l’accesso. Da giorno 25, toccherà alle palestre e le piscine riprendere il proprio servizio, anche in questo caso non senza problematiche, con l’obbligo di dover effettuare più turni nell’arco della giornata per soddisfare tutti i clienti, che dovranno prenotarsi con largo anticipo. Dal 3 giugno sarà possibile accedere a cinema, con una limitazione di circa del 60% sui posti a disposizione, e teatri, per i quali sono previsti norme differenti se all’aperto al chiuso.
Da evitare, quindi, gli assembramenti e le feste private, serve un atto di responsabilità, soprattutto da parte dei giovani. In città, in questi primi giorni, non sono mancate le segnalazioni, soprattutto nei luoghi principali come il Lungomare, popolato da gran parte della cittadinanza, in barba a tutte le misure cautelative sopra citate. C’è chi ancora, questa “Fase 2” non ha potuto viverla, come ad esempio coloro che per motivi di lavoro o studio, sono costretti a restare lontani dalla Sicilia, rispettando le decisioni sugli spostamenti da regione a regione.
Una regressione, renderebbe quasi impossibile un loro ritorno, mettendo in grosse difficoltà anche le rispettive famiglie. Per quanto riguarda gli studenti fuori sede, nonostante le università chiuse, sono costretti ad effettuare regolari pagamenti per il proprio alloggio. Questo, in generale, è un periodo nel quale non bisogna pensare solo a sé stessi, ma al bene comune, rispettando le norme per tutelare e tutelarsi. Solo in questo modo si può pensare di vivere meglio domani, diventando protagonisti in positivo di una battaglia, che sicuramente sarà lunga, ma vinceremo.