«È un tempo di riflessione, di studio, di incontro con le persone care. La distanza è unità: desiderio di rincontrare la nostra gente, attestandole la voglia di realizzare ciò che comanda il Signore».
Lo dice mons. Rosario Gisana (nella foto), vescovo di Piazza Armerina in una lunga lettera indirizzata alla Diocesi con la quale ribadisce come «la comunione fraterna, di cui noi siamo artefici e dispensatori, ci sorprenda in questo modo del tutto straordinario di stare vicino agli altri, pregando, accogliendo, ascoltando nel rispetto delle norme igienico-sanitarie. Non possiamo permettere, in un momento di angoscia come quello odierno, che la gente si disorienti».
«Reputo, in questa drammatica circostanza, che il nostro impegno, seppur a distanza – prosegue – incoraggi i pusillanimi, rassicuri i perseveranti, solleciti gli infingardi, redarguisca i trasgressori. Sappiamo infatti che l’unico modo per vincere questo virus silente, oltre alla preghiera offerta con animo confidente, è l’adesione responsabile ai variegati dettami che scaturiscono dalla vivida esperienza di chi è in prima linea e rischia la vita. Pensiamo soprattutto agli operatori sanitari, i nostri eroi, sosteniamoli, accogliendo quanto ci viene progressivamente indicato e accompagniamo la nostra gente con esemplare testimonianza».
In un passaggio Gisana parla del servizio della carità sostenendo che «è importante comunque far capire che gli atti di carità, anche se perseguono forme assistenzialistiche, non possono essere rimandati, soprattutto in questo momento di malessere sociale». Poi si rivolge ai consacrati impegnati nella preghiera e nel conforto spirituale perché non cedano «allo scoraggiamento e, esercitando il loro carisma, ci aiutino a sostenere il cammino di fede e speranza delle nostre comunità parrocchiali». «Non possiamo fare a meno della vostra preghiera, silenziosa e nascosta, dell’offerta della vostra vita per il Regno di Dio».
Il Vescovo ha poi espresso la sua vicinanza di padre e pastore al popolo. «Non lasciate spazio all’ipocondria e allo scoraggiamento. Stare assieme, costretti dal coronavirus, è davvero una possibilità irrepetibile che fa tornare all’amore di prima. La convivenza non sia distratta da pensieri noiosi e piuttosto solleciti la contemplazione degli sguardi, l’amabilità dei sorrisi, la festosità degli abbracci. È stupendo sentire anche la prossimità dei nostri anziani. Essi sono la memoria della nostra vita odierna, il luogo esistenziale sul quale abbiamo edificato la Donare sangue ora è più importante
L’appello degli operatori Fidas storia. Ai giovani che per la loro età soffrono incertezza e contraddizione, non devono mancare premura e vigilanza».
«A Maria Santissima delle Vittorie – chiosa Gisana – eleviamo la nostra implorazione, affinché giungano alle comunità parrocchiali e a tutti coloro che vivono il territorio della nostra Chiesa locale gioia, speranza e fiducia nella signoria del Signore».