Non c’è pace per la tanto agognata riqualificazione del porto turistico. Il dragaggio e l’allungamento del braccio di ponente restano una chimera.
Un attesa che si protrae da diversi anni oramai, per un qualcosa che francamente tra iter autorizzativo, gara ed espletamento lavori, altrove – anche in Sicilia – è stato fatto in un biennio al massimo.
L'ennesimo inciampo burocratico allunga i tempi per i lavori al Porto Rifugio di Gela. «Alla riunione svoltasi il 26 settembre presso la Protezione Civile a San Giovanni La Punta – ci spiega il segretario del Comitato Porto del Golfo di Gela, Ascanio Carpino – si era evinto che tutti i pareri regionali erano stati acquisiti e che mancavano ai fini del completamento della procedura autorizzativa, i pareri del ministero delle Infrastrutture per la valutazione dell'allungamento del braccio di ponente ed il parere del ministero dell'Ambiente per la valutazione inerente il progetto di dragaggio.
In quella sede i ministeri interessati scrivevano che c'erano stati dei ritardi e che l'iter era in corso. Ne abbiamo preso atto e considerata la situazione di emergenza che il Porto rifugio vive da tempo, come Comitato abbiamo inviato una lettera ai ministeri prima menzionati, al fine di attenzionare il più possibile la problematica. A risponderci è stato il viceministro alle Infrastrutture, il nisseno del Movimento Cinque Stelle, Giancarlo Cancelleri, il quale ci ha fatto sapere di aver contattato il Provveditorato Interregionale per la Sicilia e la Calabria, retto dal dott. Ievolella, il quale ultimo ha chiarito che permangono alcuni nodi da sciogliere sul progetto esecutivo che fanno allungare ancora i tempi, aggiornando il punto della situazione alla data del prossimo incontro in programma e cioè il 20 novembre prossimo. Altro tempo perso per lacci burocratici – ha chiosato amaramente il segretario Carpino – mentre il porto rimane insabbiato».
In effetti nella nota di risposta del viceministro al comitato gelese si legge che «facendo seguito alla conferenza dei servizi svolta in data 26 settembre, nella quale si dava atto del fatto che in data 10 settembre 2019 il Provveditorato aveva richiesto copia del progetto esecutivo e che “pertanto non esprimeva in atto alcun parere”, in data 16 ottobre si è tenuta una riunione in cui il Provveditore ha espresso diverse criticità sul progetto esecutivo per diversi aspetti: a) Il progetto si compone della previsione di un escavo e della costruzione di un “braccio” sul lato di ponente, ma manca lo sviluppo progettuale dell’opera; b) nel piano regolatore portuale non esiste la previsione della costruzione del “braccio” e l’opera di fatto non potrebbe essere realizzata.
A fronte delle criticità manifestate sul progetto esecutivo da parte del Provveditore, si è chiesto ai progettisti di integrare lo stesso entro il 20/11/19, data del prossimo incontro, suggerendo azioni finalizzate alla positiva definizione progettuale dell’opera».
La riqualificazione del porticciolo rimane dunque un miraggio e – ci ricordano altresì dal Comitato – alta deve rimanere nel frattempo la soglia dell'attenzione, affinché vengano difesi i soldi dei cittadini gelesi. E’ anche il timore di Simone Siciliano, già vicesindaco ed assessore nella giunta Messinese ed attuale segretario politico del movimento Sviluppo Democratico. In una nota stampa Siciliano invita il sindaco Lucio greco «a diffidare da chi sostiene che l'operazione di escavo temporaneo, decisa unilateralmente dall'ex presidente della Regione, trovi copertura sugli oneri di Compensazioni Eni.
Il Comune, in qualità di proponente e cofirmatario dell'accordo di Compensazione, non ha mai dato il suo assenso a tale operazione, per cui si consiglia di porre in atto tutte le verifiche del caso, onde evitare uno scippo di risorse tutte gelesi, su un'opera che al territorio non è servita a nulla. Dopo aver atteso invano, oltre 14 anni sentendo parlare del progetto della darsena commerciale, auspichiamo di non dover attenderne altrettanti, per veder rimuovere un po' di sabbia e sistemare qualche scoglio. Ci auguriamo – si legge in chiusura del comunicato – che prima o poi, in Regione, qualcuno decida con serietà di prendere in mano la situazione e risolverla».
All’inizio della nota Siciliano ha puntato decisamente l’indice contro i rappresentanti territoriali nelle assemblee elettive superiori, vale a dire «deputati, euro-parlamentari, senatori e viceministri che sembrano essersi svegliati dal letargo in cui per anni si sono adagiati», mentre si scopre che «la Regione non ha mai presentato gli atti consequenziali per l'avvio dei lavori di ripristino funzionale del porto rifugio, nonostante il progetto di escavo e il consequenziale intervento sui bracci di protezione, dal 2016 a oggi, ha subito diverse mutazioni a seconda del funzionario regionale di turno interessato della questione».