Nel mese di ottobre la Gymnastics Club spegnerà venti candeline.
Un traguardo importante per l’associazione diretta da Valter Micciché, che negli anni ha regalato alla città molteplici soddisfazioni in ambito regionale e nazionale. Ultimo importante traguardo raggiunto il successo, lo scorso anno, ai campionati nazionali di Rimini con le bimbe dalle Calze Rosse. Tutto questo nonostante la mancanza di una struttura idonea. Dopo 20 anni questa problematica, come affermato dallo stesso presidente, comincia ad essere ingiusta e soprattutto dannosa per i talenti locali.
– Quest’ anno l’associzione raggiunge un traguardo importante come i 20 anni di attività. Come è iniziato questo progetto?
«In realtà gli anni sarebbero potuti essere di più. Ho iniziato a fare ginnastica tra il 1995-1996, con i campionati studenteschi. Dopo alcuni anni, nei quali sono riuscito ad ottenere riconoscimenti di rilievo a livello provinciale e nazionale, ho notato che questo sport si poteva espandere in città. Successivamente, ho avuto accesso alle gare attraverso un’altra società e anche in questo caso il lavoro svolto ha portato i suoi frutti, a tal punto che nell’ottobre del 2000 decisi di fondare l’associazione. Il mio obiettivo, in principio era quello di soddisfare una mia esigenza, fare quello che ho sempre sognato sin da piccolo. Purtroppo ai miei tempi, non c’erano le strutture e nonostante mi fossi focalizzato su altri sport come il basket o la pallavolo, anche da docente, ho sempre avuto il bisogno di portare avanti la mia prima grande passione. Oggi, posso dire di aver fatto la scelta giusta».
– Rispetto a 20 anni fa, come è cambiata la visione della ginnastica artistica in città?
«Prima di tutto bisogna sottolineare come nel corso degli anni la disciplina si sia evoluta nelle tecniche e modalità di allenamento. Man mano che si va avanti, è importante alzare il livello e questo perfezionamento ci ha portato ad essere una realtà molto presente nel territorio. Posso dire che nei primi 5 anni giravo per la città, cercando di far conoscere la ginnastica artistica, ma spesso i tentativi risultavano vani. La gente si avvicinava più per curiosità o perché il professore giovane cercava atleti. Sono partito con 5 bambine e piano piano, passo dopo passo, il numero di iscritti è aumentato. Oggi, la ginnastica artistica è uno degli sport maggiormente considerati a livello locale. Fino a qualche tempo fa era difficile, quasi impossibile, sentir dire ad una bambina o bambino di voler praticare questo sport, preferendo una disciplina come il calcio o basket. Sotto questo aspetto, siamo stati aiutati anche dall’utilizzo della tecnologia, che permettere di guardare video interessanti di esibizioni».
– Quale è la più grande soddisfazione che hai ottenuto in questi anni?
«Trovarne una sola è difficile. In una gara internazionale abbiamo ottenuto il terzo posto superando la Russia. La mia più grande soddisfazione, però, è quando un bambino corre dicendomi di esser riuscito a compiere un esercizio che prima non riusciva a svolgere. Sono parole che riempiono il cuore, utili anche a capire il buon lavoro svolto».
– Negli ultimi tempi la Gymnastics Club ha ottenuto lodevoli risultati con le bimbe dalle Calze Rosse. Te li saresti aspettati?
«Prima di parlare dei risultati, voglio raccontare una breve storia. Due anni fa la direttrice tecnica regionale fece partire un progetto chiamato “Mini Gold” chiedendo alle società di portare 6 bambine per testare dei programmi. Io, come sempre, in tutte le novità mi ci tuffo e dopo un anno si sono visti dei grandi risultati. Parlando delle bambine, al secondo tentativo, con un sodo lavoro, sono riuscite ad ottenere il titolo nazionale. Ovviamente io ed il mio staff ci riteniamo molto soddisfatti, considerando anche la loro giovane età».
– Quali sono i programmi futuri dell’associazione?
«Stiamo programmando la nuova stagione. Ci stiamo proiettando al saggio finale nel quale vorremo riproporre tutte le coreografie principali di questi 20 anni, con i ragazzi di oggi»