A Erika Spatola il Premio Le Supplici di Eschilo

A Erika Spatola il Premio Le Supplici di Eschilo

Giovedì scorso, presso il museo Eschilo, si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso nazionale su " Le Supplici" di Eschilo.

Il concorso, giunto alla XX edizione, è promosso dall’Istituto Dramma Antico Eschilo (I.D.A.E.) e sponsorizzato da alcune associazioni e club del territorio: i Templari, la Fidapa e il Kiwanis.

Ha presieduto la cerimonia il dott. Giuseppe Abbate. Presenti, il presidente I.D.A.E. professore Giorgio Romano, il presidente Kiwanis Giuseppe Pace, il presidente Fidapa Elsa Aparo, il Gran Siniscalco generale Giuseppe Vitale e la professoressa Olimpia Messina. Tra gli ospiti, il capitano della Guardia di Finanza Giuseppe Gradillo e la guardiamarina Luigina Grandioso.

I diciotto partecipanti al concorso, provenienti da diverse città italiane, hanno presentato degli elaborati sulla tragedia di Eschilo, che a distanza di 2500 anni, risulta ancora attuale. Ritroviamo temi molto importanti: l’ospitalità e la condotta/il comportamento dell’uomo nei confronti della donna.
Dopo i saluti di rito da parte del dott. Abbate, è intervenuta Elsa Aparo. «Le Supplici – ha detto – è sicuramente una delle più belle tragedie greche, incredibilmente moderna. Gli elaborati sono tutti di ottimo livello, qualcuno eccellente. Leggerli è stato veramente un piacere».

«Oggi non si fa altro che parlare di accoglienza/rifiuto, di migranti. Sembra che sia diventato il primo problema dell’Italia. Forse, ci vorranno altri 2500 anni – ha aggiunto Giuseppe Vitale – per riuscire a trovare una soluzione».

«L’attualità del pensiero – ha detto Giuseppe Pace – ci fa capire che, in fondo, la natura dell’uomo non è cambiata per niente. Oggi, Lampedusa rappresenta il recinto dove le spose possono trovare asilo, solo che quel recinto dava la certezza dell’asilo, Lampedusa non dà questa certezza, perché le situazioni sono diverse, le norme sono cambiate. Gela ha tanto bisogno di cultura e di bellezza. L’ignoranza è il male assoluto della nostra società. Solo la cultura può salvarla».

ll professore Romano, nel suo intervento, ha ripercorso i momenti più importanti della vita di Eschilo, il pensiero filosofico e la sua morte. «Abbiamo avuto la fortuna di avere Eschilo a Gela. É morto qui. Dovremmo essere orgogliosi e fieri. Purtroppo, viene ignorato. Potrebbe essere l’elemento trainante per la vita di Gela, solo che i politici non si curano di questo gioiello che abbiamo. Questo museo di fotografie su Eschilo – ha affermato – è esclusivo, unico al mondo, perché parla dei misteri Eleusini; i cibi al tempo di Eschilo a Gela; le battaglie: Maratona, Salamina, Platea; Eschilo combattente; Artemisia: una donna a capo della flotta Persiana. Eschilo è stato uno dei più grandi tragediografi di tutti i tempi».
«Le Supplici – ha proseguito la professoressa Messina – è la tragedia a cui noi assistiamo tutti i giorni. Il nostro mare Mediterraneo è teatro di morte, di gente che scappa dalle guerre, dalla violenza, che chiede ospitalità, che va alla ricerca di un futuro migliore».

Le Supplici, considerata la più antica tragedia di Eschilo, sono delle donne, figlie di Danao. Scappano perché non vogliono sposare i loro cugini. Si ribellano alla supremazia maschile e fuggono presso Argo, in Grecia, a chiedere asilo al re Pelasgo. Il sovrano, chiede ai suoi cittadini se accogliere questa richiesta. I cittadini accettano di ospitarle. Pelasgo appare come il re illuminato e democratico. Anche se queste donne erano diverse dalle donne greche, non vengono respinte. Nessuno pensa di cacciarle via. Non solo vengono accolte, ma anche protette.

«Queste donne – ha aggiunto la professoressa Messina – seppur appartengono ad un periodo così distante da noi, si ribellano alla violenza. Quante donne, ancora oggi, sono costrette a sottostare al volere del maschio: marito, padre, fratello, datore di lavoro, chiunque pensa di poter usare la donna e di poter fare quello che vuole. La tragedia insegna che, bisogna ribellarsi. L’ignoranza genera violenza. Stiamo regredendo, assistiamo ad una decadenza dei valori. Pensiamo di aver fatto passi avanti, invece! Dovremmo riflettere su questo».

Dopo gli interventi, si è passati alla premiazione. Prima classificata Erika Spatola (nella foto, mentre viene premiata dalla profssa Olimpia Messina) del Liceo Classico di Niscemi; seconda classificata Laura Benatti di Como; terza classificata è Giulia Vicari di Enna. La vincitrice ha così commentato il premio: ««Per me è una grande emozione ricevere questo riconoscimento. È stata una bella esperienza. Ringrazio la professoressa Rossella Messina per avermi aiutata in questo lavoro».

Attestati di partecipazione sono stati consegnati agli ospiti dagli organizzatori.
La cerimonia si è conclusa con l’intervento del comandante Giuseppe Gradillo. «Questo concorso ha abbracciato nord e sud. È molto importante perché rilancia la cultura classica e la cultura in generale. Gianbattista Vico parlava di corsi e ricorsi storici. E la storia effettivamente si ripete. Come si ripete la tragedia delle Supplici con i migranti oggi».