Che il Comune di Gela non sia mai stato puntuale a pagare i suoi debiti verso i privati cittadini è cosa risaputa, ma che non tenesse fede neanche agli impegni presi e concordati con i suoi creditori può essere capitato di rado, con conseguenze in questi casi che possono rivelarsi dannose per le già vuote casse comunali.
La vicenda che ci è stata segnalata e che raccontiamo riguarda un credito che alcuni cittadini vantano nei confronti dell’amministrazione comunale, così come riconosciuto con sentenza esecutiva del Tribunale di Gela n. 581 del 2014. Una somma di 667 mila euro circa – mica bruscolini – dovuta per occupazione illegittima di uno stacco di terreno interessato alla costruzione del complesso parrocchiale San Sebastiano Martire.
Il debito, oltre che acclarato in via giudiziaria, era stato riconosciuto come “fuori bilancio” dal Consiglio comunale, con delibera n. 236 del 14 dicembre 2016.
Con gli aventi titolo al risarcimento, viste le difficoltà del Comune a pagare in un’unica soluzione un debito così consistente, era stato concordato un piano di rientro con rate trimestrali, l’ultima della quale, con scadenza gennaio 2019, non è stata pagata. Tale inadempienza ha già provocato una diffida legale, con preavviso di rimettere in discussione lo stesso piano di rientro; il che metterebbe in una grave situazione il Comune che sappiamo non naviga nell’oro.
Da quello che riferiscono, i creditori si sarebbero recati giorni fa negli uffici finanziari del municipio per chiedere notizie e spiegazioni. Dicono di aver trovato un muro di gomma e un atteggiamento a dir poco scortese. La diffida legale è già partita. Se ne sta occupando l’avv. Angelo Cassarino. Cinque giorni di tempo per pagare, «pena la decadenza del piano di rateizzazione, con specifica richiesta di estinzione dell’intero debito, e di ulteriori risarcimenti».