In meno di un’ora il Consiglio comunale ha approvato, in seconda convocazione, il rendiconto consuntivo 2021, così come chiedevano Corte dei Conti, Collegio dei revisori e Commissario ad acta.
Bastavano dieci voti e sono puntualmente arrivati, grazie agli otto consiglieri a sostegno del sindaco, a cui si sono aggiunti come previsto i due consiglieri di Una buona idea, Faraci e Sincero.
L’atto è passato ma con non poche riserve e perplessità, manifestamente espresse nel dibattito prima del voto dai due consiglieri civici ed in qualche modo rappresentate anche dalle due astensioni in sede di votazione, provenienti dagli autonomisti Guastella e Caci.
Soprattutto, i due consiglieri di Una buona idea e la consigliera di Un’altra Gela, Marina Greco, hanno subito dopo abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale e di fatto non consentendo di poter votare l’adesione al piano di pre-dissesto. Decisivo dunque l’apporto di Una buona idea che funge da ago della bilancia. Un apporto che verosimilmente sarà decisivo anche per gli atti finanziari successivi. Lo si è visto immediatamente dopo sull’adesione al pre-dissesto.
Ne consegue che il movimento dell’ex vicesindaco, Terenzano Di Stefano (nella foto) non può continuare a stare con un piede dentro ed un piede fuori, fino al termine del mandato, in una formula ibrida ed ambigua – dicono di essere opposizione ma poi da mesi sugli atti importanti votano in linea con i pro Greco – che rischia fortemente di non essere compresa dall’opinione pubblica.
Francamente, sfugge il vantaggio politico di tenere, nella situazione contingente, nella graticola sindaco ed amministrazione. A che pro? Solo per vantarsi? Anzi, se poi puntualmente approvi gli atti essenziali per Greco ed i suoi, agendo ovviamente nell’interesse della città, il rischio semmai è quello di passare, in concreto e per quel che ti rimane in mano alla fine della fiera, solo per gli “utili idioti” di turno. Un loro ritorno in giunta, anche all’interno di un rimpasto delle deleghe, per dirla tutta, avrebbe molto più senso.
Ma entreremmo in un contesto in cui la responsabilità si misura in una concezione della politica come scienza. I politici gelesi, invece, amano essere creativi e la responsabilità la misurano in una concezione della politica come arte. Insomma, roba per pochi “eletti”.