Il già assessore e più volte consigliere comunale, Totò D’Ama (nella foto), interviene nel dibattito politico con una nota stampa che, prendendo spunto dall’analisi del «compagno Paolo Cafà» di Sinistra italiana e del movimento/laboratorio “PeR”, ne accoglie i propositi unitari per un «fronte progressista» realmente alternativo a quella che D’Arma, volutamente, definisce «destra-centro».
L’esponente del Partito comunista italiano, parte dal presupposto che «la concretizzazione di un progetto unitario progressista, non può non avere come punto di riferimento il Partito democratico», a cui D’arma rivolge l’auspicio verso una ritrovata «unità interna», utile a «sprigionare le notevoli risorse umane» che del Pd fanno parte.
Un «polo progressista – continua – che sappia recuperare il rapporto con il mondo del lavoro, le ataviche esigenze del territorio sul piano sociale, sul piano dei servizi e sul piano progettuale, in una città che sta morendo».
Un fronte unito «in cui – ammonisce D’Arma – tutte le forze politiche che si aggregano attorno un programma chiaro e condiviso, possano partecipare con pari dignità». Rispetto a ciò, «le autocandidature, se pur legittime sul piano personale, stridono ed inficiano premesse, percorso ed obiettivi», mentre a prevalere dev’essere «il buon senso – conclude – nell’interesse di Gela».