Il Movimento "Una buona idea", in merito alla vicenda del porto rifugio di Gela ha espresso la sua contrarietà a nuove strategie progettuali che – a suo dire – "riporterebbero indietro di oltre 20 anni il lavoro fin ora svolto".
I progetto – scrive in una nota stampa – "fu seguito passo dopo passo fino all'avvio dell'istruttoria presso i ministeri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e del ministero delle attività culturali e del turismo". Nella stessa nota si rileva che "l’avvio fu consentito anche grazie allo stanziamento obbligatorio di circa 60 mila euro, ottenendo dopo ben 7 anni, nel 2015, tutti i pareri ministeriali e regionali".
E qui la stoccata all'attuale amministrazione comunale, che "senza averne titolo, riparte da zero con un master plan presentato il 21 dicembre 2017, scelta che riporterebbe indietro anziché proseguire sul lavoro fin qui svolto, farebbe aumentare solo la spesa complessiva, facendola gravare sul capitolo delle compensazioni Eni, il cui fine dovrebbe essere tutt'altro".
Per il movimento Una Buona Idea, l'unica strada percorribile, "tra l'altro ripresa nei giorni scorsi dall'assessore regionale Marco Falcone, su richiesta del consigliere Totò Sammito, è quella di completare gli ultimi incartamenti e passarlo al vaglio della commissione regionale per poi, una volta ottenuto anche il risultato del campionamento della caratterizzazione della sabbia, definire la gara con U.r.e.g.a. La somma di 67 milioni di euro utile per il primo stralcio funzionale non deve spaventare nessuno".
"Tali somme – scrive infine il Movimento – sono già previste dal Programma Operativo Fesr Sicilia 2014-2020". La nota si conclude con l'auspicio che "l’amministrazione comunale riveda il suo percorso e collabori fattivamente alla riuscita dell’unico reale progetto ad oggi esistente".