Patto per il Sud, tornano a ballare i 33 mln stanziati per Gela

Patto per il Sud, tornano a ballare i 33 mln stanziati per Gela

Sei mesi dopo la delibera di giunta regionale che definanziava le aree di crisi complessa di Termini Imerese e Gela di ben 48 milioni complessivi, di cui 15 milioni a Termini e 33 milioni a Gela, la commissione bilancio all'Ars, riunitasi questo mercoledì, ha dato parere positivo, confermando quello che il Movimento 5 Stelle, accanto larghissima parte dell’opinione pubblica gelese, non esita a definire un vero e proprio "scippo".

Al netto di quest’ultima definizione e delle dichiarazioni politiche che seguiranno, quanto successo all’ars in commissione bilancio merita alcune considerazioni a cui non ci si può sottrarre.
Innanzitutto, l’assessore regionale, on. Mimmo Turano (nella foto), che è un politico, non un tecnico, potrà avere anche ragione nell’arroccarsi attorno al significato letterale e tecnico del termine ed argomentare che non c’è alcun “definanziamento” in atto, ma il punto per i gelesi è un altro.

Quei finanziamenti erano stati comunque destinati a Gela ed il governo regionale li ha “dirottati” altrove perché i progetti non erano esecutivi, non cantierabili e quindi si rischiava di perdere comunque, quei fondi. Ma se nel dirottarli altrove, vengono destinati per progetti parimenti ancora non esecutivi e non cantierabili, la ratio del dirottamento viene miseramente a mancare. In questi termini, tale dirottamento o definanziamento che sia, a prescindere da come lo si chiami, non regge.

Già solo questo, in secondo luogo, rappresentava a nostro avviso una motivazione “politica”, ben più che valida, per giustificare il ricorso dell’amministrazione Greco al Tribunale amministrativo regionale. Ma si è deciso per un ricorso al presidente della regione col rischio di allungare i tempi tanto da far dire ai grillini che il “vero” ricorso è il loro.

Tutto questo per privilegiare un confronto politico con la regione nel quale è rientrato anche l’accordo con l’Udc che ha visto il partito dell’on. Turano allargare la maggioranza consiliare in città con il consigliere Incardona e l’ingresso nella giunta Greco con l’assessore Giordano, un “tecnico” al bilancio, tributi e finanziamenti europei. Il processo alle intenzioni è un qualcosa che non ci affascina ma ad oggi quali risultati ha prodotto tale confronto politico?

Chi si aspettava una revoca della delibera di giunta può continuare a sognarlo. Al contrario, c’è ora un parere favorevole della commissione bilancio a cui potrebbe benissimo seguire una nuova delibera di giunta con lo stesso contenuto della precedente, ma con un parere adesso antecedente e non posteriore come prevede la normativa regionale.

Il rischio c’è ed il timore è fondato. Il voto in commissione, del resto, non può essere “politicamente” sottovalutato ed offre lo spunto, infine, per una terza ed ultima considerazione. Si rimproverava unanimemente all’ex primo cittadino Messinese, primo ed unico sindaco sfiduciato nella storia repubblicana di Gela, di non avere alcun referente in consiglio comunale così come ai livelli superiori, a Palermo come a Roma. Il suo successore ed attuale primo cittadino, Lucio Greco, gode di una maggioranza ampia in consiglio comunale e dovrebbe, di conseguenza, godere di una certa copertura politica ai livelli superiori.

Ma se andiamo ad analizzare il voto in commissione, Forza Italia con il presidente di commissione Riccardo Savona e soprattutto il vice presidente di commissione e deputato regionale del collegio, Michele Mancuso, votano favorevolmente. Idem la componente in quota Udc, Maria Anna Caronia. Ed il Pd? Si astiene. Altro che copertura politica. No, caro sindaco, i conti non tornano.

Ciò premesso, torniamo al dunque. Il governo regionale guidato da Nello Musumeci sottrae «con una delibera di giunta, peraltro a nostro parere illegittima, i soldi destinati alle aree di crisi complessa – affermano il componente grillino della commissione bilancio Luigi Sunseri e la collega pentastellata deputata regionale gelese Ketty Damante – per dirottarli in altri territori probabilmente a lui politicamente più cari. Oggi abbiamo assistito in commissione bilancio all’ennesimo atto scellerato di cui il governo regionale dovrà rispondere al Tar oltre che ovviamente ai cittadini».

La Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana era tornata a riunirsi per dare parere alla delibera di giunta regionale numero 389 dell’1 novembre 2019, sopra citata: «in pratica – spiega Sunseri – la Regione toglie soldi ai Comuni perché pare che non fossero presenti progetti immediatamente cantierabili. Peccato che alcuni di questi progetti avrebbero dovuto essere redatti proprio da due enti regionali quali Irsap e Protezione Civile.

Insomma la Regione punisce i cittadini per ritardi ascrivibili proprio a responsabilità della Regione. Inoltre risulta assolutamente incredibile come Musumeci e soci chiedano il parere alla commissione di merito dell’Ars sei mesi dopo aver adottato la delibera e non prima come previsto dalla legge. Di questo dovranno rispondere ai giudici del Tribunale amministrativo regionale. Chiediamo che il governo Musumeci garantisca le somme ai comuni di Termini Imerese e Gela».

A seguire la gelese Damante: «è ormai chiaro ­– sottolinea – che questo governo non ha ad oggi nessun progetto o impegno politico per le due aree di crisi complessa siciliane di Gela e Termini Imerese. In sostanza Musumeci invece di risolvere i problemi del nostro territorio rimuove le somme stanziate per la riqualificazione e la riconversione. Una scelta tecnica e politica inqualificabile». Da noi contattata, l'on. Damante che era presente in sostituzione di un suo collega di movimento componente della commissione, aggiunge: «è come se per il governo e per la maggioranza, Gela e Termini non siano più aree di crisi complessa.

A differenza di altri, noi del movimento 5 stelle abbiamo presentato ricorso al Tar nei termini previsti, ossia entro il 30 dicembre dello scorso anno, giacchè la delibera è stata emanata l'1 novembre. Non solo, durante la seduta abbiamo dovuto ribadire con fermezza la nostra posizione – conclude – declinando l'invito rivoltoci dalla maggioranza a ritirare il ricorso».

Oltre a puntare il dito contro governo regionale e maggioranza all'ars, una pizzicata viene data anche all'amministrazione. Per "altri" s'intende il sindaco di Gela, Lucio Greco, che aveva dato incarico legale all'avv. Rubino con apposita delibera a ridosso della scadenza dei 60 giorni per il ricorso al Tar, per poi virare sul ricorso straordinario al presidente della regione, che se da un lato ha termini più lunghi per la presentazione, vale a dire 120 giorni, dall'altro lunghi sono di solito i tempi per il giudizio da parte del Cga, con un parere che viene poi ratificato dal presidente della regione. Insomma, che l'amministrazione abbia scelto la via del confronto politico, prima dello scontro innanzi al giudice amministrativo, non lo nasconde l'assessore al ramo, Ivan Liardi.

«Non è successo sostanzialmente nulla di diverso – replica seccamente l'assessore ai lavori pubblici – rispetto a prima di questa seduta alla commissione bilancio all'ars, in quanto trattasi di parere obbligatorio ma non vincolante e, soprattutto, di un parere che doveva essere dato prima e non dopo la delibera di giunta dell'1 novembre. Quindi il difetto esiste ancora e per il quale abbiamo presentato ricorso straordinario. Ma c'è un confronto politico con la regione – prosegue Liardi – a cui non vogliamo aprioristicamente rinunciare, prima di far spazio, qualora fosse davvero inevitabile, al ricorso. Peraltro le anticipazioni del'on. Mancuso su un atto di risoluzione con cui la commissione impegnerà il governo a finanziare questi progetti, unitamente alle dichiarazioni tutt'altro che di chiusura espresse in commissione dall'on. Turano, lasciano ancora una porta aperta a risolvere la questione sul piano politico.

Altro sarebbe il discorso – avverte sempre Liardi – qualora dovesse seguire a questo parere una nuova ed ulteriore delibera di giunta che dovesse invece confermare il definanziamento. A noi interessa andare avanti - conclude - con i tre progetti affinché siano esecutivi e cantierabili in vista del termine ultimo del patto per il sud che ricordo a tutti è il 31 dicembre 2021. C'è un'interlocuzione che va avanti con la società Sport e Salute del Coni per la progettazione e realizzazione dello stadio a Marchitello; una condivisione di idee che fa progressi sull'orto pasqualello mentre il progetto “una via a tre piazze è già diventato esecutivo da un mesetto a questa parte».

I toni si fanno ancora più distensivi quando contattiamo il segretario cittadino e capogruppo consiliare Udc, Totò Incardona: «relativamente al patto per il sud, le strumentalizzazioni dell’ultima ora – puntualizza – sono semplicemente inaccettabili. C’è un accordo politico che rimane immutato tra il governo regionale, rappresentato da Mimmo Turano e la giunta Greco. Il nostro accordo – continua Incardona – non viene messo per nulla in discussione e lo dimostrano sia l’interlocuzione sulla proroga dei centoventi giorni per la presentazione dei progetti da finanziare, che l’introduzione di Gela all’interno delle Zes, nonché il recente protocollo di intesa, firmato proprio dall’assessore Mimmo Turano lo scorso 28 marzo, che va a rafforzare i fondi destinati alle aree di crisi complessa, a cominciare proprio da Gela. Chi grida allo scandalo oggi lo fa sapendo di non dire la verità. La città va rassicurata.

Poco o meglio nulla è cambiato dalla delibera del novembre 2019. L’assessore Turano ha sempre detto, e lo ha ribadito facendolo persino verbalizzare in commissione bilancio Ars, che i progetti cantierabili che il comune di Gela presenterà, verranno regolarmente finanziati. E vi è di più – aggiunge l'esponente dello scudo crociato – nell’ottica di collaborazione proprio con l'amministrazione cittadina, l’assessore Turano sta cercando di far entrare in moto l’ufficio tecnico della regione, che vada in ausilio al quello del comune. Quindi, nulla è perso – chiosa Incardona – e gli accordi presi, saranno rispettati».