Egregio Direttore,
l’autore dell’articolo sui traditori di Gela incorre per quanto mi riguarda in tre macroscopici errori. Sono stato schierato e mi sono battuto per l’autonomia dell’allora provincia del Calatino subito dopo l’approvazione della l.r. 9 del 1986.
Allora aderì, con delibera consiliare, il Comune di Niscemi oltre a vari altri Comuni, ma non si raggiunse il numero minimo di abitanti. Mi battei all’Ars per abbassare la soglia minima. Feci lo sciopero della fame dopo la morte, per melanoma, del mio amico Rocco Celona e organizzai una grande manifestazione contro l’inquinamento dinnanzi la raffineria ottenendo la messa in sicurezza del cumulo di petcoke e poi promossi l’accordo Regione-Eni con ricadute vantaggiose per la città.
Organizzammo sulla Catania-Gela un sit-in di protesta, io allora presidente della Provincia, e Collura idem il giorno 8 gennaio 2005 e l’Anas stanziò risorse per realizzare e realizzò rotatorie di sicurezza e guard-rail; imposi sul tratto di mia competenza sistemi di controllo rigorosissimi sulla velocità che ridussero drasticamente gli incidenti.
Da Presidente depositai un ddl per i liberi consorzi che consentiva di costituire consorzi di piccole dimensioni, ma senza aggravio di costi.
La invito a pubblicare la mia rettifica per onorare la verità dei fatti.
Grazie. Raffaele Lombardo
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Risponde Filippo Guzzardi)
Prendiamo atto delle precisazioni dell’ex presidente della Regione e prima ancora della Provincia di Catania, dott. Raffaele Lombardo. Precisazioni che però meritano una breve puntualizzazione.
Vero è che Lombardo si batté “per l’autonomia dell’allora provincia del Calatino”, che non era però la Provincia di Gela, la cui aspirazione e il percorso per la sua istituzione vennero penalizzati proprio dalla concorrenza dei Calatini. E infatti, solo dopo il fallimento del loro autonomo tentativo ci fu la sterzata in favore della compromissoria istituzione di una nuova provincia da denominarsi “Caltagela”. Risultato? né l’una né l’altra!
Sorvoliamo sul resto (messa in sicurezza della Catania-Gela e rapporti con Eni) di cui non c’è cenno nell’articolo “incriminato”.
La cosa che magari ci sentiamo di rettificare e che riguarda il presidente Lombardo è il termine forte di “traditore” che abbiamo utilizzato nel titolo (leggerezza redazionale!?). Magari sarebbe stato più appropriato il termine “nemico”, o per essere benevoli, “non amico”. (f.g.)