Lunedì 13 maggio Gela si sveglierà con un nuovo sindaco. Proclamata la sua elezione verranno eletti anche i 24 consiglieri comunali ed il primo cittadino ufficializzerà definitivamente la sua Giunta.
La coalizione a sostegno del nuovo vertice municipale, sia nel caso di elezione di Spata (foto a destra) che di Greco (foto a sinistra), otterrà il premio di maggioranza e già questa è una novità sostanziale, di non poco conto, rispetto ai suoi ultimi predecessori (non solo Messinese, ma anche Fasulo ed il primo governo Crocetta erano senza maggioranza precostituita all'indomani del voto), nell'ottica più generale del tanto auspicato cambiamento.
Ciò eviterà l'esito schizofrenico del voto di quattro anni fa, allorchè il candidato grillino stravinse la corsa al Sindaco, ritrovandosi però in Consiglio comunale con soli 5 eletti del Movimento 5 Stelle. Il tutto fu acuito solo 6 mesi dopo con l'espulsione di Messinese dal movimento pentastellato, che lo condusse in un viatico sempre più impervio mese dopo mese, fino a vedere tramutato il percorso in una strada senza uscita culminata con la prima sfiducia di un sindaco nella storia repubblicana di questa città.
Ma anche questa volta come allora, lo scenario del consenso elettorale rimane alquanto enigmatico. Quasi improbo avventurarsi in un pronostico basato su valide e serie argomentazioni. Il gelese darà a Greco quella chance che non seppe dargli del tutto quattro anni fa, allorquando con un paio di liste, di cui una debolissima, l'avvocato gelese giunse solo a sfiorare il ballottaggio?
Oppure gli preferirà la freschezza anagrafica del più giovane Spata individuando la svolta in un ricambio e rinnovamento generazionale? Tutte le risposte a questi ed altri quesiti le conosceremo sin dalle primissime ore di lunedì prossimo.
Ciò che già sappiamo è il difficilissimo compito che si troverà davanti chi dei due, con le rispettive compagini a sostegno, sarà incaricato dalle urne a governare un territorio che vive una fase della sua storia a dir poco travagliata e complicata.
Dalle promesse si dovrà passare ai fatti nel volgere di un progredire da una pagina all'altra in un libro tutto da riscrivere.
A Gela cose elementari rimangono irrisolte e puntualmente si trasformano in emergenze, come quella attuale relativa al decoro urbano. Gela è una città visibilmente sporca ed occorre un'opera straordinaria di pulizia ad iniziare dalle spiagge, considerando l'incorrere della stagione estiva.
E se il Commissario Arena ha aumentato la Tari, il prossimo sindaco dovrà contenerne l'evasione che è già al 35%. Pensare che questo 35% che non paga la Tari si preoccupi di differenziare bene è una sciocchezza mentre la premialità può rivelarsi un utile correttivo ed al tempo stesso un valido deterrente perché il cittadino, da sempre e di questi tempi, è molto sensibile alla tasca.
Altra emergenza è relativa alle strutture sportive chiuse con lo Stadio Presti ed il PalaCossiga in testa. Il nuovo sindaco si troverà a gestire la patata bollente della squadra di calcio la cui dirigenza ha minacciato ripetutamente di voler abbandonare. E la sicurezza in tutto il perimetro urbano, come nelle campagne, continua ad essere emergenza da anni, tanto da far apparire l'auto o il garage bruciato ogni notte, oramai come un qualcosa con cui bisogna convivere. Come il non avere un'erogazione idrica h24 e pagare in bolletta l'acqua potabile ma non bevibile, per poi comprarla imbottgliata presso l'esercente privato.
Ma è nella visione futura di questa città che Sindaco, Giunta, maggioranza ed opposizioni, sono chiamate ad un senso di responsabilità, con il dialogo tra queste componenti che deve emergere con nettezza e che è invece mancato nell'ultima esperienza amministrativa. Gela ha diverse vocazioni, da quella industriale a quella turistica, passando attraverso quella agricola, portuale e storico-archeologica. Tutte possono e – perché no – devono essere alimentate e benissimo convivere.