All’alba di oggi, a Gela, Palermo e Prato, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caltanissetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica nissena, a carico di tre soggetti ritenuti responsabili – in concorso tra loro e con una quarta persona allo stato non identificata – del reato di omicidio volontario aggravato anche avvalendosi del metodo mafioso. Il provvedimento restrittivo scaturisce da una articolata attività di indagine, avviata nel dicembre 2015 dalla Sezione Operativa del Reparto Territoriale Carabinieri di Gela, i cui esiti hanno permesso di comprovare come Nicola Liardo, (a destra nel riquadro della foto) gelese 45enne ed il figlio Giuseppe Liardo, gelese di 22 anni, nel mese di dicembre del 2015 abbiano deciso la morte del tassista Domenico Sequino (a sinistra nel riquadro della foto), incaricando il 29enne pregiudicato gelese Salvatore Raniolo (a destra nel riquadro della foto), detto “Tony”, genero di Nicola Liardo e cognato di Giuseppe Liardo, di commettere l’omicidio. |
La sera del 17 dicembre 2015 nel comune di Gela, alle ore 19.45 circa, in piazza Umberto I, veniva ucciso a colpi di arma da fuoco Domenico Sequino, nato a Gela l’8 marzo 1959, ritenuto già intraneo al clan mafioso dei Rinzivillo ed arrestato nel 2006 per il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso, nell’ambito dell’operazione denominata “Tagli pregiati”. Il Sequino veniva attinto da cinque colpi di arma da fuoco sparatigli alla schiena da un commando composto da due soggetti giunti a bordo di uno scooter Honda SH 150 di colore grigio. |
I Carabinieri intervenuti subito sul posto svolgevano i primi accertamenti urgenti rinvenendo 6 bossoli cal. 7,65 e procedevano a visionare le immagini registrate dalle numerose telecamere presenti in quella zona, ricostruendo il percorso fatto dagli autori del reato per giungere al luogo del delitto e per allontanarsene. Determinanti ai fini dell’individuazione degli autori del reato sono stati gli esiti delle indagine già condotte dai Carabinieri di Gela – anche attraverso lo svolgimento di attività tecnica - nei confronti del gruppo riconducibile a Nicola Liardo dedito al traffico di stupefacenti nell’ambito dell’operazione denominata “Donne d’onore”. Nicola Liardo in quei mesi detenuto, infatti, era alla ricerca di denaro necessario tanto a far fronte alle esigenze di vita della propria famiglia, quanto ad avviare il traffico di droga che stava organizzando dal carcere insieme al figlio Giuseppe, al genero Salvatore Raniolo, inteso Tony, alla moglie e alla figlia, attraverso l’acquisto di stupefacente da fornitori catanesi. In tale contesto i Liardo, verosimilmente, intendevano rientrare subito in possesso del denaro che qualche tempo prima avevano consegnato a Domenico Sequino, affinché questi lo riciclasse mediante operazioni bancarie e iniziative imprenditoriali portate avanti in Lombardia da membri della famiglia mafiosa dei Rinzivillo. Inoltre, in tempi più recenti le indagini accertavano che Sequino si era intromesso negli affari illeciti dei Liardo, prendendo le difese, nel corso di un acceso confronto verbale con Giuseppe Liardo, di un noto imprenditore gelese, sottoposto ad estorsione dai membri dello stesso gruppo. E’ questo il contesto nel quale si inserisce la volontà di Nicola e Giuseppe Liardo di decretare la morte del Sequino, incaricando dell’esecuzione il congiunto Salvatore ed un complice allo stato ancora non identificato. Le indagini condotte dai Carabinieri hanno accertato che Nicola Liardo, mentre era sottoposto alla misura cautelare in carcere, ha ideato l’omicidio di Domenico Sequino, unitamente al figlio Giuseppe, nel corso dei colloqui che i due svolgevano presso il cui luogo di detenzione di Nicola Liardo, coinvolgendo nell’esecuzione il congiunto Salvatore Raniolo. Rilevante per la ricostruzione del fatto è stato anche il contributo fornito dalle emergenze investigative dell’attività tecnica svolta dalla Squadra Mobile di Caltanissetta nell’ambito del procedimento penale n. 3269/2015 RGNR prendente presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta (c.d. Operazione Extra fines). |
I Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Gela hanno, quindi, proceduto alla notifica dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Caltanissetta nei confronti di Nicola Liardo, nato a Gela (CL) il 18.02.1974 e di Giuseppe Liardo, nato a Gela (CL) il 29.07.1997, entrambi già detenuti per altra causa, nonché hanno tradotto in carcere in forza del medesimo titolo Salvatore Raniolo, detto Tony, nato a Gela il 16.05.990, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in seno ad altro procedimento penale. (fonte: Comando provinciale Carabinieri di Caltanissetta) |