Dopo quello che aveva mandato in fumo il Bar Loris, a Caposoprano, finisce nella rete della giustizia anche il presunto incendiario del Bar Belvedere. Si tratta di Vittorio Comes. A inchiodarlo sono stati gli spezzoni di video che le forze dell'ordine, coordinate dal procuratore capo Fernando Asaro, hanno potuto rilevare dalle telecamere sparse nella zona adiacente. La chiave apri pista è stata la macchina con la quale il Comes ha raggiunto il luogo dell'attentato. Questa è stata vista transitare più volte davanti al Bar Belvedere prima che venisse appiccato il fuoco.
Il giovane ventiquattrenne ha agito cercando di camuffarsi con l'utilizzo di un sacco nero della spazzatura. Una volta davanti all'ingresso dell'esercizio commerciale, ha scardinato la porta con una grossa cesoia e, una volta entrato, ha cosparso il locale di liquido infiammabile, presumibilmente benzina, appiccandovi il fuoco.
Hanno fatto un gran lavoro i carabinieri del locale Reparto territoriale, al comando del ten. colonnello Antonio De Rosa; mentre per parte giudiziaria, coordinati dal procuratore Asaro, hanno ricostruito la vicenda i sostituti Federica Scuderi e Ubaldo Leo.
Soddisfazione per l'esito dell'operazione è stata espressa in conferenza stampa dal procuratore Asaro, dal comandante provinciale dei carabinieri Daidone, dal tenente colonnello De Rosa e dal tenente (prossimo capitano) Nico Lamacchia.
La popolazione tira un sospiro di sollievo, dopo la tensione vissuta nei giorni dei triplice attentato. Resta da scoprire gli autori del terzo attentato – l'incendio del lido BCool – compiuto quasi in contemporanea con quello ai danni del Belvedere.