Le royalties sul gas tornano a casa

Le royalties sul gas tornano a casa

Il pressing politico dell'opposizione all'Assemblea regionale sventa lo scippo delle royalties sul gas dei giacimenti off-shore Argo e Cassiopea che il governatore Renato Schifani e la premier Giorgia Meloni stavano tentando di compiere in danno della Sicilia ed in particolare dei comuni di Gela, Butera e Licata.

I soldi tornano a casa anche se la ripartizione delle quote è stata leggermente modificata. Gela e Licata, così come concordato dagli stessi sindaci, passano entrambe dal 47% al 43,5% mentre Butera sale dal 6% al 13%. L'assessore all'energia, "Roberto" Giovanni Di Mauro, dopo aver firmato l'apposito decreto si è dimesso, confermando le voci che circolavano ormai da parecchi giorni.

La prima rata annuale di questo denaro fresco, quella del 2024 ammontante a circa 20 milioni di euro, che è linfa vitale per tutti e in particolare per le finanze gelesi in dissesto, sarà pagata alla fine del prossimo mese di giugno.

Invece, Roma e Palermo stavano per bloccare tutto con motivazioni pretestuose che avrebbero trasferito ogni diritto allo Stato centrale. Il governo regionale si era prestato al gioco e alla vigilia di San Giuseppe aveva sospeso il provvedimento che avrebbe garantito almeno 200 milioni di euro nei 10 anni di vita dei giacimenti.

All'improvviso, a qualcuno a Roma e a Palermo, era venuto il sospetto che Argo e Cassiopea ricadessero in un tratto di mare fuori dalle acque territoriali e dunque niente royalties.

Un pretesto, una scusa che negava a ciascuna città costiera la quota di indennizzo attribuita dopo tante peripezie tenendo conto del territorio interessato, della densità abitativa e della incidenza sull'impatto ambientale per estrazione e lavorazione del gas. 

Quote che però avevano lasciata insoddisfatta sia l'amministrazione comunale di Butera, che riteneva irrisorio il 6%,  sia quella di Gela, che giudicava non congruo il rapporto tra il suo 47% e il maggiore danno ambientale subito perchè sede di lavorazione e immissione in rete del metano raffinato.

Gela, in un primo momento, non si era appellata al Tar contro la percentuale che le era stata assegnata. Ma visto che Butera lo aveva fatto, malgrado risultasse molto più piccola e collocata in collina, a notevole distanza dall'estrazione e dalla raffinazione dal prodotto grezzo, allora ne ha emulato la protesta.

Il sindaco, Terenziano Di Stefano, tuttavia ha prontamente rinunciato a questa opposizione, ritirando il ricorso, non appena ha visto che il governo regionale di centro-destra aveva colto la palla al balzo per sospendere la legge che concedeva il beneficio delle royalties anche per i comuni in dissesto.

Il buon senso, l'acume politico  e la dedizione alle necessità della propria gente hanno caratterizzato i comportamenti responsabili dei sindaci Di Stefano (Gela), Angelo Balsamo (Licata) e Giovanni Zuccalà (Butera), che hanno posto fine a ogni contenzioso per togliere pretesti e appigli a politiche accentratrici tentate da Roma e Palermo e hanno raggiunto un'intesa sulle nuove quote di ripartizione delle royalties, comunicandole all'assessore regionale all'energia, che ha così proceduto a ripristinare il diritto sul corrispettivo da corrispondere ai comuni interessati.

Una soluzione provvidenziale per Gela perchè negli ultimi tempi le royaltes sulle estrazioni petrolifere si erano ridotte sensibilmente fino ad essere quasi totalmente cancellate essendo scese da 12 milioni di euro ad appena 6,5 milioni.

La perdita dei diritti sui giacimenti Argo e Cassiopea avrebbero compromesso ogni sforzo di ripresa e di rilancio che quest'area della Sicilia e Gela in particolare stanno compiendo.

«Noi non l'avremmo permesso – ci dice con fermezza il presidente del gruppo parlamentare regionale del M5s, Nuccio Di Paola – che con il collega deputato, Angelo Cambiano, licatese, ha condotto una dura battaglia sulla vicenda royalties.

Sono ricorsi a pretesti vari e stavano usando le diatribe dei sindaci per bloccare i diritti dei comuni - spiega Di Paola. I sindaci, che io ringrazio, sono stati intelligenti e di buon senso e si sono messi d'accordo sventando il pericolo. Nei prossimi anni gli incassi aumenteranno».

«Un risultato decisamente importante – sottolineano in un loro comunicato Di Paola e Cambiano – per i territori e le comunità coinvolte che negli anni hanno subito sicuramente più d’altri il peso di natura ambientale e probabilmente sanitario delle attività estrattive».

«Di fatto, avevamo perduto le royalties ed ora le abbiamo ritrovate – dichiara il sindaco di Licata, Angelo Balsamo. Con i colleghi sindaci di Gela e di Butera ci siamo incontrati più volte ed abbiamo deciso di far cessare il contenzioso con la Regione.

Ringrazio l’assessore Roberto Di Mauro – tiene a sottolineare Balsamo, al quale va riconosciuto il merito di avere saputo accogliere le legittime richieste delle città costiere che rappresentiamo approvando un decreto, prima di andarsene, che rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per le finanze di ciascuno dei tre Comuni».

Al posto di Di Mauro, come annunciato a Enna durante la presentazione del nuovo movimento politico "Grande Sicilia", sarà nominato assessore Francesco Colaianni, anche lui vicino al leader Mpa, Raffaele Lombardo. Speriamo che non avvengano altri artificiosi cambiamenti.