Se la Sicilia è l'isola del Gattopardo e dei paradossi, la baia di Gela ne è specchio fedele. In un luogo dalla bellezza naturale e paesaggistica eccezionale, dalla storia e testimonianze archeologiche straordinarie, da un sottosuolo ricco e fertile, si riesce ad essere nelle prime posizioni tra le città più brutte dell'intera penisola.
Questa città ha un deficit enorme in termini di immagine che tutti, nessuno escluso, dovremmo iniziare a comprendere davvero, con i fatti e non a parole. A partire ovviamente da chi si candida e viene eletto per prendere le decisioni ed apportare - dovrebbe essere così - le soluzioni ritenute più opportune ai problemi. Ma anche i cittadini devono fare la loro parte che non si esaurisce nell'andare a votare o, al contrario, nel disertare le urne.
Un comune che festeggia con un programma fittissimo il natale ed il nuovo anno mentre la comunità paga dazio per il dissesto in corso, sono due cose che non dovrebbero stare assieme, nella logica delle cose. Ma a Gela è possibile. Non è un giudizio, ma una constatazione. Così come passare da un Natale come quello del 2023 assolutamente anonimo e privo di iniziative, ad un Natale 2004 così folto di eventi ed appuntamenti, diventa possibile, perché con tutta evidenza l'equilibrio non abita da queste parti.
Dalle variazioni di bilancio approvate dall'Ars, sono arrivati quasi 200 mila euro. La società agrigentina Mcn Edizioni di Azzurra Guglielmino snc è stata incaricata di stilare il programma nel rispetto dell’indirizzo politico deciso dalla giunta comunale.
Un programma, che va da metà dicembre fino all'epifania, molto variegato. In testa gli eventi musicali ed in particolare il ritorno del concerto di capodanno con band ed artisti siciliani. Ma anche concerti tematici (groove, world, pop-rock e musica classica abbinata ad un mercatino artigianale). Eventi religiosi e tradizionali (gli immancabili presepi viventi in particolare parrocchiani, “a Nannaredda itinerante”, novene e canti tradizionali natalizi). Eventi gastronomici e storico-culturali. Degustazione di vini. Esposizione di ceramiche e presepi di Caltagirone. Spettacoli teatrali. Cabaret e commedia. Proiezioni dedicate alla storia locale e cinema d’autore. Laboratori creativi per bambini. Animazione sociale. Eventi sportivi (kart) e performance atletiche (Gymnastic club). Rassegna Letteraria e musicale presso l’Ex Chiesa San Giovanni. Incontri e riflessioni. Rassegna di Libri e lounge music.
Si accusavano amministrazioni passate di aver fatto feste e festini e si collegavano queste spese pazze e folli anche al dissesto e quale sarebbe la risposta: festeggiamo il dissesto? E magari sfilare, presenziare questi festeggiamenti, cioè quel che si criticava agli amministratori del passato? Quantomeno, si abbia la decenza di non fare passerella. Che i cittadini decidano di partecipare e godersi le feste, dimenticando per qualche giorno in che situazione versa il proprio comune, può starci. Che lavorino e guadagnino qualcosa artisti anche locali, così come esercizi commerciali, può starci. Ma le passerelle politiche vanno evitate. Risparmiateci questa immagine.
C’è un dissesto che richiede serietà e compostezza: cioè equilibrio. E, purtroppo, già sullo stesso dissesto l’esempio non è dei migliori. Da quando il sindaco, Terenziano Di Stefano, ha lanciato l’idea di un emendamento alla finanziaria che sblocchi l’avanzo di royalties non utilizzate, è partita un’incredibile corsa alla primogenitura. Il Pd ha giocato d’anticipo annunciando un proprio emendamento. Immediatamente dopo è seguito l’annuncio di un emendamento anche dell’Mpa.
Ma fin qui siamo nell’ambito degli alleati della maggioranza. Ed i deputati del centrodestra che governa alla regione stanno a guardare? Impossibile, ecco allora l’emendamento a firma del meloniano deputato Totò Scuvera e del forzista Michele Mancuso. Quest’ultimo non solo era assente alla riunione convocata dal primo cittadino gelese, ma si lamentava pure di non essere stato invitato.
Secondo forti indiscrezioni già martedì prossimo l’emendamento potrebbe essere incardinato nel maxiemendamento. I due deputati del centrodestra puntano a che il governo regionale lo faccia proprio. Purché, ha ammonito Scuvera, si riducano tasse e “balzelli” vari che stanno opprimendo i cittadini.
L’approvazione di questa norma consentirebbe di sbloccare somme utilissime per avanzare in maniera decisa, se non decisiva, verso la chiusura dell’ipotesi del bilancio stabilmente riequilibrato e compiere un passo fondamentale nell’ottica di superamento del dissesto. Norma temporanea e con questa esclusiva finalità di risanamento. Fermo restando che, questo “passaggio legislativo” avallato dall’Ars, convinca anche il Cosfel ed attraverso esso, il ministero dell’interno, nell’approvare poi l’ipotesi di bilancio.
Per Di Stefano sarebbe un provvedimento che gioverebbe non poco a Gela, ma anche ad altri comuni dell’isola ai quali venisse eventualmente esteso. La scorsa settimana è intervenuto a Priolo in cui il sindaco Pippo Gianni ha incontrato anche i sindaci di Viggiano e Sarroch, rispettivamente Amedeo Cicala e Angelo Dessì. L’idea è di un fronte unico di comuni, dell’intera penisola, che hanno subito la presenza dell’industria pesante e che chiedono una sorta di risarcimento dello Stato.
Seppure assenti, hanno già aderito altri sindaci. E’ un’iniziativa che va portata avanti, indubbiamente, perché da anni ricordiamo che i danni più consistenti all’ambiente li ha fatti proprio il parastato, in un’epoca in cui c’era pochissima sensibilità e letteratura, cioè conoscenza e consapevolezza, sul tema.
Diciamola tutta, un sindaco che eredita un comune in dissesto e che si ritrova però una trentina di milioni di royalties non utilizzate, il fatto che ne chieda lo sblocco per risanare l’ente non è poi così scandaloso. Anche il codice civile dice che l’imprenditore deve comportarsi come un padre di famiglia nel gestire la propria azienda privata. Figuriamoci un amministratore pubblico. Ed allora come si comporterebbe un padre di famiglia che ha una somma vincolata in banca e che per scelte sbagliate o sfortuna, si ritrova a non avere i soldi per dare da mangiare ai propri figli? Ebbene, siamo strasicuri che sbloccherebbe quei soldi e sfamerebbe i suoi figli.
Intanto, l’Osl ha comunicato i criteri di pagamento della massa pregressa. L’ammontare totale censito dall’organismo è attorno ai 54 milioni di euro. Dei debiti maturati entro il 31 dicembre 2013 verrà proposto ai creditori il pagamento del sessanta percento. L’abbattimento sul debito sarà pari al quaranta percento. Per quelli maturati dall’1 gennaio 2014 e fino al 31 dicembre 2020, verrà proposto ai creditori il pagamento del cinquantacinque percento con un abbattimento del debito pari al quarantacinque percento.
Infine, per i debiti maturati nell’anno solare 2021, la percentuale transattiva sarà del cinquanta percento, con un abbattimento dell’altro cinquanta percento. Nel rispetto di quanto disposto dal Tuel, i debiti derivanti da prestazioni di lavoro subordinato, non possono non essere liquidati per intero, pagati cioè nella misura del cento percento.