Nella Gela dei paradossi, dove l'espressione dell'amore per la propria città si esprime in un campanilismo popolare mortificato ed umiliato da una classe dirigente culturalmente ipocrita ed inadeguata, anziché esaltato a risorsa eccezionale ed inesauribile, non deve sorprendere se in una partita di promozione, Gela-Vittoria, ben tremila gelesi invadono l'impianto "Vincenzo Presti" che, definire uno stadio equivarrebbe ad autoflagellarsi.
Non è la prima volta che accade a Gela e non sarà l'ultima. L’esperienza ce lo insegna, purtroppo.
Certo, fanno più notizia i quindicimila del Catania in serie D, che è comunque un campionato nazionale, in uno stadio che è tale, non foss'altro per le 8 corsie d'atletica, omologato per 26 mila posti, di cui ventimila a sedere. Ma eccetto per la parte della gradinata riservata agli ospiti e rimasta desolatamente vuota, il peso specifico dei tremila che hanno preso d'assalto una vetusta struttura sportiva, come quella gelese, indegna di rappresentare la sesta città siciliana, sui 4200 posti a sedere, in quello che è, infine, solo il secondo gradino del dilettantismo puro, è sicuramente ben maggiore. E non abbiamo remore a sottolinearlo.
L'attuale condizione del "Presti", diciamola tutta, non può rappresentare Gela ed i gelesi. Senza se e senza ma. Non conta il livello di calcio che esprimiamo in questo momento. L'impianto necessita di un restyling che non può prescindere dalla copertura almeno della tribuna, per proseguire con altro in termini di servizi (spogliatoi, bagni, gabbiotti per la stampa), comfort (sedie, scalinate) ed efficientamento energetico (illuminazione, eccetera). Senza considerare la manutenzione del manto erboso artificiale.
Nei primi mesi del 2022, l’amministrazione comunale ha presentato due progetti: uno per una nuova costruzione di un impianto polivalente a Macchitella (cluster 1, a), finanziato interamente con fondi Pnrr (1 milione e mezzo); l'altro per la rigenerazione e rifunzionalizzazione dello stadio "Vincenzo Presti" (cluster 1, b) cofinanziato in parte con i fondi del Pnnr (1 milione) ed in parte con fondi comunali (500mila euro).
La bella notizia giunta da Roma a metà settembre è che entrambi sono stati approvati dal Dipartimento allo sport della presidenza del Consiglio. E' seguito il decreto di finanziamento e la registrazione presso la Corte dei Conti nel mese di ottobre scorso. A quel punto, mancava solo la sottoscrizione degli Accordi di programma e l’avvio della fase di attuazione: «così, passo dopo passo, nonostante le innumerevoli difficoltà, portiamo a Gela fondi e autorizzazioni che cambieranno per sempre e in meglio il volto della nostra città», aveva commentato con entusiasmo il sindaco Lucio Greco. Ma di questi sviluppi preannunciati e previsti puntualmente nella procedura stilata, non si è saputo più nulla.
«Gli accordi di programma – ci ha assicurato l'assessore allo sviluppo economico e Pnnr, Francesca Caruso – sono stati firmati dal sindaco. Quello del “Vincenzo Presti”, in particolare, è un progetto cofinanziato con il nostro comune, che ha previsto di reperire la somma di 500mila euro attraverso l'assunzione di un mutuo. Purtroppo – ha proseguito l'assessore Caruso – la crisi finanziaria dell'ente e l'assenza di un dirigente al bilancio, al momento ci costringe a stare in una situazione di stand by.
Rimaniamo in attesa del nuovo dirigente, di tutte quelle procedure finanziarie, il più delle quali sono concentrate nel mese di aprile, nonché – precisa ulteriormente – delle necessarie variazioni di bilancio che dovrebbero arrivare prima possibile, per darci la possibilità di definire in primis gli incarichi tecnici professionali e in un secondo momento di arrivare a giugno verso l'appalto integrato, attraverso un progetto di fattibilità tecnico-economica. Per questa via – ha in conclusione stimato, nella migliore delle ipotesi, l’assessore Caruso – la fine dei lavori è prevista per gli inizi del 2026».
Ovviamente, la fase di stallo riguarda anche il progetto interamente finanziato dal Pnnr dell'impianto polivalente a Macchitella. Mentre è notizia di questi giorni la consegna delle chiavi del “PalaCossiga” al Comune da parte dell’Asp Cl2, che ha utilizzato in piena pandemia la struttura regalata alla città dall’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, per esigenze covid, in particolare vaccini e test utili ad individuare il contagio e la presenza nell’organismo del virus.
Quindi il palazzetto dello sport di proprietà comunale (“Palivatino” e “Kartodromo” sono di proprietà della provincia, benché in gestione affidata in concessione a privati) in contrada Marchitello, dovrebbe tornare al più presto a disposizione delle associazioni sportive di vario genere, dal basket al volley, dal calcio a 5 alla ginnastica e via di seguito. Queste sono quantomeno le richieste. Ma sarà così? O sarà di nuovo abbandonato e destinato ad essere vandalizzato come in passato?
Abbiamo provato a chiedere all’assessore allo sport, oltre che consigliere comunale, Totò Incardona, come intende procedere con questa struttura in questo ultimo anno che all’incirca rimane di fine mandato. Se fosse propenso a trovare una formula in grado di consentire un utilizzo per spazi da assegnare a più società sportive. Ovvero se fosse propenso a darla in gestione ad un soggetto privato attraverso una gara pubblica, specie ai fini di assicurare una manutenzione che sovente il settore preposto non riesce a garantire. Se il comune volesse avvalersene anche per manifestazioni non sportive, come spettacoli ed altri eventi in genere. Nessuna riposta, prima di andare in stampa.