I due progetti per lo sviluppo di idrogeno verde da parte di Enel Green Power ed Eni, da realizzarsi a Gela e Taranto, sono tra i beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dalla Commissione europea nell’ambito di un progetto che vedrà tredici Stati membri erogare fino a 5 miliardi e 200 mila euro, per sostenere la ricerca e l'innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture, nella catena del valore dell'idrogeno.
Il finanziamento è stato notificato alla “South Italy Green Hydrogen” e cioè alla joint venture creata da Eni ed Enel Green Power per gestire e sviluppare i due progetti di cui avevamo già riferito nei mesi scorsi.
Uno dei due impianti, come da noi anticipato, verrà realizzato all’interno della bioraffineria di Gela, dove sarà installato un elettrolizzatore da 20 megawatt. L’altro, invece, nelle vicinanze della raffineria di Taranto, dove sarà installato un elettrolizzatore da 10 megawatt.
L’idrogeno verde, prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, è stato individuato dalle due aziende come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dei due stabilimenti e la cui realizzazione potrà essere oggetto di successivi accordi, che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile.
Secondo quanto si legge nel comunicato stampa, in entrambi gli impianti sarà utilizzata la tecnologia Pem (membrana polimerica elettrolita), che è una delle 4 tecnologie per l’elettrolisi.
«Siamo orgogliosi dell’inserimento di questi progetti – ha infatti dichiarato il Ceo di Enel Green Power, Salvatore Bernabei – tra quelli selezionati dall’Unione Europea nell’ambito del prestigioso progetto “IPCEI Hy2Use”. Le due iniziative in collaborazione con Eni costituiscono un passo importante per la realizzazione di impianti di elettrolisi utility scale, consentendo di testare ed accelerare lo sviluppo di tutta la filiera per la produzione di idrogeno verde in Europa».
«Affrontare in modo efficace la transizione energetica nel quadro di sistemi economici e industriali diversificati e complessi – ha ulteriormente commentato il Direttore Generale Energy Evolution di Eni ed ex presidente di Rage, Giuseppe Ricci – significa utilizzare tutte le tecnologie a disposizione in grado di decarbonizzare i molteplici ambiti emissivi. L’idrogeno è una delle strade che Eni sta percorrendo e siamo lieti che questi progetti con Enel siano stati selezionati dall’Unione Europea nell’ambito di questo importante progetto comunitario».
Intanto Eni ha annunciato che è allo studio la possibile realizzazione a Livorno di una terza bioraffineria, dopo quelle di Porto Marghera e Gela: «la coesistenza di impianti bio e tradizionali – ha affermato l’ing. Ricci – è stata proficuamente testata con la recente produzione a Livorno di Eni Biojet, il primo SAF (Sustainable Aviation Fuel), esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti grazie alla sinergia con la bioraffineria Eni di Gela».