La notizia è del dicembre scorso, passata quasi inosservata e scarsamente pubblicizzata come avrebbe dovuto esserla, ma – come accade spesso – qui a Gela fanno notizia solo quelle che criminalizzano comunità e territorio. E solo per queste scendono a flotte inviati di giornali e televisioni del nord.
E’ stato il quotidiano online “Focus Sicilia” ad occuparsene, con un articolo del dicembre sorso (titolo “Export 2022, è di Gela la migliore azienda d’italia: affari dall’Asia agli Usa”– a firma del collega Turi Caggegi, il quale ha ripreso e commentato i dati pubblicati in quei giorni da “Il Sole 24 Ore” con il titolo “Export 2022, è di Gela la migliore azienda d’italia: affari dall’Asia agli Usa”.
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La classifica è stata stilata dal quotidiano di Confindustria "Il Sole 24 Ore" prendendo in esame 200 società con fatturato fino a 500 milioni. La Ascot Industrial nel 2020 ha realizzato all'estero il 99,34 per cento dei ricavi
La prima in classifica, ovvero campione dell’export italiano 2022, è un’azienda siciliana. Si chiama Ascot Industrial e da oltre 30 anni costruisce a Gela gruppi elettrogeni, fattura oltre 20 milioni di euro e ha 77 dipendenti, due su tre dei quali hanno meno di 40 anni. La società è stata incoronata dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore come la più vocata alle esportazioni tra le aziende italiane con certe caratteristiche.
Nel presentare il risultato, il giornale di Confindustria non ha nascosto lo stupore, e nel sottotitolo ha scritto “in vetta, a sorpresa, la siciliana Ascot Industrial”. Certo, la sorpresa probabilmente è condivisa anche in Sicilia. Nell’isola infatti ben pochi conoscono questa realtà, che esporta in tutto il mondo macchine per produrre elettricità di eccellenza, realizzando all’estero praticamente tutto il giro d’affari. Precisamente, come puntualmente annota il giornale economico, 20 milioni e 40 mila euro su un totale di 20 milioni e 174 mila euro. In percentuale siamo al 99, 34.
200 imprese con ricavi da 1,5 a 500 milioni
Ascot dunque ha battuto di qualche decimale di percentuale la Iacobucci HF Aerospace di Ferentino, la Emilia Foods di Modena, la Ekosystem di Desio e la Cantine Sgarzi Luigi di Castel San Pietro Terme. Tutte aziende sopra il 99 per cento di fatturato realizzato all’estero. Ma Ascot ha anche fatto meglio di altre 195 aziende di tutta Italia. In tutto infatti la classifica ha messo in fila 200 aziende italiane con fatturato tra 1,5 e 500 milioni di euro nel 2020, fondate prima del 2019, con sede e polo produttivo in Italia ed esportatrici di prodotti fisici.
Soluzioni su misura
La Ascot, il cui pay-off recita “energy everywhere” e si presenta, rigorosamente in inglese, come “global energy solutions provider” è stata fondata a Gela nel 1985 da Luigi Greca, già dirigente dell’Eni. Attualmente il presidente e amministratore della società è il figlio del fondatore, Michele Greca. Punto di forza dell’azienda è la realizzazione di gruppi elettrogeni progettati per tanti campi applicativi e del tutto personalizzabili in base alle esigenze del cliente, dell’utilizzo e della location in cui devono essere installati.
La Ascot è anche una delle aziende che più si avvicina al concetto di ecosostenibilità, in quanto le sue macchine, tradizionalmente alimentate a gasolio, gas naturale o gpl, sempre più spesso sono equipaggiate con pannelli fotovoltaici per utilizzare quanto più possibile energia rinnovabile per produrre elettricità. I gruppi elettrogeni sono dunque configurati in modo estremamente aderente alle esigenze dei clienti, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni mobili, delle applicazioni civili e industriali, rurali e per “esigenze speciali”. Il modello top della produzione si chiama Hpu (Hybrid power unit) non a caso. Il sistema viene installato dopo una accurata procedura di analisi dell’uso previsto, della location, delle esigenze del cliente e così via. Una “soluzione su misura” come prevede la filosofia aziendale.
Dal Medio Oriente all’America latina
Di fatto questo significa che i generatori Ascot sono in tutto il mondo, o meglio in 59 paesi di Medio oriente, Africa, Asia, America latina, ma anche Stati uniti, Canada e anche (in misura marginale) in Europa. Sono nei deserti, nei posti più remoti dove la rete elettrica non è presente, su piattaforme petrolifere, montati su camion per portane l’energia dove serve e in generale in località remote o difficili da alimentare. Il team che lavora per Ascot conta 75 dipendenti siciliani su 77 (gli altri due sono stranieri), e anche questo è motivo di orgoglio dei titolari. Il successo all’estero, dicono in azienda, è anche basato sulla conoscenza dei territori in cui le macchine vengono installate. Conoscenza diretta grazie a visite e sopralluoghi effettuati dal personale aziendale. L’azienda inoltre è certificata per il rispetto di standard di qualità e di tipo etico e sociale e garantisce che tutto il processo produttivo e i materiali usati sono italiani (o europei, nel caso dei motori).
Energia per crescere
“Siamo enormemente soddisfatti di questo premio assegnato da un giornale così autorevole come il Sole 24 Ore”, dice il presidente e Ceo di Ascot Industrial Michele Greca. “Il successo – spiega – arriva perché realizziamo prodotti per aiutare il mondo a svilupparsi tecnologicamente e dare pari opportunità a tutti di crescere. Il mondo va a velocità diverse” e per Greca i Paesi meno strutturati “devono essere aiutati da quelli che già hanno raggiunto un livello di sviluppo più alto. Dobbiamo porgere la mano a chi ne ha bisogno calandoci nelle loro realtà locali. Noi seguiamo questi principi e lo facciamo portando soluzioni per l’energia per tutti. I nostri clienti esteri non comprano un prodotto, ma un pezzo di Italia”.
(Turi Caggegi, da “Focus Siclia” del 18 dicembre 2021)