Ci eravamo lasciati nel settembre dello scorso anno con l'iniziativa esaltata dal primo cittadino, Lucio Greco e salutata con favore dalle stesse associazioni dei disabili, inerente l'abbattimento delle barriere architettoniche presenti nei pressi di alcune fermate delle linee del bus urbano, in modo da consentire l'accesso ai disabili ed il trasporto pubblico fino ad uffici importanti come quelli del tribunale, dell'Inps, dell'Asp e lo stesso ospedale, per fare alcuni esempi.
Con l'avvento della stagione invernale, sull'argomento disabilità è calato il gelo. Sicchè, con l'alternarsi delle stagioni ed in piena primavera, puntuali sono riaffiorate vecchie criticità, divenute oramai ataviche, come quelle riguardanti l'Asacom ed il trasporto Aias. Insofferenze che sfociano nei social con tutta l'immediatezza di tali canali di comunicazione di massa. In un post su "facebook", una cittadina disabile afferma testualmente: «Purtroppo la vita non è stata molto clemente con me essendomi ammalata di sclerosi multipla e avendo bisogno di terapia».
Riferendosi all'assessore al ramo, Nadia Gnoffo ed al sindaco Lucio Greco, la disabile prosegue: «Sono qui per chiederle, parlo ovviamente a nome di tanti disabili che usufruiscono del trasporto Aias, non avendo la possibilità di avere un mezzo per poterci andare, di risolvere qualsiasi problema che si possa essere presentato perché non è giusto che ogni volta siamo noi disabili a pagarne le conseguenze. Spero tanto che questi problemi possano risolversi al più presto e spero di avere al più presto un suo riscontro».
In un altro post sulla stessa piattaforma social, un'altra utente riporta fedelmente lo sfogo di un operatore Asacom: «con mia grande sorpresa mi accorgo adesso che il comune ha fatto anche malissimo i conti. Non soltanto ha diminuito le ore da 6 a 4 ma ci aveva detto che aveva fatto i conti per coprire fino al 31 maggio ed invece sto preparando i voucher di questa settimana e mi accorgo che rimangono da fare soltanto altre 5 ore e poi finirò le 33 ore a disposizione.
Ringraziamo come al solito il comune e speriamo sempre in tempi migliori o per lo meno che qualcuno con un poco di cervello e soprattutto coscienza in più si ravveda e il prossimo anno cambi qualcosa. Sono veramente senza parole». L'utente, prosegue scrivendo che «tutti (genitori e operatori) ci sentiamo mortificati da un servizio (obbligatorio e necessario) ridotto a vera elemosina. Quando si deciderà di cambiare rotta e di dare, soprattutto ai più fragili, servizi dignitosi? Perché ci costringete a vivere questo inferno?».
In un commento, il presidente della consulta delle disabilità, avv. Livio Aliotta, ricorda che «purtroppo andrebbe garantito per legge il trasporto gratuito presso tutti i centri di riabilitazione ivi compresi quelli gestiti direttamente dall’asp (centro autismo ad esempio). Andrebbe, inoltre, assicurato il trasporto e non solo il rimborso soprattutto per sostenere quelle famiglie che non hanno la possibilità di utilizzare il proprio mezzo. Fa riflettere l’assordante silenzio di chi è preposto al ramo e preferisce non rispondere non fornendo alcun riscontro neppure agli impegni assunti pubblicamente».
Noi abbiamo contattato l'assessore Nadia Gnoffo che ci ha risposto: «Non c’è un problema che riguarda direttamente il comune – ha replicato l’assessore ai servizi sociali ed all’istruzione – perché noi stiamo regolarmente procedendo con i rimborsi alle famiglie, per le spese che hanno sostenuto al fine di poter usufruire del servizio.
L’associazione Aias che ha reso questo servizio a circa 120 famiglie, invero, lamenta il fatto che qualche famiglia, non ne conosco il numero preciso ma dovrebbero essere poche, ha trattenuto e non trasmesso all’associazione le somme che il comune ha riconosciuto loro a titolo di rimborso per il servizio reso e quindi l’Aias si sta trovando in difficoltà nl recuperare le somme, perché è di per sé una tipologia che mette in difficoltà l’associazione in questione nel rendere il servizio, ma ricordo – ha aggiunto – che siamo giunti a questa soluzione dopo diverse gare per il trasporto ai disabili che non sono andate a buon fine».
«Nel momento in cui abbiamo contattato l’assessore Gnoffo, la stessa ci ha detto che era già in procinto di convocare un incontro con l’associazione e le famiglie per capire come ovviare alle difficoltà. «Anche sull’Asacom – ha aggiunto l’avv. Gnoffo – stiamo continuando ad assicurare il servizio, fermo restando che ci stiamo avvalendo di somme di cui non ho potuto usufruire, non essendo le stesse a disposizione nel settore di competenza che è quello dell’istruzione, reperendole invece, avendo Io dal novembre scorso entrambe le deleghe, da quello dei servizi sociali, in modo da garantire comunque il servizio».
Cionondimeno, l’accusa verso l’assessore ed il sindaco, è pesante in quanto vengono additati per aver polverizzato ogni record negativo, riuscendo nell’impresa di azzerare totalmente servizi essenziali. Ne è testimonianza la franchezza dell’avv. Paolo Capici, esponente storico del mondo della disabilità locale: «In quasi quarant’anni di sedia a rotelle – esordisce – non ho mai assistito a scene così eclatanti ed assurde come quelle messe in atto dal sindaco Greco, dalla sua giunta e soprattutto dall’assessore Gnoffo».
«Le persone si misurano da sempre con quello che fanno e loro non hanno fatto nulla in tutti i campi. Mesi fa – prosegue – il sindaco ha fatto una lunga passeggiata sui nostri pulmini solo per illudere ulteriormente le persone per un servizio che andava dato immediatamente, mentre ancora stiamo aspettando che si faccia una gara solo per le strisce e gli spazi dedicati ai disabili. La politica è attività molto seria e richiede una preparazione che questi non hanno.
Come se non bastasse, leggo pure dai giornali che si ritorna a parlare di una “via tre piazze” e il neo assessore sostiene che non può cambiarsi il basolato senza sapere che c’è un accordo tra le associazioni e l’architetto Collovà, avallato dall’allora sindaco Crocetta, secondo cui dati alla mano fu provata l’impercorribilità e la pericolosità di quel basolato impegnandosi a metterne uno che fosse sicuro e percorribile, tipo quello del lungomare o di viale Mediterraneo. Non ci resta allora – conclude – che tornare ai tempi dell’occupazione senza spazio di mediazione, finché questi personaggi non usciranno per sempre dalla scena e la smetteranno una volta per tutte di insultare i disabili e le loro famiglie».