Un sindaco prigioniero di un tatticismo esasperato ed inconcludente, promotore di un’iniziativa volutamente dal respiro corto ed inevitabilmente fagocitata da una partigianeria politica indegna oltre che inopportuna, figlia di una classe politica spregiudicatamente inadeguata.
Si dice che l'indice di gradimento di una manifestazione di protesta si misura soprattutto dalla partecipazione ad essa. Ebbene, sotto questo punto di vista, il sit-in inscenato nella mattinata di giovedì, davanti i cancelli della discarica di Timpazzo, si è rivelato un autentico flop. Poche decine di partecipanti, tra sindaco ed alcune forze politiche a sostegno, affiancati da qualche comitato ed associazione di cittadini che si sono sentiti in dovere di non far mancare, comunque, la propria testimonianza. Va da sé, che il messaggio eventualmente recapitato a Palazzo d’Orleans, senza manco una vaglio di proposte a corredo, al massimo avrà fatto il solletico al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
Una forma di protesta civile, indubbiamente, ma debole ed occasione ghiotta, di conseguenza, per la solita passerella. Non poteva essere diversamente, d'altronde, senza un minimo di organizzazione e mobilitazione alla base. Nessun gazebo è stato allestito a riparare gli astanti dal sole, niente bottiglie d'acqua o bevande varie. Il che fa alludere ad un evento volutamente dal respiro corto.
Il sindaco, nell'annunciarlo, si è limitato ad un generico invito a partecipare, lanciato a chi si sentiva di farlo. Nessuna telefonata è partita dall'ufficio di gabinetto. Neanche l'accenno ad un passaparola. Assenti i sindacati, le associazioni datoriali e partite iva, gli ordini professionali, i club services e la stragrande maggioranza della ricca costellazione di associazioni e volontariato che questa città, a detti di tutti, può degnamente vantare.
Trascorsa un'oretta e mezza a soffrire il caldo, giusto il tempo per rilasciare le interviste ed apparire sui media, il sit-in si è sciolto. Come volevasi dimostrare. Fra gli altri, a spiegare i motivi della sua assenza al sit-in, ci ha pensato un comunicato stampa di Confesercenti Caltanissetta-Gela che non ha inteso partecipare giacché «da un mese sull’argomento – ha dichiarato il responsabile provinciale Rocco Pardo – abbiamo chiesto un incontro al sindaco Greco e rimaniamo in attesa di poterci confrontare con lui» su diversi aspetti ed alcuni, utili punti interrogativi che – aggiungiamo anche a nostro avviso – meriterebbero puntuali ed esplicative risposte.
Una manifestazione, dunque, caratterizzata dall'assenza di una vera mobilitazione e, ulteriormente, da una profonda divisione politica, in cui a prevalere è stato nettamente il gioco delle parti. Presenti il vicesindaco Terenziano Di Stefano ed il capogruppo di "Una buona idea", Davide Sincero, gli assessori Liardi, Licata e Malluzzo, i consiglieri di "Un'altra Gela", movimento del sindaco, Giuseppe Morselli, Romina Morselli, Vincenzo Cascino, Diego Iaglietti e lo stesso presidente del consiglio comunale, Totò Sammito, quest'ultimo lesto a puntare il dito contro chi scrive assiduamente nei social per poi svelarsi per nulla propenso, nella realtà non virtuale, a difendere in concreto la città.
Il primo cittadino ha confermato ai giornalisti che «quello che si sta consumando a Timpazzo è uno scempio», con la complicità di regione ed altri sindaci della Srr, invitando quest'ultimi a fare retromarcia ed unirsi in maniera solidale al sindaco di Gela, nel cui territorio ricade la discarica, ma al quale «nulla è stato comunicato» prima di autorizzare l'allargamento anche ad altri comuni del conferimento di rifiuti solidi urbani.
Greco ha tenuto più volte a precisare che non si tratta di un'iniziativa politica e che la via da battere rimaneva quella della cautela e del «dialogo», pur ricevendo per tutta risposta da altri cinque sindaci della Srr, con in testa il sindaco di Butera, Filippo Balbo, che è il presidente della rr4, l'accusa di agire speculativamente sul piano politico, «facendo da stampella al Pd ed ai 5 stelle», strumentalizzando una polemica destituita di fondamento, poiché l'incidenza dell'ampliamento del conferimento è quantitativamente e temporalmente minima, cioè «duecento tonnellate in quattro mesi", senza che ciò possa comportare il rischio di un esaurimento della vasche come a Lentini.
Tanto da costringere lo stesso primo cittadino gelese a controreplicare: «solo uno che non conosce Gela e non sa – ha dichiarato Lucio Greco riferendosi a Balbo – che è una delle città più inquinate d'Italia, può lasciarsi andare a giudizi superficiali, inopportuni e inqualificabili. Chi, fra l'altro, si trova al comando di una società come la Srr, dovrebbe dimostrare maggiore sensibilità, delicatezza e rispetto nei confronti della città che, per quote e numero di abitanti, è la più rappresentativa di tutto il territorio. Dovrebbe, infatti, capire che offendere il sindaco equivale ad offendere tutta la città».
Se è vero che per il sindaco di Gela «le dichiarazioni del sindaco di Butera, Filippo Balbo, presidente della Srr4, sono offensive e rivelano la sua inadeguatezza a rivestire un ruolo così importante e delicato», a chiederne ufficialmente la sfiducia sono, però, il Movimento 5 Stelle ed il Partito democratico che, in un documento congiunto, hanno sollecitato il sindaco Greco a farsi promotore di una mozione di sfiducia del sindaco di Butera da presidente della Srr4, accusandolo di avallare una gestione «preistorica» e «primitiva» dei rifiuti, disposta a «continui ampliamenti» al solo fine di un «abbassamento dei prezzi di conferimento», senza tener conto della valenza qualitativa delle operazioni di raccolta e smaltimento. Approfittando del sit-in di giovedì mattina, dem e grillini hanno ribadito le loro posizioni contrarie, in linea alla loro collocazione di forze d'opposizione al governo regionale.
Per il deputato regionale del Pd, on. Giuseppe Arancio, va bene il rifiuto inteso come una risorsa in un’economia circolare, ma non è questo il caso, in una città che ha già pagato lo scotto in tema ambientale e «non può la regione, per incapacità a programmare, ricordarsi di Gela solo quando c’è da procurare un danno, come già avvenuto per i definanziamenti del patto per il sud e della darsena commerciale».
Dal canto suo, il deputato regionale del M5s, on. Nuccio Di Paola, ha avvertito che quando c’è da fare un’infrastruttura a Gela, come il porto, i cavilli burocratici sono a non finire, quando si tratta invece di ampliare il conferimento in discarica a Gela, pareri ed autorizzazioni, compresa l’Aia, vengono formulate positivamente in men che non si dica.
Nuccio Di Paola chiede peraltro «dove sono andati a finire i 40 milioni che erano destinati per il conferimento fuori regione e perché non vengono destinati a questa discarica o a questo territorio», mentre per la collega deputata regionale pentastellata, on. Ketty Damante, servono atti concreti da parte di ognuno per le proprie competenze, sottolineando che la stessa, in qualità di deputato all’Ars, ha già «chiesto all’Arpa di operare gli opportuni controlli e di venire a valutare la tenuta di questa discarica in virtù dell’ampliamento del conferimento». Presenti anche i “giovani democratici” per i quali qualcosa non torna se si parla tanto di green, riconversione e poi si aumenta la discarica. Per i “giovani renziani”, il sindaco deve chiedere con urgenza una riunione in prefettura con la presenza del governo e se necessario impugnare i provvedimenti al Tar.
Assenti, per contro, deputati, assessori e consiglieri comunali di forze politiche di maggioranza in città ed alla regione, come Forza Italia e l’Unione di centro. Per quanto concerne i forzisti, hanno disertato il sit-in il deputato regionale Michele Mancuso, l’assessore comunale alla sanità, Nadia Gnoffo, i consiglieri comunali Luigi Di Dio e Carlo Romano, mentre per quanto concerne l’Udc, non si sono fatti vedere l’assessore comunale al bilancio, Danilo Giordano ed il capogruppo consiliare, Salvatore Incardona.
Pe queste due forze politiche non si tratta di assumere una posizione contraria a quella del sindaco, ma solo diversa e che predilige la via istituzionale. In realtà, però, a percorrere la via istituzionale sono le forze d’opposizione in città. Vale a dire “Avanti Gela”, “FdI” e “Lega Sicilia per Salvini premier”, le cui delegazioni si sono recate, nella stessa mattinata di giovedì, dall’assessore all’Energia, Daniela Baglieri (in quota Udc). In un messaggio video, il consigliere Totò Scerra ha riferito che l’assessore Baglieri ha innanzitutto «garantito che verrà presto a visitare la discarica» e rassicurato che quelli conferiti dai comuni al di fuori dell’ambito territoriale sono «rifiuti pretrattati» e, quindi, «non incombe alcun rischio ambientale» sulla discarica. «Il sindaco fa finta di non sapere che c’è un dimezzamento dei costi di conferimento. Vada – suggerisce Scerra – piuttosto in assessorato a farsi approvare i progetti e torni in comune a provvedere all’abbassamento delle tariffe».