Mentre il sindaco, Lucio Greco, ha continuato in questi mesi a cincischiare, in attesa di un rientro in giunta del Pd ed esortando, fino a ieri, lo stesso Pd e Fi a deporre le armi, fallendo miseramente nel suo tentativo com'era peraltro ampiamente prevedibile, l'assessorato ai rifiuti è rimasto nel frattempo colpevolmente vacante, con delega allo stesso primo cittadino ad interim,
che ha avuto ben altro da pensare, specie in un contesto storico appesantito dall'evento pandemico globale. Ne è derivata, inutile negarlo, una gestione carente di un settore invece nevralgico del governo locale.
Una gestione fallimentare, come l'ha altresì definita il capogruppo di una forza consiliare di minoranza, qual è appunto "Avanti Gela", vale a dire Totò Scerra, anche a prescindere dai motivi che lo stesso consigliere ha addotto. Questo semplicemente perché i risultati sono quelli che sono, sotto gli occhi di tutti. Tale è, cioè fallimentare, una gestione che anziché lavorare strenuamente con i comuni consorziati per procedere dritto alla gara pluriennale, ha continuato a sostenere la logica della gara ponte, in attesa di quella pluriennale.
Una gara ponte, però, andata deserta per tre volte e che ha costretto alla ennesima proroga un gestore del servizio, da tempo demotivato, che si è limitato e continua a limitarsi all'indispensabile. Con l'incognita che ne è derivata riguardo alla raccolta differenziata e ad una vicenda come quella della sporcizia, tramutatasi in una sorta di patologia cronica che interventi sporadici ed estemporanei non riescono, come dimostra l’evidenza dei fatti, a debellare.
Non ci vuole uno scienziato per capire che se per ben tre volte le imprese non partecipano ad una gara è perché, innanzitutto, l'importo di 6-7 milioni è insufficiente. Eppure la Tari, aggiornata secondo i nuovi incrementi, arriva puntuale e per quel servizio in una città di 75 mila abitanti, con un perimetro urbano tutt'altro che armonioso, 9-10 milioni di importo alla base di una gara ponte, diciamola tutta, sarebbe solo il minimo da garantire per imprese interessate a partecipare.
Del resto un conto è un importo di 6 o 7 milioni per un anno (gara ponte), altro diventa – e ben più appetibile - se quell’importo fosse esteso ad esempio a 5 anni (gara pluriennale). Fa specie che il sindaco della città di gran lunga più grande di una platea ristretta di comuni, nell’assemblea dei soci non solo non riesca ad avere la presidenza, ma si fa mettere in minoranza su un punto così rilevante dell’intera problematica dei rifiuti, come la gestione “in house” del servizio, da parte della Srr Impianti, che alla fine è passata e sulla quale la posizione di Greco era contraria.
Insomma, l’unico punto su cui Greco ha insistito in maniera intransigente fino ad essere accontentato, è stata la scelta del commissario straordinario dell’Ato rifiuti in liquidazione, Giuseppe Lucisano, già commissario dell’Ipab “Antonietta Aldisio”.
Commissario straordinario dell’Ato rifiuti che, guarda un po’, ha deciso di chiamare al suo fianco, proprio l’ex assessore comunale ai rifiuti dimessosi, in quota Pd, Grazia Robilatte, in qualità di consulente esperta in materia.
Intanto, secondo i dati aggiornati il mese scorso dalla Regione siciliana, a giugno del 2020, con il 37%, Gela, era il 241esimo in graduatoria, nell'elenco dei comuni isolani ordinati per raccolta differenziata. Un autentico crollo in termini percentuali, in particolare, è avvenuto nel mese di febbraio dello scorso anno, quando si è passati dal 60,8% di raccolta differenziata registrata a gennaio, al 38,8% registrato a febbraio: Una caduta verticale di ben 22 punti percentuali.
Dati accertati e validati anche dall'Ispra, quindi ufficiali. Secondo i dati della Tekra, per contro, la percentuale è tornata a crescere nei mesi successivi fino a sforare di nuovo il 60% alla fine del 2020. Resta il punto interrogativo su dati non ancora ufficiali e, quindi, da prendere debitamente con le pinze.