Non sappiamo quanto sia vero il fatto che nel DNA di Zeffirelli ci fosse qualche “contaminazione” del grande Leonardo da Vinci, ma certo il regista fiorentino è stato uno degli artisti più geniali del nostro tempo.
Sorprende poi la coincidenza che egli sia morto proprio nel 500° della scomparsa, di quello che sarebbe stato appunto un suo lontano pro-zio per parte di padre. Invece, più realisticamente, la storia ci dice che il vulcanico regista, scenografo e sceneggiatore, nacque a Firenze il 12 febbraio 1923, fuori dal matrimonio, e che il padre, originario di Vinci - da qui il supposto legame con Leonardo -, lo riconobbe solo al compimento dei suoi 19 anni. Giorgio La Pira fu uno dei suoi insegnanti al Collegio San Marco, prima che frequentasse, nella città di Dante e sua, l’Accademia delle Belle Arti, dove prese la laurea in scenografia.
Zeffirelli è stato un vero maestro del cinema e del teatro, anche se probabilmente il meglio di se lo diede nell’Opera, dove allestì epici spettacoli, che sarebbe ora qui impossibile elencare. Spettacoli che ne fecero un maestro della messinscena a livello internazionale, e che videro protagonisti i più grandi artisti del “bel canto”. Come non citare ad esempio la divina Maria Callas? Ma negli anni sessanta Zeffirelli diresse anche alcuni spettacoli di prosa rimasti nella storia del teatro italiano come l' “Amleto” con Giorgio Albertazzi. proposto pure a Londra in occasione delle celebrazioni shakespeariane nel 400° anniversario della nascita del drammaturgo inglese (1964), e poi “La lupa” di Giovanni Verga con Anna Magnani.
Agli esordi Zeffirelli si formò alla scuola di Luchino Visconti del quale fu inizialmente scenografo a teatro, e poi aiuto regista in film importanti come “La terra trema” e “Senso”. Ma agli inizi egli collaborò anche con Francesco Rosi. Innumerevoli i premi e i riconoscimenti ottenuti in Italia e all’estero durante la sua lunghissima e fortunata carriera. Fra l’altro nel 1977 fu nominato Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, mentre nel 2004 ricevette dalla regina Elisabetta l’Onoreficenza di Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero britannico.
Zeffirelli nel 1994 fu eletto senatore di Forza Italia nella circoscrizione di Catania, e in tale veste venne pure a Gela portato dal prof. Gioacchino Pellitteri, anch’egli eletto senatore con il primo governo Berlusconi. La presenza di Zeffirelli nella nostra città, nel 1995, mi diede l’opportunità di conoscerlo personalmente. L’occasione fu la presentazione, presso il Convento dei Frati Minori Cappuccini, di un mio film-documentario che aveva per titolo “Chiara, luce del mondo”. Infatti, grazie sempre a Pellitteri, potei avere il privilegio di ottenere l’intervento del regista che nel ’72 aveva consegnato al mondo “Fratello sole, sorella luna”, forse il più bel film mai girato su san Francesco.
Ricordo come se fosse oggi il mio stare accanto al maestro nell’affollatissimo teatro dei padri cappuccini, e potere parlare con lui di cinema, di teatro, di musica, fu davvero un’esperienza unica. Ma in quella circostanza, l’autore di “Gesù di Nazareth”, del “Romeo e Giulietta”, de “La bisbetica domata”, con la coppia terribile del cinema mondiale Richard Burton e Liz Taylor, e poi di tante altre pellicole di successo, parlò anche della sua vita, del suo privato.
Egli rivelò così, con grande generosità, pagine dolorose della sua esistenza, soprattutto della sua fanciullezza, ribadendo più volte quanto fosse stata importante per lui la fede, il suo amore incondizionato per Cristo, e sottolineando come la lunga lavorazione del “Gesù di Nazareth”, messo in onda dalla televisione italiana nel 1977, gli avesse stravolto la vita . Fu poi molto delicato ed emozionante il ricordo che il regista fece della madre Alaide Garosi Cipriani , dando a lei il pieno merito della sua educazione cristiana.
Rividi ancora Zeffirelli nel ‘96 alla Cittadella dell’Oasi a Troina, in occasione di un corso di cinematografia che veniva avviato con la Regione Siciliana e la Comunità Europea. Io ero uno dei docenti ed insieme agli altri colleghi del corso pranzammo con il cineasta toscano, chiamato in quell’occasione dal mitico don Luigi Ferlauto per inaugurare quella nuova esperienza formativa che ci avrebbe impegnato tutti, insegnanti ed allievi, per un intero anno accademico.
E fu proprio in quella circostanza che Zeffirelli, tornando al docu-film che avevo girato l’anno precedente, mi disse con sincerità ma anche con molto garbo. “Ho trovato il suo film molto amatoriale. Ma indubbiamente la sua attrice è la più bella santa Chiara della storia del cinema, ancor più bella della mia. Dove l’ha trovata?”. Per la cronaca la ragazza che interpretò santa Chiara si chiamava Daniela Messina, ed era (anzi è!) una gelese doc, allora giovane catechista.
Zeffirelli non nascose mai la sua diversità, ma dichiarò più volte con quella sua forte vena polemica che ne caratterizzava il carattere, di essere ostile al “movimento gay” in quanto per lui “l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa».
Spentosi a 96 anni lo scorso 15 giugno, e sepolto nel Cimitero delle Porte Sante accanto alla madre, i funerali di questo grande del Novecento – amante del bello e delle arti come pochi – si sono svolti a nel Duomo di Firenze, privilegio riservato solo a pochi illustri fiorentini. Domenica scorsa, vigilia delle esequie, una messa in suffragio di Zeffirelli si è celebrata anche a Gela, alla Casa Francescana “S. Antonio di Padova”.