I poeti Valerio Di Paolo di Scafa (PE), Giancarmine Fiume di Rovellasca (CO) e Adriano Ruzzene di Maserada sul Piave (TV) sono i vincitori del Premio Nazionale di Poesia “Salvatore Zuppardo” per la poesia religiosa e a tema libero.
La cerimonia di premiazione avrà luogo a Gela presso la Casa del Volontariato, sabato 22 giugno alle ore 18,30. Assieme ai poeti riceveranno il premio Premio della Cultura “Salvatore Zuppardo” Mons. Massimo Naro, membro della Pontificia Accademia Teologica (PATH) di Palermo, Don Giuseppe Gerninario, direttore del settimanale “Luce e Vita” della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, nel centenario della sua fondazione (Premio speciale don Giulio Scuvera) e il prof. Carlo Morselli, docente di Procedura penale dell’immigrazione presso l’Università G. Marconi di Roma (Premio speciale alla carriera).
La giuria composta da don Rino La Delfa (presidente), Maria Luisa Tozzi, Flora Montana, Fadi Nasr, Salvatore Parlagreco, Eliana Orlando, ed Emanuele Zuppardo ha anche segnalato con menzione speciale altri poeti provenienti da tutt’Italia e le loro poesie saranno inserite nell’Antologia poetica Il silenzio infinito di un “mai”.
La motivazione per la poesia di Valerio di Paolo è stata scritta dal poeta libanese Fadi Nasr “Il poeta con vocaboli concisi e decisi ci riproduce l’affanno di un pianto, il retoricastro della ragione e la risultanza della noncuranza.
Indossa la nostra quotidianità schernevole per educarci con consapevolezza quel silenzio che deturpa persino le preghiere più sincere quando non ci servono più marciando sui sentieri della guerra. ‘Provate.. provate.. e provate’, così con galanteria ciclica ci indica la direzione dell’ascolto sperando che possa far rima nel timpano del dar retta di tutti noi. Quelle vesti di un domani migliore non sono impossibili: ‘Basta agire da umani.’”
La motivazione per la poesia di Giancarmine Fiume, scritta dalla poetessa Maria Luisa Tozzi, così recita. “Il male si manifesta con fredda luce, ombre silenziose, candori stracciati, amori in comodato, assenti di umanità. Ma i versi - manifesto di lirismo assoluto - sono un profondo grido di fede: da un luogo di confine e senza patria, la falena, che piange la solitudine buia del mondo, intravede dall' abisso la pietà e l'amicizia di Dio” mentre per gli haiku di Adriano Ruzzene è la seguente “Un sussulto di stagioni, locazioni ed occasioni tra il bello disponibile e l’impossibile dovuto. Il poeta, un abile minimalista, ci effigia delle realtà a disposizione e delle nostalgie cariche di ricordi suonati che ninnano però da lontano a seconda del contesto.
La sua opera diventa l’alibi del tempo gongolante ed il passo cresciuto ma ormai ‘irripetuto’. L’ieri che non sa più tornare eppure le rane strilleranno per sempre nelle fiabe del cuore” (Fadi Nasr).—