Il presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela da tempo vive un malessere generale dovuto a vari aspetti come il depotenziamento di alcuni reparti e dell’organico, mal gestione del pronto soccorso e tante altre criticità che da anni tormentano i cittadini gelesi e che rimangono come me ignari ed impauriti sul futuro dell’azienda ospedaliera.
Ma seppur le varie criticità attanagliano tutti noi, tempo fa per gravi problemi di salute ho dovuto iniziare una fase di visite, controlli, cure e terapie che mi hanno permesso di conoscere medici ed infermieri dalle straordinarie competenze ed eccezionale cuore. In quel momento ho avuto la dimostrazione che non è vero che non abbiamo bravi medici o che l’ospedale è fatiscente ecc. Io ho trovato il reparto di Nefrologia e Dialisi una struttura ricca di potenziale organico, rispettosa dei servizi e della corretta gestione. Per questo a tutto il reparto di Nefrologia e Dialisi di Gela ,ai Dottori Costanza, Drago, Tumino voglio esprimere il mio immenso grazie!
Ho vissuto un periodo veramente buio, ma da voi ho ricevuto incoraggiamento e affetto, sempre accoglienti, disponibili e solerti, di una professionalità unica. Continuate così, sempre con tanto amore, anche tra le varie difficoltà che le istituzioni vi pongono. Il mio grazie di cuore a tutto il reparto, a tutto lo staff. Sono stati tutti perfetti dal punto di vista professionale ed umano.
Questa è la buona sanità che dobbiamo valorizzare e che necessita avere il nostro ospedale. Mi appello ai politici ed ai politicanti del futuro nel ribadire che dobbiamo puntare a preservare quello che già abbiamo migliorandolo con tutte le dovute accortezze del caso e non a continuare con i classici slogan “costruiremo un nuovo ospedale” ecc solo perche siamo vicini alle prossime elezioni. L’ospedale Vittorio Emanuele e i servizi della medicina del territorio non possono tornare al centro dell’attività amministrativa solo in questo momento ma deve essere sempre attenta e non solo per criticare ma soprattutto per valorizzare ciò che già di buono abbiamo.
Antonio Ruvio (Casartigiani)