Mio padre è morto da 23 anni e leggere l’articolo del prof. Parlagreco, che è riuscito a delineare in modo così magistrale la sua figura di uomo e di professionista – cosa di cui, conoscendo le qualità dell’autore del testo, non ho mai dubitato – a noi familiari ha procurato forti emozioni.
Constatare che il velo dell’oblio non è ancora sceso sulla sua persona e che anche se scomparso da tempo vive ancora nel ricorso della nostra collettività, per noi è estremamente consolatorio.
Le belle e toccanti parole dell’articolo mi hanno fatto ricordare episodi della vita di mio padre mai dimenticati, che sono riposti nell’intimo del mio animo e custoditi gelosamente.
Si’, mio padre era proprio così.
Ligio al dovere, voleva che tutto si svolgesse secondo i suoi desideri che corrispondevano pienamente all’interesse e al bene della collettività, che oggi si chiamano progetti, sono la dimostrazione dell’amore, dell’attenzione e dell’abnegazione che rivolgeva alla Scuola.
E anche a casa era così.
Ricordo il suo tavolo di lavoro con pile di libri disposti in modo ordinato, divisi per argomento, le carpette con scritto sul frontespizio i titoli del loro contenuto e le sue famose matite rosse e blù che temperava con estrema attenzione.
Mio padre era un uomo di altri tempi che si toglieva il cappello quando, per strada, incontrava una signora e salutava dicendo “ossequi”. Ma era anche un uomo dolcissimo che giocava volentieri con le sue adorate nipotine.
Ricordo quando nel periodo di Natale si trasferiva con mia madre a casa mia, giocava con le mie bambine e teneva nel taschino del gilet le monetine che distribuiva perché puntualmente perdeva.
Ringrazio il prof. Parlagreco per avere ricordato mio padre come “Uomo d’altri tempi” e come “Uomo di scuola esemplare”; ringrazio anche il direttore del Corriere di Gela dott. Rocco Cerro, per la sua disponibilità a pubblicare l’articolo. Oltre a tutti coloro che in vario modo sono stati vicini a mio padre e che lo hanno sostenuto apprezzandone le doti, a quelli che lo hanno stimato e che gli hanno voluto bene.
Gela, 30 novembre 2021
Giusi Argento
Risponde Salvatore Parlagreco
Gentile Signora, la sua lettera ci gratifica, ma scrivere e ricordare il Preside Virgilio Argento non è solo un omaggio a suo padre, ma alla città, alla sua storia, che non va perduta. La memoria è uno strumento prezioso ed aiuta a costruire l’identità di una comunità ancora alla ricerca di ciò che la rende riconoscibile. E’ grazie ad uomini come suo padre che Gela può aspirare ad un futuro dignitoso. Grazie.
Salvatore Parlagreco