L’era digitale ha archiviato oggetti, abitudini, parole; reso desueti comportamenti e regole del galateo, e regalato forme nuove di comunicazione.
Redigere una classifica delle cose e delle consuetudini perdute sarebbe utile. Fra gli oggetti spazzati via c’è la cartolina illustrata, fino a qualche decennio fa la forma di comunicazione più frequente e gradevole: misurava la relazione fra le persone e riscuoteva un grande successo.
Chi partiva per una vacanza, appena raggiunta la meta, compilava la cartolina illustrata da inviare a congiunti, amici e conoscenti. Era un obbligo morale, il modo di partecipare ad altri una condizione diversa e, possibilmente, felice. Il segno di un “pensiero” di affetto, ma anche di rispetto. La cartolina veniva infatti inviata anche al “capo” oltre che al congiunto ed al caro amico, perché avesse prova della devozione.
Parlamentari e uomini di partito s’ingraziavano i loro seguaci con una semplice cartolina. Riceverla dall’onorevole faceva sentire importanti, aumentava l’autostima
Ricordo un episodio, non senza rammarico, perché mi fa sentire in colpa. Trovandomi a New York con un deputato, mi fu chiesto di compilare un bel numero di cartoline indirizzate agli “amici” della Sicilia. La mia risposta fu corriva, un no netto e inequivocabile. Sbagliai nella forma, non nella sostanza. Nutrivo un pregiudizio, che i personaggi importanti della politica considerassero anche gli amici, dei maggiordomi. E magari non era così, come in quella circostanza. In più, quella liturgia della cartolina illustrata da inviare a mezzo mondo, mi dava un gran fastidio. Era come rubare a quell’oggetto il sentimento, derubricarlo a mero strumento di propaganda.
Ho avuto verso le cartoline, infatti, una sorta di venerazione. Una ragione c’è. Conservo un mazzetto di cartoline che i miei genitori, da fidanzati, si scambiarono. Contengono parole ed espressioni tenerissime, oltre che belle immagini dei luoghi e di coppie innamorate.
Negli anni venti e trenta, infatti, le cartoline erano illustrate da fiori e volti sognanti.
La nostalgia per le cartoline illustrate è ingiustificata? Forse sì, perché al posto della cartoline le diavolerie dell’informatica ci regalano tutto: congiunti, amici e conoscenti inviano i loro selfie e le immagini dei luoghi in cui si trovano. E quando all’immagine si aggiunge qualche parola, whatsApp ha il diritto di sentirsi erede della cartolina illustrata.
C’è chi è parco di gesti affettuosi, di mera attenzione o altro. Ed a quel punto la consuetudine della cartolina illustrata si prende la rivincita. Non c’è più, ma è come se ci fosse, perché niente è più spiacevole che sentirsi dimenticato dalle persone che vuole bene. E’ allora che la nostalgia di una cartolina con i saluti è più che giustificata.