Oggi c’è in gioco non solo il nostro presente, ma anche il nostro futuro e quello delle prossime generazioni.
Dobbiamo muoverci in fretta pensando a un piano a breve e un piano a lungo termine, un New Deal coordinato con tutte le forze in campo, politiche, imprenditoriali, sindacali. Una parte di questo ampio disegno è rappresentato da un programma di infrastrutture pubbliche, di realizzare a Gela delle Zone Economiche Franche per far ripartire la città e salvare l’occupazione, mantenere in vita migliaia di piccole imprese, e liberi professionisti.
Siamo alle prese con una delle più gravi crisi dell’economia dal dopoguerra, ma occorre comprendere da dove e come ripartire.
Occorre comprendere che siamo entrati in una nuova normalità, in un’era di convivenza con questo virus, e che dovremo attrezzarci con un profondo cambiamento negli stili di vita e nei modelli organizzativi di lavoro e produzione nei prossimi decenni, Eni ha risposto positivamente alla nostra richiesta appoggiata dai sindacati e politica successivamente, acquisterà strumenti per il Vittorio Emanuele di Gela ma lo deve fare in tempi brevissimi. Loro come privati possono.
Questa pandemia come tutti i cambiamenti improvvisi avrà effetti dirompenti.
Lo Smart working, è impossibile per i professionisti gelesi, purtroppo gli uffici urbanistici non sono digitalizzati, per tale motivo bisognerà adeguare immediatamente gli uffici tecnici. Inoltre, anticipiamo e non condividiamo che l'Urbanistica verrà spostata nella zona industriale, difficile da raggiungere, dando spazio all'arrivo della Polizia di Stato che non può permettersi esose locazioni.
Dobbiamo guardare avanti per non perdere competitività in una economia globalizzata dove sarà difficilissimo recuperare quote di mercato, la pandemia potrebbe giovare alla ripresa economica di Gela con il nord completamente bloccato, ne avrà ancora per molti anni, e ci sarà sempre il rischio che i focolai possano riaccendersi. Dobbiamo mettere in campo tutte le nostre migliori risorse.
Partendo da un grande piano per le infrastrutture per il breve termine e uno per il prossimo decennio, che guardi al 2030.
Bisogna continuare a lavorare con esperti in infrastrutture e consulenti preparati per importanti infrastrutture al nuovo tracciato tra Gela-Siracusa, Gela-Santo Stefano di Camastra, all'immediato utilizzo del porto isola, e la realizzazione di un porto in C.da Bulala, al ripristino della linea ferrata Gela-Catania, bisogna sfruttare la nostra piana la seconda della Sicilia sita al centro del Mediterraneo, perfetta per gli aerei cargo.
Nelle riunioni che ho assistito per le infrastrutture, penso che bisognerebbe costituire una commissione di esperti. Ci sono 36 miliardi di euro di risorse ferme a Roma, potrebbero servire per la crescita di Gela.
Si rimuovano gli ostacoli burocratici e mentali, e si avviino i grandi progetti costituendo una commissione di esperti.
Francesco Agati (Tecnico Legale)