Il Gela Calcio, come prima la Juveterranova, la Juventina, il Terranova, il Gela, hanno sempre avuto, e hanno tutt’oggi, il campo sportivo “Vincenzo Presti”, che rimane l’unico acciaccato impianto della nostra città, in attesa (si spera) del nuovo Stadio.
I cronisti di calcio, quelli di Gela ma non solo, ci hanno abituato a sentire che “il Gela giocherà al Vincenzo Presti”, e lo diamo per scontato. Ma chi era Vincenzo Presti, a cui Gela ha intitolato il campo?
Vincenzo Presti (foto a sinistra) fu uno dei più grandi atleti gelesi, componente della staffetta 4x100 che nel 1935, a Genova, conquistò il quarto posto ai campionati nazionali di atletica leggera. Divenuto poi avvocato, nel dopoguerra fu tra i più convinti promotori, insieme all’indimenticato cav. Vincenzo Maganuco (nella foto al centro) ed altri, della costruzione di quel campo sportivo che giustamente è a lui intitolato.
Negli ultimi giorni è scomparso l’ex presidente del Gela, ing. Angelo Tuccio (nella foto a destra), e qualcuno trai giornalisti che gli erano più vicini, sull’onda dell’emozione, ha proposto di intitolargli il campo sportivo. Non discuto i meriti di Angelo Tuccio, che da presidente del Gela si è fatto rispettare e ha fatto rispettare la squadra e la città nei vari campionati, ma non sono d’accordo per buttare alle ortiche il grande Vincenzo Presti, per una serie di motivi.
L’intitolazione di uno stadio o un campo sportivo non può essere fatta seguendo le mode, e tanto meno le emozioni: in questo caso ogni dieci anni si rischierebbe di cambiare rincorrendo gli avvenimenti nefasti come la scomparsa di valide e degne persone. Gli stadi non possono seguire gli avvenimenti in modo semplicemente consequenziale.
Faccio alcuni esempi. Tutti ricordano il grande presidente dell’Ascoli Costantino Rozzi, ma la città marchigiana non gli ha intitolato lo Stadio, che è rimasto dedicato ai fratelli Del Duca, fondatori del quotidiano “Il Giorno”.
Lo stadio di Milano è rimasto intitolato al grande calciatore Giuseppe Meazza, nonostante la scomparsa del grande presidente dell’Inter Angelo Moratti, che portò i nerazzurri al vertice del calcio europeo. Né Torino e la Juventus hanno intitolato lo stadio a Gaetano Scirea, bandiera della squadra e della nazionale, morto tragicamente, né tantomeno all’avv. Gianni Agnelli, che da proprietario e primo tifoso della Juve poteva anche meritarselo.
Quindi, a mio parere, occorre fermarsi, riflettere e non lasciarsi trascinare dalle emozioni incontrollate. La scomparsa di Angelo Tuccio è una grande perdita che ci ha lasciato tutti senza parole, anche per la sua età: avrebbe di certo potuto dare ancora moltissimo per la città e magari anche per la squadra, chissà. E’ giusto ricordarlo, ma senza cancellare il ricordo di Vincenzo Presti, che ha dato moltissimo per la costruzione del Campo sportivo.
La soluzione potrebbe essere quella di intitolare ad Angelo Tuccio la tribuna (nella speranza che sia al più presto utilizzabile). “Tribuna Angelo Tuccio” suona bene e mi piace, e credo che sia il giusto riconoscimento all’ex Presidente. Senza però dimenticare che Gela è ancora in debito nei confronti di un altro grande Presidente, quel Vincenzo Maganuco che finora non ha avuto intitolata una cippa: si dovrà trovare qualcosa anche per lui