Durante una ricerca sugli eroi della Seconda Guerra Mondiale, ho ritrovato un nominativo di un soldato (ex carabiniere) gelese, Giuseppe Valenti (nella foto), che immolò la propria vita nella guerra civile in Spagna e a cui, pertanto, gli fu conferita una Medaglia d’Oro al Valor Militare;
stessa cosa era successa, sempre in Spagna, al gelese Emanuele Guttadauro, anch’egli decorato di Medaglia d’Oro.
Di Giuseppe Valenti, però, fino agli anni Cinquanta si conosceva il nome e il motivo del conferimento della decorazione tant’è che l’Amministrazione comunale dell’epoca gli aveva dedicato una via al Villaggio Aldisio. Quel nome quindi è stato sottratto all’oblio dopo ben sessant’anni.
Durante la stessa ricerca, grazie ad una casuale circostanza, sono riuscito a ritrovare un parente di questa Medaglia d’Oro nella persona dell’attuale Comandante della Stazione Carabinieri di Gela, il Luogotenente Nicolò Bulone il quale, non solo ha confermato la parentela, ma anche fornito diverse notizie con relativa documentazione.
Giuseppe Valenti, Nato a Terranova di Sicilia il 5 novembre 1899 e morto a Guadalajara l’11 marzo 1937, appartenente al 724° “Bandiera Inflessibile”, ebbe conferita la medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: “Durante l’occupazione di una forte posizione nemica, sotto il fuoco micidiale dell’avversario, si slanciava all’assalto al canto di “Giovinezza” mentre ancora infuriava la preparazione delle nostre artiglierie. Ferito una prima volta rifiutava ogni cura e, ponendosi nuovamente alla testa degli arditi, proseguiva verso la meta, gridando: ”L’ardito non teme e non muore”. Ferito ancora e ridotto all’estremo delle forze a causa della perdita di sangue, raccoglieva le ultime energie, per scagliare tutte le bombe a mano che teneva contro il più vicino fortino nemico, nel quale irrompeva per primo brandendo il pugnale. Nel tentativo di inseguire il nemico esterrefatto, datosi alla fuga, incontrava morte eroica”.
Il monumento alle medaglie d’oro di Gela, ubicato in piazza Martiri della Libertà, con la scritta “Gela si suoi figli medaglie d’oro” riporta i nominativi dei decorati (e i luoghi dove è avvenuto il loro sacrificio) che qui si trascrivono: Tenente Giovanni Guccione, Capitano Emanuele Guttadauro, Tenente Giulio Cesare Siragusa, Maresciallo dei Carabinieri Sebastiano d’Immè e, appunto, Giuseppe Valenti.