Se mi dicessero quali sono a tuo giudizio 10 film più importanti della storia del cinema, certamente metterei nell'elenco “Barry Lyndon”, quello che ritengo anche il capolavoro assoluto di Stanley Kubrik.
Il film, della durata di 184' uscì nel 1975 (in Italia nel gennaio del 1976), esattamente cinqu'antanni fa, e ricordo ancora oggi come il vederlo (allora avevo 18 anni) scatenò in me una serie di emozioni che si sono sempre puntualmente ripetute tutte le altre volte che ho avuto modo di guardarlo. Tratto dall'omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray “Barry Lyndon” è la più fedele ricostruzione cinematografica di quel periodo carico di eventi storici e di affascinanti richiami pittorici e architettonici che fu il Settecento.
E guardare il film ti dà la precisa e magica sensazione di entrarci dentro in quel '700 che vede protagonista Radmond Barry, uno scaltro giovane avventuriero interpretato da Ryan O'Neal, la cui parabola – dalla fortuna alla disgrazia – pare essere la metafora della vita dove ineluttabilmente tutto ha un inizio e una fine. Altri interpreti del film furono Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Kruger. La voce narrante italiana era quella di Giancarlo Giannini.
“Barry Lyndon” vinse 4 Oscar: per la migliore fotografia, la migliore scenografia, la migliore colonna sonora e i migliori costumi. Le scene vennero ricavati da quadri, stampe e disegni d'epoca; e grazie a questa attenzione ai dettagli, il direttore della fotografia John Alcott, fedelissimo di Kubrik, ottenne strabilianti risultati. Infatti, le riprese vennero eseguite con l'ausilio della sola luce naturale, e con candele o lampade a olio per le riprese notturne o in interni. Questa scelta implicò l'utilizzo di lenti rivoluzionarie, studiate dalla Zeiss per la NASA. Il riscontro fu straordinariamente realistico.
Il fatto poi che pure un'italiana, Milena Canonero, contribuì alla riuscita del film grazie ai suoi splendidi costumi non può che essere un motivo d'orgoglio per la nostra cinematografia.
Ma naturalmente al successo di “Barry Lyndon” contribuirono pure le musiche grazie ad una colonna sonora “classica” che mise insieme i più grandi compositori di tutti i tempi, da Bach a Mozart, da Handel a Vivaldi, a Schubert. Ma Kubrik, che in maniera maniacale lavorò per anni al progetto, volle inserire fra i brani pure la celebre Hohenfriedberger Marsch, scritta dal re di Prussia Federico il Grande.