Charlie Chaplin – nella foto con Giorgia Hale – che nei panni di “Charlot” divenne e rimane l'icona più importante della storia del cinema, può vantare nella sua vastissima filmografia alcuni capolavori immortali, tanto da potere oggi chiedersi quale sia stato in verità il suo film più bello.
Difficile scegliere fra “Il circo” e “luci della città”, “La donna di parigi” e “Tempi moderni”. Persona mente ho sempre amato “Il monello” e “Luci della ribalta”, che rimane la pellicola più struggente e romantica della maturità di Chaplin.
Tuttavia, I più sono concordi nell'affermare che il capolavoro del geniale attore regista inglese sia stato “La febbre dell'oro” (The Gold Rush), realizzato nel 1925. Il film che proprio quest'anno compie un secolo di vita, all'uscita aveva la durata di 81 minuti. Chaplin ne fu l'interprete, il regista, lo sceneggiatore e anche il compositore della colonna sonora. Naturalmente stiamo parlando di un film muto, che però nel '42 uscì pure nelle sale in una versione sonorizzata di 72 minuti.
Protagonista della storia era un cercatore d'oro che dopo avere vissuto infinite perizie e superati mille pericoli, infine riesce veramente a trovare l'oro insieme al suo compagno d'avventura, il grande e grosso Giacomone (Mack Swain). E nel finale, l'omino Charlot, divenuto ormai ricco, ha pure la soddisfazione di conquistare la bella Giorgia (Giorgia Hale), conosciuta in uno squallido tabarin quando era...ancora povero.
Una commedia a lieto fine che rievocò in toni tragicomici l'epopea dei ricercatori d'oro. Fra le scene rimaste nell'immagina-rio collettivo, quella in cui il vagabondo improvvisa una danza con 2 forchette e 2 panini, dopo avere riccamente bandito la tavola in attesa della sua Giorgia, che però giungerà nel suo rifugio solo all'alba quando egli nella lunga e inutile attesa si sarà addormentato.