l Crocefisso negato. In aula no, teniamolo in castigo!

l Crocefisso negato. In aula no, teniamolo in castigo!

Recentemente scrivevo come certo ideologie, ammantate di buonismo, di libertà e di democrazia, abbiano decretato il declino della cultura europea, quella con la C maiuscola, e di conseguenza la disgregazione dell'Occidente cristiano.

Un ultimo esempio ci viene dalla nostra Gela dove durante la seduta del Consiglio di un paio di settimane fa abbiamo assistito al respingimento della mozione della consigliera Sara Cavallo di Fratelli d'Italia, attraverso la quale si chiedeva di affiggere il Crocefisso nell'Aula consiliare. Detta mozione non è passata. Con 10 voti a favore e 14 contro, il Crocefisso se ne resterà chiuso in un cassetto ad ammuffire con buona pace di chi ancora non ha capito che lo Stato è laico e quindi niente simboli religiosi nei comuni, negli uffici, nelle scuole.

 Sfugge però che il Crocefisso non è solo un simbolo religioso ma è pure l'elemento più rappresentativo della nostra civiltà. Come si fa a ignorare questa peculiarità della nostra cultura bimillenaria? Come si fa a passare per paladini di pluralismo e libertà, quando poi le regole non sono uguali per tutti? Le nostre strade sono sempre più frequentate da donne velate, donne seppellite dai burka.

E queste donne, le più giovani, le studentesse, vanno nelle scuole del nostro Stato laico senza che nessuno ostacoli i loro costumi, sebbene molte di queste sarebbero le prime a volersi liberarsi dall'oppressione che le attanaglia, loro imposta dalla violenza di padri, mariti, zii, cugini, fidanzati. D'altra parte gli uomini di fede mussulmana il credo in Allah  lo predicano nelle tante moschee e nei “centri culturali” (spesso vivai del Terrorismo) senza alcun timore. 

A volte pure provocatoriamente. E mentre noi “porgiamo l'altra guancia e a volte anche il c...”(scusate il francesismo) non c'è settimana in cui non arrivano notizie dai Paesi islamici di chiese incendiate, fedeli cristiani martirizzati, crocifissi e statue della Madonna disintegrate da asce e machete. Ecco allora che volere difendere la pluralità, a senso unico, rinunciando a ciò che è profondamente nostro e che è stato dei nostri padri e dei nostri nonni, risulta strumentale e ideologicamente scorretto.

Tanto da chiederci se la nostra civiltà stia morendo più per l'avanzare dell'Islam o per la stupidità dei nostri politici, dei burocrati di Bruxelles, o l'insipienza dei nostri moderni ed evoluti cittadini. D'altronde, la tiepidezza dei cattolici di oggi (parlo di quelli europei, non quelli africani e asiatici che si fanno anche decapitare per quel Crocefisso che noi temiamo di mettere nelle aule) è il segno più doloroso del nostro inarrestabile declino e della resa. E quando l'esempio delle “brache calate” ci viene anche da parroci e sacerdoti che per non urtare la suscettibilità di chi professa altre fedi, rinunciano ad allestire il Presepe, allora ci si rende conto di come non ci sia più speranza. 

Ci vorrebbero invece sacerdoti come don Camillo (di “guareschiana” memoria), che allestiva il presepe insieme al buon Peppone (sindaco comunista!) e non esitava a caricarsi del Crocefisso e portarlo in giro per strade e piazze, quando c'era da convertire e ammonire i fedeli che avevano perduto la retta via.  Allora, in questo disfacimento dell 'Europa, ci accorgiamo come il tradimento più profondo viene proprio dalla nostra gente, dalle nostre istituzioni, e da quel decadimento dei costumi che ha ucciso l'anima dell'Occidente.

D'altra parte, più che il Crocefisso esiliato da comuni, uffici e scuole, addolora l'assenza dei crocefissi proprio nelle nostre case domestiche. Guardate le abitazioni di novelli spose e giovani coppie. Difficilmente troverete dei simboli religiosi. E nella camera da letto dove al capezzale del baldacchino matrimoniale un tempo non mancava un Cuore di Gesù o una Sacra Famiglia, cosa troviamo adesso? Dipinti e arazzi raffiguranti fiori, gatti, panorami marini, e tante altre bislacche raffigurazioni. Ma in fondo è anche giusto così.

In un periodo storico in cui anche il patriarcato (si badi bene quello occidentale, non quello brutale dell' Oriente mussulmano ...che è cultura) vuole essere seppellito, vogliamo ancora mettere il patriarca San Giuseppe nelle nostre case? Sarebbe semplicemente ridicolo, anacronistico,  politicamente scorretto.