La prima rappresentazione de La piccola scuola, andata in scena a Broadway nell’aprile del 2024, ha riportato alla luce un dramma inquietante e complesso, scritto dal poeta spiritista e drammaturgo italoamericano Giacomo Ermes Torranza e mai definitivamente completato a causa della sua tragica morte nel 1977, causata dall’esplosione della caldaia in un albergo di montagna del Colorado, a una sessantina di chilometri dalla cittadina di Sidewinder.
Scoperto tra le sue carte postume, questo testo teatrale riflette una mente tormentata, ossessionata dai fallimenti personali e professionali, e offre una visione cupa del conflitto tra ambizione e autodistruzione. La pièce, un dramma in cinque atti, esplora con intensità il crollo mentale del protagonista Denker, trascinando il pubblico in un vortice di alienazione, ossessione e follia, che culmina in una violenza tanto inevitabile quanto sconvolgente. Il testo è ora disponibile anche in italiano e qui di seguito ne verrà offerta una sintesi atto per atto.
Atto I. La scena si apre in una piccola scuola di avviamento universitario del New England; siamo nella metà degli anni Settanta del secolo scorso. Il personaggio centrale, Denker, è il direttore della scuola, un uomo amareggiato dal fallimento della sua carriera accademica. La scuola stessa viene presentata come un luogo rigido e opprimente, dove l’educazione è diventata un mezzo di controllo piuttosto che di liberazione.
Gary Benson, uno studente di talento, appare come la speranza di Denker per rivivere i suoi sogni giovanili. Denker vede in Gary il riflesso di sé stesso da giovane, e all’inizio sembra ammirarlo. Il primo atto si conclude con uno scambio acceso di battute, dove Gary, in modo sottile, sminuisce il valore di Denker sia come insegnante che come uomo. Denker, visibilmente turbato, comincia a mostrare segni di cedimento, ma mantiene un’apparente compostezza. Il pubblico percepisce che la rottura tra i due è ormai irreparabile.
Atto II. In questo atto, il rapporto tra Denker e Gary comincia a deteriorarsi. Denker scopre che Gary non è solo uno studente brillante, ma anche ambizioso e pronto a usare ogni mezzo per avanzare. L’adulazione che Denker prova nei confronti di Gary si trasforma lentamente in sospetto e gelosia. Denker inizia a percepire Gary come una minaccia non solo alla sua autorità, ma anche al suo ego.
Viene presentato il tema della scaltrezza animale di Gary, che dimostra di essere pronto a usare la sua intelligenza a scopo manipolatorio. Durante la pausa di una lezione, Gary parla con alcuni dei suoi compagni, criticando apertamente il metodo d’insegnamento della scuola e sottolineando come essa non prepari realmente gli studenti per il mondo reale, ma li renda piuttosto schiavi di un sistema rigido e arcaico.
Gary diventa una sorta di leader per i suoi coetanei, che lo vedono come un modello di pensiero critico e indipendenza. Tuttavia, mentre gli studenti cominciano a seguire il suo esempio, Denker si accorge del cambiamento nell’atteggiamento generale della scuola e inizia a prendere misure sempre più severe per mantenere il controllo. Il conflitto tra le due figure si estende a tutta la comunità scolastica, con Gary che cerca di seminare la ribellione e Denker che tenta disperatamente di soffocarla.
Atto III. Il terzo atto rappresenta il punto di rottura tra Denker e Gary. Durante quella che sembra una lezione o un confronto pubblico, Gary sfida apertamente l’autorità di Denker, che si sente sempre più minacciato. Denker, colto da rabbia e disperazione, comincia a proiettare su Gary tutte le sue frustrazioni personali. La tensione sale fino a un confronto diretto, in cui Denker perde il controllo, mostrando segni di una crescente follia. Il pubblico vede Denker iniziare a detestare Gary non più come un semplice studente, ma come un avversario da abbattere.
Atto IV. In questo atto, Denker comincia a cedere alla follia. La sua ossessione per Gary lo consuma, e la scuola stessa diventa un simbolo della sua prigionia mentale. La scena è caratterizzata da una crescente instabilità psicologica: Denker inizia a vedere figure spettrali tra i corridoi della scuola, rappresentazioni dei suoi studenti che, silenziosi e vuoti, lo osservano con sguardi accusatori.
Questa discesa nella follia culmina in una visione di Gary, che appare davanti a lui come una versione demoniaca di se stesso, simbolo di tutto ciò che Denker ha perso. Denker, sempre più alienato dal resto del corpo docente e dagli studenti, si convince che l’unico modo per riconquistare il controllo della sua vita è distruggere Gary. La sua rabbia diventa incontrollabile, e si prepara a compiere un gesto estremo. L’ombra del fallimento permea ogni aspetto del suo essere.
Atto V. Il quinto atto culmina con il violento scontro tra Denker e Gary nella biblioteca della scuola. Denker, ormai fuori di sé, afferra un attizzatoio e uccide Gary in un impeto di rabbia. Dopo l’omicidio, Denker si rivolge al pubblico con un urlo disperato: “È qui, da qualche parte, e io lo troverò!” Si getta sui libri della libreria, cominciando a lanciarli e cercando qualcosa di indefinito, forse una verità che non troverà mai. Mentre il corpo di Gary giace immobile sul sul proscenio, Denker continua freneticamente a gettare libri, fino a quando il sipario non cala lentamente, lasciando il pubblico con l’immagine della sua ricerca disperata e futile.
Questa struttura in cinque atti articola – in un crescendo drammatico molto efficace – sia il tema della tragedia intellettuale che la caduta morale e psicologica di un uomo consumato dal fallimento e dall’ossessione. Denker non solo perde il controllo della scuola, ma anche della sua mente, approdando a un atto di violenza che sigilla il suo destino. La scuola diventa una metafora della sua prigionia intellettuale e del crollo del suo sogno di grandezza. Allo stesso tempo, Gary, inizialmente visto come la salvezza, diventa la causa scatenante della sua distruzione.
La piccola scuola di Giacomo Ermes Torranza esplora una serie di temi centrali che riflettono il crollo mentale ed emotivo del protagonista, Denker, e il suo conflitto con lo studente Gary Benson.
Il primo tema cardine è il fallimento personale e professionale, rappresentato dalla figura di Denker, uno studioso brillante che si ritrova a dirigere una piccola scuola senza gloria, un luogo che diventa il simbolo della sua frustrazione e della sua incapacità di realizzare le proprie ambizioni. Questa situazione lo porta a sviluppare una ossessione per il passato, personificata in Gary, in cui vede una versione idealizzata e irraggiungibile di sé stesso.
Un altro tema cruciale è quello della corruzione morale e della manipolazione, visibile nel personaggio di Gary, che da giovane idealista si rivela cinico e opportunista. Gary rappresenta l’ambiguità della gioventù e la distanza tra le aspettative di Denker e la realtà, alimentando il conflitto interiore del protagonista.
La ricerca della verità diventa un tema centrale nel momento in cui Denker, ossessionato dal desiderio di ritrovare il controllo della propria vita e della scuola, si convince che dietro l’ordine apparente vi sia una verità nascosta. Tuttavia, questa ricerca si rivela futile, portandolo a un gesto estremo e alla distruzione di tutto ciò che lo circonda. La sua violenza finale simboleggia il crollo definitivo della sua psiche e del suo mondo.
Infine, il tema dell’alienazione e della follia permea l’intera opera. Denker, incapace di adattarsi alla realtà del suo fallimento, si isola progressivamente dagli altri e scivola nella follia. La scuola stessa, che dovrebbe essere un luogo di educazione e crescita, diventa una prigione mentale per lui, un microcosmo della sua vita ormai fuori controllo. Il dramma si conclude con un senso di incompiutezza e di sconfitta totale, in cui l’illusione di poter controllare la propria esistenza si sgretola sotto il peso della realtà.