Giovanni della Verità (1924-2008) è stato per decenni una delle voci più autorevoli e rappresentative della narrativa cristiana contemporanea.
Famoso per i suoi romanzi edificanti e moralmente irreprensibili, egli ha costruito la sua carriera come difensore dei valori cristiani, incarnando la figura dell’intellettuale integerrimo che ha saputo unire fede e letteratura in un connubio raro e profondamente apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Le sue opere, intrise di spiritualità e di un costante richiamo ai principi del cristianesimo, hanno trovato grande eco tra i lettori che cercavano una narrativa capace di riflettere sugli aspetti più alti della morale e della religione.
Tuttavia, con la scoperta postuma del suo romanzo incompiuto, La Congregazione dell’Ombra, la percezione pubblica dell’autore è stata radicalmente sconvolta. Questo manoscritto, custodito gelosamente tra le sue carte e mai destinato alla pubblicazione, rivela un lato oscuro e inaspettato del pensiero di della Verità, che negli ultimi anni della sua vita sembra essere stato profondamente turbato da una crisi intellettuale e spirituale senza precedenti. Il testo, lontano anni luce dalle opere precedenti, narra di una setta satanica anticristiana che trama un attentato batteriologico al cuore stesso della cristianità, portando alla luce un conflitto feroce con le stesse istituzioni che l’autore aveva fino ad allora difeso.
Alla base di questa sorprendente svolta si trova, come ci spiega il curatore dell’edizione critica postuma, Federico Savelli, un evento preciso: la lettura in tarda età del Testamento dell’abate Jean Meslier (1664-1729).
Savelli, uno dei più acuti studiosi di letteratura religiosa e noto per la sua opera La fede oscura (1995), suggerisce che il contatto con le idee di Meslier, un prete del XVIII secolo che nella torrenziale opera postuma citata denunciava con ferocia la Chiesa e la religione come strumenti di oppressione, abbia avuto un effetto devastante sulla psiche di Giovanni della Verità. L’autore, già segnato da un profondo disincanto verso il mondo contemporaneo, sembra aver trovato in Meslier il detonatore di una rabbia latente, che lo ha condotto a concepire l’abbozzo di un’opera che rappresenta, in tutto e per tutto, una ribellione totale contro l’ordine religioso.
Savelli si avvicina all’opera di della Verità con un misto di rispetto e inquietudine. La sua analisi, inserita in un ricco apparato critico a piè di pagina, esplora il conflitto tra il pensiero pubblico e privato dell’autore, suggerendo che La Congregazione dell’Ombra sia soprattutto il riflesso di una crisi intellettuale e spirituale autentica e profonda.
Secondo il filologo, il manoscritto incompiuto può essere interpretato come una sorta di testamento intellettuale nascosto (analogo a quello di Meslier), nel quale della Verità affronta l’apice della sua disillusione nei confronti della Chiesa di Roma. Le pagine frammentarie del testo rappresentano, agli occhi di Savelli, un grido di ribellione estremo, un atto di liberazione che l’autore, incapace di riconciliare con la sua immagine pubblica, non è mai riuscito a completare.
Forniamo qui di seguito una sintesi dei capitoli portati a termine.
Capitolo I: “Il patto del silenzio”. Marcello e Anna, protagonisti del romanzo, fanno parte di una setta satanica anticristiana chiamata “La Congregazione dell’Ombra”. Fingendosi devoti, si infiltrano nei circoli della Chiesa romana per raccogliere informazioni e preparare un attentato batteriologico durante un concistoro in Vaticano. In questo primo capitolo, i due protagonisti stabiliscono un legame di fiducia con alti prelati, frequentando messe e carpendo confessioni private per comprendere le abitudini e le vulnerabilità della gerarchia ecclesiastica.
Capitolo II: “La cospirazione”. La setta si riunisce in segretezza per definire i dettagli dell’attentato. Il loro obiettivo è chiaro: distruggere il cuore della cristianità, eliminando il Papa e quasi tutti i cardinali durante il concistoro. Viene introdotto il leader occulto della setta, una figura enigmatica che guida i piani con estrema freddezza. Marcello, pur convinto del piano, comincia a nutrire dubbi personali, mentre Anna si dimostra risoluta e determinata.
Capitolo III: “Intime confessioni”. Marcello e Anna approfondiscono il loro legame con i preti che frequentano, partecipando a confessioni intime e a riti privati. Anna sviluppa un rapporto particolare con un giovane sacerdote (un bisessuale che pratica sesso a tre con un uomo e una donna), ottenendo da lui informazioni cruciali per il piano. Marcello, al contrario, si sente sempre più a disagio nell’ingannare uomini di fede, e inizia a riflettere sul significato delle sue azioni, alimentando i primi dubbi morali.
Capitolo IV: “Il virus della verità”. La setta riesce a ottenere il composto batteriologico che sarà utilizzato per l’attentato. Marcello viene incaricato di custodire l’arma, ma la sua coscienza comincia a vacillare sotto il peso del piano. Anna, invece, resta concentrata sull’obiettivo, decisa a non lasciare che nulla intralci la missione. In questo capitolo, la tensione tra Marcello e Anna aumenta, mentre il giorno del concistoro si avvicina.
Capitolo V: “Tradimento nel silenzio”. In preda ai suoi dubbi, Marcello decide di confidarsi con un prete di cui si fida (un omosessuale che vuole sedurre un riluttante Marcello), rivelando parte del piano per tentare di fermarlo. Tuttavia, il prete si rivela un membro segreto della setta, e la situazione di Marcello si fa disperata. Anna scopre il suo tradimento e lo affronta, lasciando intendere che non esiterà a eliminarlo se necessario. Il tempo per fermare l’attentato si sta esaurendo.
Capitolo VI: “L’ultima messa”. La setta si prepara a compiere l’attentato durante un grande concistoro in Vaticano. Marcello, sempre più tormentato, partecipa all’ultima fase della messa blasfema organizzata dalla setta, che servirà da preludio al disastro. Mentre l’arma batteriologica viene attivata e il concistoro si raduna, il manoscritto si interrompe bruscamente, lasciando il lettore in sospeso sull’esito dell’attentato.
“Progetto di finale”. Secondo gli appunti dell’autore, il finale avrebbe visto Marcello tentare disperatamente di fermare l’attentato, ma troppo tardi. Tuttavia, l’arma batteriologica non si sarebbe attivata, come se una forza divina avesse impedito il disastro. Marcello sarebbe rimasto solo nella cattedrale, in ginocchio, mentre Anna sarebbe fuggita ad Amsterdam con il prete bisessuale, restando così aperta la possibilità di un futuro confronto tra fede e negazione.
La Congregazione dell’Ombra rappresenta uno degli esempi più affascinanti e disturbanti di opera postuma e incompiuta nella storia della letteratura italiana contemporanea. Ciò che rende questo manoscritto così potente non è solo il suo contenuto scandaloso, ma il contrasto tra la figura pubblica di Giovanni della Verità e le idee espresse in quest’opera.
La scoperta di questo testo, con il suo messaggio ferocemente anticristiano e la sua visione apocalittica, getta una luce completamente nuova sull’autore, sollevando domande scomode sul suo vero rapporto con la fede e con le istituzioni che aveva difeso per tutta la vita. Come sottolinea Savelli, il manoscritto non è solo una ribellione personale contro la Chiesa di Roma, ma un’espressione di una crisi più profonda che tocca la spiritualità stessa di della Verità.
La lettura del Testamento dell’abate Meslier sembra aver scatenato in lui un processo di disillusione radicale, che lo porta a concepire un’opera in cui la fede diventa non più un rifugio, ma un nemico da combattere. La sua visione del cristianesimo si trasforma da via di salvezza a “virus” da estirpare, ribaltando completamente il messaggio delle sue opere precedenti. Eppure, proprio nell’incompletezza del manoscritto, Savelli trova un indizio della complessità del pensiero dell’autore.
La scelta di non ultimare il romanzo potrebbe suggerire che della Verità, consapevole dell’estrema radicalità delle sue idee, non sia riuscito a portare fino in fondo questo processo di negazione. Il mancato compimento del piano di distruzione del Vaticano, suggerito dagli appunti dell’autore, potrebbe essere letto come un ultimo gesto di riconciliazione: l’arma non si attiva, come se una forza superiore impedisse la catastrofe, lasciando Marcello in ginocchio di fronte al fallimento umano e alla possibilità di redenzione.
L’opera incompiuta e il suo silenzio finale diventano, quindi, più eloquenti di qualunque parola scritta, lasciando aperto un dibattito che coinvolge non solo la figura di della Verità, ma anche il ruolo della religione e del potere nella società contemporanea.