Attraverso le pagine del nuovo, audace romanzo di fantascienza di Adrian M. Vasquez, uscito in Inghilterra lo scorso anno, i lettori vengono trasportati in un futuro imprecisato reso possibile dall’ipotesi della verità del multiverso.
Il varco esplora l’incontro tra l’umanità e una civiltà di uccelli evoluti in un mondo parallelo, dove le norme sociali e morali a noi familiari vengono messe alla prova da una realtà che sfida ogni nostra aspettativa.
Il romanzo si articola in quattro parti che esplorano diverse fasi di questo incontro, dal suo inizio carico di speranza fino alle sue conseguenze catastrofiche. Vasquez, con il suo stile narrativo che intreccia sapientemente scienza, filosofia e tensione drammatica, ci guida in un viaggio che è tanto un’avventura cosmica quanto un profondo esame di coscienza.
Cinque sono i personaggi principali del romanzo, oltre al comandante Richter. 1) Lila Kaur, una fisica teorica brillante e principale scopritrice del varco; 2) Tomás Reyes, un etologo specializzato nel comportamento degli uccelli e nella comunicazione animale; 3) Sarah Zhou, pilota e vicecomandante della missione esplorativa; 4) Arika, un uccello evoluto, capo dell’élite governativa del suo mondo; 5) Nikolai Petrov, un esperto in multiverso e fisica quantistica russo.
La prima parte (capp. 1-3) inizia con la scoperta accidentale di un varco spazio-temporale da parte di un gruppo di scienziati, guidati dal carismatico ma controverso fisico Elias Richter.
Questo varco, nascosto nelle profondità di un collider di particelle, si rivela essere una porta verso un pianeta parallelo completamente diverso dal nostro, in cui il Sapiens si è estinto prima del Neanderthal e a sviluppare lingue naturali, coscienza, cultura e tecnologia sono state venticinque specie di uccelli, le stesse menzionate nella famosa commedia di Aristofane incentrata sulla città degli uccelli Nephelokokkygía. Segue un acceso dibattito globale sulle implicazioni etiche e pratiche dell’esplorazione di questa Terra parallela.
Il capitolo cattura brillantemente la polarizzazione tra il desiderio di esplorare e le paure di ciò che potrebbe essere scatenato, culminando in una tensione palpabile sia nella comunità scientifica che nella società civile. Nonostante le controversie, però, viene organizzata una missione esplorativa. Il team selezionato è un microcosmo della società umana, composto da scienziati, filosofi e militari, ciascuno con le proprie speranze e timori.
Nella seconda parte (capp. 4-6) il team esplorativo, guidato da Elias Richter, attraversa il varco, emergendo in un mondo dove il cielo è dominato da strutture maestose, le dimore degli uccelli evoluti. Il primo contatto avviene con una civiltà aviaria sorprendentemente avanzata ma profondamente aliena, dove gli uccelli non solo parlano e costruiscono, ma hanno sviluppato una società complessa con proprie leggi, arte e tecnologia.
La scoperta è eccitante ma anche sconcertante, poiché la comunicazione iniziale è carica di sfide linguistiche e culturali. Le città degli uccelli sono costruite sfruttando le loro capacità di volo, con nidi e strutture posizionati su alberi giganti, pendii di montagne o addirittura sospesi tra le nuvole.
Queste città aeree sono collegate da ponti di corda e piattaforme mobili, creando un paesaggio tridimensionale unico. Gli Stati aviari risultano organizzati secondo una gerarchia rigida basata sulla forza fisica e gli uccelli, benché tecnicamente avanzati, si rivelano spietatamente territoriali e aggressivi nei confronti di altre specie, inclusi gli umani.
Richter e il suo team si trovano coinvolti in un gioco di potere che minaccia di scatenare una guerra tra le specie. Reyes, grazie alla sua competenza etologica, comincia a percepire la profondità dell’ipocrisia e della brutalità che definiscono la società degli uccelli, una rivelazione che mette in dubbio ogni speranza di coesistenza pacifica.
Un’esplorazione più profonda, infatti, rivela che gli uccelli utilizzano tecnologie avanzate non solo per prosperare, ma anche per dominare e sottomettere altre specie animali, considerate mere risorse alimentari. Gli esploratori umani sono turbati dal modo in cui gli uccelli, del tutto privi di pietà e compassione, glorificano la predazione e la sopraffazione come virtù. L’ostilità cresce quando gli uccelli scoprono che gli umani potrebbero minacciare il loro dominio, e la crisi che culmina con un tragico incidente che costa la vita a uno dei membri umani della squadra:
Nella terza parte (capp. 7-9), dopo l’incidente fatale, la tensione tra gli umani e gli uccelli si intensifica. Richter tenta di negoziare la pace, ma la diffidenza è troppo profonda. Questi malintesi culturali ed etici si trasformano in ostilità aperta quando un tentativo di dialogo si trasforma in uno scontro, causando ulteriori vittime da entrambe le parti.
Il conflitto inevitabile scoppia quando gli uccelli lanciano un attacco preventivo contro la base umana. Gli umani, seppur tecnologicamente più avanzati, sono impreparati di fronte alla ferocia e alla velocità degli attacchi aerei. La guerra si estende rapidamente, con gravi perdite su entrambi i fronti.
La terza parte si conclude con una disperata ritirata degli umani. Gli uccelli, guidati dall’Upupa – un leader carismatico e spietato – consolidano il loro potere, dichiarando vittoria sulla ‘invasione’ umana. Gli umani lasciano il mondo degli uccelli, profondamente scossi e ridotti in numero, con le immagini dell’ultima battaglia che li perseguiteranno.
Nella quarta e ultima parte (capp. 10-12), rientrati gli umani superstiti nel loro universo, il romanzo si sposta su una serie di riflessioni personali e collettive. La devastazione morale e fisica è palpabile. Richter e Sarah Zhou, sopravvissuti alla guerra, organizzano conferenze e scrivono saggi cercando di elaborare il trauma vissuto e le lezioni apprese.
Mentre i superstiti tentano di ricostruire la loro vita, il dolore per le vite perse e le opportunità mancate pesa sulle loro coscienze. A questo punto il narratore descrive le 25 specie di uccelli del mondo parallelo, rendendo omaggio ad Aristofane. Ogni specie è dettagliatamente ritratta, con particolare riguardo alle peculiarità culturali, sociali e belliche, creando un affresco vivido e colorito di una società complessa e stratificata.
L’Upupa, il venticinquesimo uccello, diventa simbolo del tiranno che emerge trionfante nel caos della guerra, rappresentando la resilienza e l’adattabilità della natura degli uccelli.
La narrazione si chiude con due ulteriori riferimenti, che sono anche omaggi alle fonti di ispirazione: uno cinematografico al film “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock, dove il comportamento apparentemente inspiegabile degli uccelli trova un parallelo inquietante nel comportamento di quelli del romanzo, e uno letterario alla trilogia “The Neanderthal Parallax” (2002-2003) dello scrittore canadese-americano di fantascienza Robert J. Sawyer, dove un analogo varco tra mondi del multiverso vede l’incontro-scontro tra Sapiens e Neanderthal evoluti.
Questi collegamenti servono a far riflettere sulla natura imprevedibile e spesso incomprensibile del comportamento tra specie, sollevando questioni sulle interpretazioni culturali del ‘diverso’ e del ‘familiare’.”
Nell’Epilogo, il romanzo si apre a un senso di speranza cauta. Tuttavia, la voce narrante suggerisce che gli uccelli, ora a conoscenza del multiverso e delle sue possibilità, potrebbero un giorno decidere di esplorarlo a loro volta, portando a nuove sfide e incontri (annuncio di un sequel?). Il ciclo di scoperta, conflitto e riflessione sembra destinato a ripetersi, con la storia umana che continua a essere un ciclo eternamente ritornante di ambizione, trionfo e umiliazione.