Julia De Andreis, studentessa e ballerina diciannovenne del Liceo delle Scienze Umane di Gela, esordisce con Passi silenziosi, un thriller mozzafiato che ci trasporta dietro le quinte del mondo del balletto classico.
Ambientato nell'Accademia di Danza Classica di Milano, il romanzo intreccia mistero, passione e vendetta, culminando in una serie di eventi tanto tragici quanto affascinanti.
Il romanzo si apre con un evento sconvolgente: durante una prestigiosa esibizione all'Accademia, la giovane promessa della danza, Caterina Vidal, viene brutalmente assassinata sul palco. La detective Laura Bernardi, una figura tanto tenace quanto sensibile, è incaricata di risolvere il caso. Laura, ex ballerina con un passato oscuro, scopre rapidamente che l'omicidio potrebbe non essere un atto isolato. Altri membri della compagnia hanno ricevuto minacce e tutto sembra indicare che l'assassino sia qualcuno tra loro.
Il cuore del romanzo è la lotta di Laura per fermare l'assassino prima che colpisca ancora. Le indagini la portano a scoprire una rete di gelosie e rivalità all'interno dell'accademia, dove la perfezione è tutto e il più piccolo errore può costare caro. Ogni personaggio che Julia De Andreis introduce è ben delineato, con segreti e motivazioni che si svelano gradualmente, aumentando la tensione e il coinvolgimento del lettore.
Mentre Laura si addentra nella vita di Caterina, scopre che la ballerina aveva recentemente ricevuto minacce anonime. Altre due ballerine confessano di aver ricevuto messaggi simili, intensificando il timore che l'assassino stia pianificando ulteriori omicidi. Con l'aiuto di un profiler, Laura delinea il ritratto dell'assassino: una persona che conosce intimamente il mondo della danza e che usa il palcoscenico dell'accademia per mettere in scena una vendetta personale contro specifiche ballerine.
Quando una seconda ballerina viene attaccata, fortunatamente senza successo, la ricerca dell'assassino si trasforma in una corsa contro il tempo. Laura deve decifrare gli indizi criptici lasciati dall'assassino per prevedere il suo prossimo passo e proteggere le potenziali vittime. La trama si complica quando il principale sospettato, un ballerino attivo dell'accademia noto per la sua gelosia nei confronti delle colleghe più talentuose, viene trovato morto. Questo evento costringe Laura a riconsiderare le proprie ipotesi e a indagare più a fondo nelle dinamiche e nelle relazioni tra i membri dell'accademia.
Passi silenziosi brilla per la sua capacità di descrivere il mondo della danza classica con autenticità e dettaglio, e questo è merito dell'esperienza personale dell'autrice. Le descrizioni delle coreografie, così come i momenti di tensione e paura, sono scritti con una prosa che riesce a essere elegante e tagliente al tempo stesso.
Mentre il romanzo si avvicina alla sua conclusione drammatica, Julia De Andreis mantiene il lettore sul filo del rasoio, con una serie di svolte che rendono impossibile mettere giù il libro. Passi silenziosi non è solo un thriller eccitante; è anche una riflessione profonda sulla natura umana, sull'arte e sul prezzo del successo. Invito i lettori a immergersi in questa narrazione ricca e complessa, dove ogni passo di danza porta più vicino alla verità, ma anche al pericolo.
La risoluzione del mistero promette di essere tanto sorprendente quanto le performance che l'hanno preceduta, con un finale che è destinato a essere discusso a lungo per i suoi lati davvero perturbanti. Con la morte del sospettato, infatti, tutti gli indizi precedentemente raccolti perdono di significato e la detective è costretta a rivedere completamente l'indagine.
La tensione sale vertiginosamente quando si scopre che alcune prove contro il ballerino erano state manomesse o fabbricate, suggerendo l'esistenza di un altro assassino, ancora più subdolo e misterioso. L'indagine, così, prende una svolta inaspettata quando l'attenzione si sposta su una delle figure meno sospettabili dell'accademia, una persona profondamente rispettata e ammirata da tutti. Laura scopre che questa aveva avuto accesso esclusivo a tutte le aree dell'accademia e aveva avuto alterchi con diverse vittime riguardo alla direzione artistica e ai casting.
All'età di soli diciannove anni, Julia De Andreis ha scritto un thriller sofisticato e coinvolgente ambientato in un mondo insolito per il genere, quello della danza classica. Durante la nostra conversazione, Julia ha condiviso le influenze letterarie che hanno plasmato la sua scrittura, offrendo uno sguardo affascinante sulle letture che hanno alimentato la sua immaginazione e abilità narrativa.
Pur essendo così giovane, Julia ha un gusto letterario decisamente maturo. "Da sempre, i libri hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia vita; sono la mia grande fuga e al tempo stesso la mia più grande ispirazione," racconta. Tra gli autori di thriller che più ammira, cita Agatha Christie per la maestria nel costruire enigmi intricati, Gillian Flynn per la capacità di esplorare la psiche umana in modo profondo, e Jo Nesbø per la tensione palpabile e i colpi di scena imprevedibili.
"Leggere non è solo un modo per intrattenersi; è un modo per vivere molte vite, per esplorare l'umano da angolazioni diverse, per sviluppare empatia e, non da ultimo, per apprendere il mestiere dello scrittore," spiega Julia, e sottolinea come la lettura sia stata essenziale per sviluppare il proprio stile narrativo e per capire come mantenere il lettore incollato alla pagina, elementi che traspaiono chiaramente in Passi silenziosi.
Julia rivela che la complessità della trama del suo romanzo è frutto di un attento studio dei maestri del genere thriller e mystery. "Ho analizzato la struttura dei loro romanzi, il modo in cui gestiscono il ritmo, l'introduzione di personaggi e svolte narrative, e ho cercato di applicare queste tecniche al mio contesto, quello della danza classica, che conosco molto bene.
" Guardando al futuro, Julia è entusiasta di continuare a scrivere. "Ho ancora molte storie da raccontare, molti personaggi da esplorare. Passi silenziosi è solo l'inizio", afferma con un sorriso compiaciuto. Sta già lavorando a un nuovo progetto, che promette di essere altrettanto avvincente e ricco di suspense.
Questa intervista con Julia De Andreis non solo mette in luce le sue capacità narrative e la maturità con cui approccia il genere thriller, ma anche l'importanza che la lettura ha nella formazione di un giovane autore. Passi silenziosi è la prova che le ore trascorse tra i libri non sono mai sprecate, ma sono un investimento nel talento e nella creatività di un futuro scrittore.
La riflessione sulla lettura di romanzi e il suo impatto sullo sviluppo della cognizione e dell'empatia è infatti un tema centrale nell'ambito degli studi letterari e psicologici. Julia De Andreis, attraverso la sua opera e la nostra conversazione, tocca questi aspetti profondi della lettura, che sono sostenuti da una vasta letteratura accademica.
La lettura di narrativa, particolarmente di romanzi, è stata collegata in numerosi studi al miglioramento delle funzioni cognitive e alla promozione dell'empatia. Secondo quanto scrive Keith Oatley nel suo articolo Meetings of Minds: Dialogue, Sympathy, and Identification, in Reading Fiction, pubblicato su "Poetics" nel 1999, la narrativa funziona come una sorta di simulazione che il lettore vive mentalmente.
Attraverso questa simulazione, i lettori sperimentano i pensieri e le emozioni dei personaggi, potenziando la loro capacità di comprendere e condividere le emozioni altrui, ovvero l'empatia. Oatley e i colleghi hanno ulteriormente sviluppato queste idee nel loro studio Reading Other Minds: Effects of Literature on Empathy (in "Scientific Study of Literature", 2013), dove dimostrano che i lettori di narrativa sviluppano una maggiore capacità di teoria della mente, ossia la capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri. Questo non solo aiuta a navigare nelle complessità delle relazioni umane nella vita reale, ma arricchisce anche il nostro approccio a situazioni complesse e multistrato come quelle presentate nei romanzi thriller.
Questi studi suggeriscono che leggere romanzi può essere un potente strumento per lo sviluppo personale, non solo accademico. La narrativa può quindi essere considerata come un vero e proprio esercizio mentale che aumenta le nostre competenze cognitive e sociali. Per Julia, che a scuola ha incontrato queste tematiche studiando psicologia, la scrittura di Passi silenziosi non è solo un atto di creatività, ma anche un esercizio di esplorazione e sviluppo della comprensione umana, un tema che risuona profondamente con i lettori alla ricerca di connessioni più profonde con il mondo attorno a loro.
La conversazione con Julia e la letteratura specialistica sottolineano un punto cruciale: leggere romanzi non è solo un passatempo; è un mezzo attraverso il quale possiamo espandere il nostro intelletto e la nostra sensibilità emotiva. Passi silenziosi serve quindi sia come intrattenimento sia come strumento per affinare la nostra capacità di empatizzare e comprendere, qualità sempre più necessarie in un mondo complesso e sfaccettato.