Inaugurato a Comiso “Il Battesimo di Gesù” dell’artista gelese Giovanni Iudice

 Inaugurato a Comiso “Il Battesimo di Gesù” dell’artista gelese Giovanni Iudice

“Il Battesimo di Gesù”, opera del pittore gelese Giovanni Iudice nella Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle a Comiso, è stato inaugurato domenica sera. Ha trovato posto nella parasta accanto al fonte battesimale.

Il dipinto con forma centinata, della misura di cm 150x120, è stato posto nello stesso spazio che fino a circa 50 anni ospitava un altro “Battesimo di Gesù”, del comisano Giuseppe La Leta, pittore sordomuto, andato poi perduto. Erano presenti il parroco, don Innocenzo Mascali, il vicario generale don Roberto Asta, il presidente dell’associazione culturale “Ad Sidera”, che ha commissionato l’opera donandola alla parrocchia, Dario Brafa, il sindaco, Maria Rita Schembari, il deputato regionale Giorgio Assenza (anch’essi soci di “Ad Sidera”).

Iudice ha rappresentato la scena del battesimo sullo sfondo di un paesaggio mediterraneo, scegliendo uno scorcio del Giardino della Kolymbethra di Agrigento.

Sullo sfondo, proprio come avveniva nelle rappresentazioni pittoriche del 600-700, si trova il paesaggio di una città contemporanea, con i suoi edifici e i suoi palazzi e, tra questi, svetta la sagoma della basilica di Santa Maria delle Stelle. Ulteriore suggello, una “stella” solitaria che campeggia nel cielo azzurro, simbolo di “Ad Sidera” e del nome della basilica.

L’inaugurazione ha suscitato un grande eco e commenti positivi nei confronti dell’opera del maestro gelese, un quadro contemporaneo inserito in un contesto architettonico settecentesco. 

“Il Battesimo di Gesù” è stato presentato dal critico e storico dell’arte Paolo Nifosì, che ha offerto un breve excursus di importanti opere del passato, sullo stesso tema, richiamando quelle di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, di Piero della Francesca, di Verrocchio (dove gli angeli sono stati dipinti da Leonardo),  di Giovanni Bellini, di Tiziano, di Tintoretto, di Francesco Albani per giungere fino a opere più contemporanee (pur se inserite in contesti architettonici precedenti), come La fuga in Egitto di Guttuso, La Natività e La Resurrezione di Salvatore Fiume nella chiesa dell’Annunziata di Comiso, il San Rocco di Piero Guccione (commissionato da Ottaviano Del Turco per una chiesa delle Marche) per giungere fino all’Immacolata nella chiesa di San Giorgio a Modica, opera del canonico Orazio Spadaro (maestro e mentore dei fratelli Assenza), nonché dello stesso Valente Assenza nell’abside di San Pietro, o gli affreschi della ricostruita Cattedrale di San Corrado a Noto, con una scelta che ha cercato di richiamare la cifra stilistica del Settecento e quella correggesca del Cinquecento.

L’excursus storico è servito a delineare la peculiarità dell’opera di Iudice. “La sua cifra stilistica – spiega Nifosì – è la luminosità, il disegno che si trasforma in pittura. La rappresentazione di opere di edilizia civile moderna inserite nel paesaggio, la presenza della chiesa Madre di Comiso, ma anche del rudere di un tempio antico, dell’ulivo e dei cespugli tipici del paesaggio mediterraneo, sono elementi che si completano e che restituiscono un’opera veramente interessante. L’arte è sempre contemporanea e si inscrive nel periodo storico in cui essa nasce”.

Iudice ha spiegato brevemente le scelte compiute: “Ho rappresentato un paesaggio che richiama il Giardino della Kolymbethra di Agrigento. Sono andato alla ricerca di uno sfondo dal sapore antico, inserendo in questo contesto un’immaginaria città con edifici di edilizia moderna. Sono contento di avere realizzato questo lavoro con una autonomia iconologica rispetto alla tradizione. Questo ha consentito il rinnovamento dell’immagine che comunque ha rispettato la coerenza dell’edificio sacro che la ospita”.

Iudice ha ringraziato l’associazione “Ad Sidera”: “Mi hanno consentito di lavorare con libertà” e gli amici, Corrado Inturri e Luigi Domicoli, “che si sono prestati a fare da modelli, dando il loro volto rispettivamente per Giovanni Battista e per Gesù”. 

* Francesca Gabbibbo, Ufficio Stampa Associazione culturale “Ad Sidera”)